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INDICE>MONDO CINESE>LA FIGURA DI DENG XIAOPING A CENTO ANNI DALLA NASCITA E IL GIUDIZIO DI HU JINTAO

POLITICA INTERNA

La figura di Deng Xiaoping a cento anni dalla nascita  
e il giudizio di Hu Jintao

di Marina Miranda

1. Il ruolo storico di Deng Xiaoping

La ricorrenza del centenario della nascita di Deng Xiaoping è stata celebrata quest'anno, oltre che con numerose commemorazioni sui media e sulla stampa di partito1, con una cerimonia ufficiale, il 22 agosto, al palazzo dell'Assemblea nazionale del popolo a Pechino2, nel corso della quale il Segretario generale, Hu Jintao, ha tenuto un interessante discorso3. Inoltre a Guang'an, distretto natale di Deng nel Sichuan, è stata inaugurata una statua in suo onore, mentre a Pechino e a Hong Kong sono state allestite due importanti mostre documentarie e fotografiche. Tali manifestazioni, unitamente alla pubblicazione di alcune opere, come i due volumi sull'attività politica quotidiana di Deng, ricostruita per gli anni dal '75 al '97, sono stati presentati su di un sito web sia in cinese che nelle principali lingue europee, curato dallo staff editoriale del Quotidiano del Popolo4 

Sul sito, oltre ai ricordi personali di alcuni veterani del partito, tra cui Li Peng e Li Lanqing, è apparsa una lunga biografia di Deng, incentrata prevalentemente sul periodo antecedente il 1949: gli anni della sua formazione rivoluzionaria all'estero, prima in Francia, dove si recò giovanissimo appena sedicenne e poi in Unione Sovietica; la sua partecipazione alle attività del partito in clandestinità e le sue imprese militari durante la lunga marcia, la guerra di resistenza contro l'invasione giapponese e la guerra civile contro il Guomindang.

Soltanto l'ultima e più esigua parte è dedicata al periodo successivo al '49, al decennio, da settembre '56 a maggio '66, durante il quale Deng fu Segretario generale del partito e agli anni difficili della rivoluzione culturale. In virtù della sua posizione, Deng subì violenti attacchi e pesanti persecuzioni ma non fu privato delle proprie cariche fino al '67, anno in cui fu messo agli arresti domiciliari. Scomparso completamente dalla vita pubblica ed esiliato per tre anni, a partire dall'autunno '69, nella provincia del Jiangxi a compiere lavoro manuale, fu riabilitato solo nel '73 e poi rinominato Vice primo ministro e Vice presidente del partito nel '75. Allontanato di nuovo dal potere dopo le manifestazioni di Tian'anmen dell'aprile '76, delle quali fu ritenuto responsabile, fu poi riabilitato definitivamente nel luglio '77, con il reintegro in tutti i suoi incarichi di governo. 

La lunga offensiva lanciata da Deng dopo la rivoluzione culturale contro la coalizione più radicale capeggiata dalla cosiddetta Banda dei quattro5 e poi contro Hua Guofeng, l'erede designato da Mao, inizialmente suo alleato e poi suo nemico principale, è stato un percorso difficile e tortuoso, una strategia alternante che ha cambiato spesso alleanze e obiettivi. Dopo il suo definitivo ritorno sulla scena politica, Deng è riuscito ad avere la meglio su Hua grazie alla propria estraneità alla rivoluzione culturale, di cui è stato una delle vittime più illustri e che ha potuto rigettare fino in fondo senza ombra di ambiguità politica; una posizione ben chiara e diametralmente opposta a quella di Hua, il quale aveva beneficiato, invece, nella sua carriera politica proprio degli eventi rivoluzionari degli anni '60 e non poteva quindi spingersi troppo oltre nel denunciarne gli eccessi, senza rischiare di intaccare la propria legittimità politica. 

Dal punto di vista ideologico, un passaggio importante della vittoria di Deng su Hua è stato il rigetto della linea politica esemplificata dallo slogan dei "due qualsiasi": "appoggeremo risolutamente qualsiasi decisione politica presa dal Presidente Mao, seguiremo fedelmente qualsiasi direttiva impartita dal Presidente Mao". In un discorso del 24 maggio 1977, appellandosi a un corretto uso delle categorie del materialismo storico, Deng sostenne che quanto Mao aveva affermato a proposito di una particolare questione non poteva essere applicato meccanicamente a un altro problema senza tener conto del differente contesto6. A sostenere tale tesi sarebbe stata l'ammissione da parte dello stesso Mao dell'erroneità di alcune sue dichiarazioni; un'affermazione, questa, che ha avviato il processo di demolizione del culto dell'infallibilità rivoluzionaria del Grande Timoniere. 

A partire poi dal '78, una delle maggiori realizzazioni di Deng è stata quella di dare priorità alla ricostruzione e allo sviluppo economico: nell'atmosfera ancora altamente politicizzata di quegli anni, il porre in primo piano realizzazioni pratiche ha segnato una svolta determinante per intraprendere la strada delle riforme. Rigettando il semplice egualitarismo di tipo maoista e teorizzando che alcuni potessero diventare ricchi prima di altri, Deng ha elaborato una propria visione del socialismo, quella di una società che tende alla prosperità comune ed all'eliminazione della povertà, pur tollerando distribuzioni ineguali della ricchezza nel breve periodo7. Deng ha così confutato l'asserzione secondo cui il socialismo sarebbe stato sinonimo di povertà, attribuendola ai passati errori dell'era maoista nel tralasciare lo sviluppo e il progresso economico; la superiorità del socialismo sarebbe consistita invece nella sua capacità di sviluppare la produttività e migliorare il livello di vita della popolazione8.

 Opponendosi a ogni passata forma di dogmatismo, la linea di Deng è stata altamente pragmatica, elevando il pragmatismo a principio guida delle scelte di politica economica. Tali scelte sono state basate sulla cosiddetta "teoria delle forze produttive", in base alla quale, per valutare i benefici di una determinata componente economica, non bisogna analizzare la sua presunta natura socialista" o "capitalista", ma solo stabilire se essa favorisce o meno lo sviluppo delle forze produttive e l'aumento del tenore di vita della popolazione. 

Il suo pragmatismo, nella sua forma più pura, è sintetizzato nel celebre slogan di derivazione maoista "cercare la verità nei fatti" (shishi qiu shi)9: in altri termini, operare le scelte politiche in base alle condizioni reali, non alle teorie. Tale frase, unitamente a quella su "l'emancipazione del pensiero" (jiefang sixiang)10 è stata ripetutamente utilizzata da Deng nella sua lotta contro il dogmatismo ideologico di sinistra, molto radicato nell'anima "conservatrice"11 del partito, che si opponeva all'approfondimento delle riforme economiche. 

Al fine inoltre di evitare ulteriori spaccature e lacerazioni insanabili all'interno del partito dopo il 1989, Deng si è spesso adoperato per individuare tra le diverse soluzioni quelle che potessero rappresentare una via di mezzo e costituire una mediazione tra posizioni contrapposte. Lo ha fatto utilizzando di volta in volta, in maniera mirata, diversi strumenti ideologici: ad esempio, adoperando i principi della politica di apertura e riforma per opporsi all'estremismo di sinistra o i "quattro principi fondamentali"12 per contrastare la cosiddetta "liberalizzazione borghese"13

2. L'unanimità del giudizio attuale 

Sebbene le celebrazioni per Deng risultino abbastanza simili a quelle per il centenario della nascita di Mao14, in occasione del quale fu ugualmente inaugurata una statua nel luogo che gli dette i natali, Shaoshan nel Hunan e fu pronunciato un discorso alla cerimonia di commemorazione ufficiale nel palazzo dell'Assemblea nazionale del popolo, il 26 dicembre 1993, da parte dell'allora segretario generale Jiang Zemin15, le considerazioni politiche che si possono trarre sono molto diverse. 

Il dato importante che emerge dalle commemorazioni di Deng è che il giudizio politico su di lui è davvero unanime all'interno della leadership attuale, senza che siano minimamente palesati dubbi o perplessità su nessun aspetto della sua politica di riforma. Il coro unanime di plauso e apprezzamento per le importanti realizzazioni raggiunte rende ormai normalizzata e, per così dire, metabolizzata la posizione che lo scomparso leader occupa nella storia del partito. Questo giudizio totalmente positivo fa in modo che la sua figura nella prospettiva storica risulti inequivocabilmente superiore a quella di Mao, il cui contributo è stato riconosciuto non privo di errori. 

Ricordiamo che un giudizio ufficiale definitivo sulla figura del Grande Timoniere era stato espresso nel documento approvato dal 6° Plenum dell'XI Comitato Centrale a giugno '81, le "Risoluzioni su alcune questioni concernenti la storia del partito dalla fondazione della Repubblica popolare cinese"16. Sebbene in esso si sostenga che i meriti di Mao sarebbero preponderanti, mentre gli errori secondari, la sua linea politica è stata giudicata corretta prima del '49 e dal '49 al '57, anno in cui fu attuata la campagna contro la destra; dal '57 al '66 avrebbe presentato numerosi errori e dal '66 al '76 sarebbe stata, invece, disastrosa. L'unanimità di giudizio su Deng significa quindi unità di giudizio all'interno del partito sulla validità dell'intero corso delle riforme. Un risultato importante se si pensa che solo alcuni anni prima della sua scomparsa le scelte politiche di Deng erano state oggetto di pesanti attacchi; attacchi indirizzati a colpire indirettamente colui che raccoglieva la sua eredità politica. Infatti, già agli inizi degli anni '90, quasi come una reazione diretta alle dimostrazioni studentesche del 1989, avevano ripreso vigore le cosiddette tendenze ideologiche di sinistra, mai del tutto sopite all'interno del partito: erano state criticate perché ritenute di natura capitalista molte delle riforme economiche introdotte da Deng, come, ad esempio, l'istituzione delle Zone economiche speciali e la riapertura delle borse valori17

La politica di riforma e apertura verso l'estero era stata considerata come "l'introduzione e lo sviluppo del capitalismo", mentre "i principali pericoli" erano stati individuati proprio nel "settore dell'economia" 18. Successivamente, a metà degli anni '90 si era materializzata una nuova offensiva da parte dei conservatori attraverso i cosiddetti "documenti di diecimila caratteri" non ufficiali (dixia wanyanshu), apparsi tra il '95 e il '97 e attribuiti a Deng Liqun, suo figlio Deng Yingtao e allo staff editoriale di riviste controllate dalla sinistra come Zhenli de zhuiqiu, Zhongliu, Dangdai sichao19

Il giudizio odierno sulla figura di Deng da però allo stesso tempo vita a un'immagine un po' sclerotizzata dello scomparso leader: un'immagine stereotipata, ormai adattata all'iconografia del pantheon marxista che sicuramente lui stesso non avrebbe gradito, dal momento che in vita si era opposto a ogni forma di culto della personalità. 

Tale culto è basato soprattutto sulla celebrazione della formulazione teorica a lui attribuita, "la teoria di Deng Xiaoping della costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi" (Deng Xiaoping jianshe you Zhongguo tese shehuizhuyi lilun)20. Bisogna però sottolineare che essa non può essere assolutamente considerata una dottrina organica e sistematica: è piuttosto l'insieme degli assunti teorici che hanno giustificato le riforme e le scelte di politica economica in antitesi con il marxismo ortodosso e in base ai quali è stato possibile il considerevole sviluppo economico sperimentato dalla Cina negli ultimi venticinque anni. 

L'attribuzione allo scomparso leader di una sua teoria in definitiva è stata senza dubbio una forzatura; un'operazione politica fortemente voluta da Jiang Zemin al fine di fondare su di una base di indubbia legittimità ideologica una propria formulazione teorica e preparare in prospettiva la propria canonizzazione tra i padri fondatori del marxismo21

A differenza di Jiang, Deng non si era invece affatto adoperato per sistematizzare una propria teoria; è solo immediatamente dopo la sua morte, avvenuta nel febbraio '97, che sono stati compiuti i passi ufficiali per l'inserimento degli elementi di questa teoria nello statuto del partito, sebbene tale proposta fosse già stata avanzata nel corso del XIV Congresso a ottobre '9222. La teoria attribuita a Deng è stata infatti incorporata nello statuto del partito e definita "ideologia guida" nel corso del XV Congresso a settembre '9723; ed è stata inserita poi nel preambolo della Costituzione del paese nel corso della 2° Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo a marzo '9924.  

A Jiang, invece, è stato attribuito il cosiddetto pensiero de "le tre rappresentatività" ("san ge daibiao" sixiang)25, ufficialmente inserito nello statuto del partito in occasione del XVI Congresso a novembre 200226 e nel preambolo della costituzione del paese nel corso dei lavori della 2° Sessione della X Assemblea nazionale del popolo a marzo 200427. Tale formulazione teorica è presentata come "continuazione e sviluppo del marxismo-leninismo, del pensiero di Mao Zedong e della teoria di Deng Xiaoping"28. Di quest'ultimo Jiang raccoglierebbe ufficialmente l'eredità ideologica, sviluppando ulteriormente dal punto di vista dottrinale proprio la teoria a lui attribuita. Non si può fare a meno di notare però la velocità con cui è avvenuta la canonizzazione di Jiang: i tempi sono stati estremamente rapidi e, in ogni caso, molto più veloci di quanto è stato necessario per elevare Deng al rango dei padri fondatori del marxismo. 

3. Il significato politico del discorso di Hu Jintao 

Oltre a considerare l'importanza storica della figura di Deng Xiaoping, è necessario interrogarsi sul significato politico che le celebrazioni per il centenario della sua nascita assumono nell'ambito dell'attuale situazione politica. A tale proposito è interessante esaminare il discorso ufficiale che Hu Jintao ha tenuto in occasione della commemorazione del 22 agosto29: in esso, come in altre dichiarazioni ufficiali dei leader supremi del partito, necessita spesso di essere interpretato e decodificato il significato simbolico connesso alla terminologia adoperata, al ricorrere di riferimenti e citazioni, al rilievo dato a particolari problematiche. 

Hu ha enormemente esaltato la figura di Deng, celebrandolo come "grande marxista, grande rivoluzionario", "statista e diplomatico", "sommo artefice della modernizzazione e della politica di apertura e riforma": appellativi che corrispondono sostanzialmente a quelli adoperati da Jiang Zemin nell'elogio funebre per la scomparsa del suo predecessore nel febbraio 199730.  

Tra i suoi numerosi meriti, Hu ha messo in risalto uno dei più considerevoli successi dello scomparso leader, conseguito nella fase più tarda e avanzata della sua vita, a 88 anni, nel dare nuovo slancio alle riforme che si trovavano in una situazione di stallo e, di conseguenza, alla ripresa economica, durante il suo viaggio nel sud del paese, nelle Zone economiche speciali nel '92. Oltre che in politica interna, il ruolo di Deng è enfatizzato anche in campo internazionale, soprattutto per quanto riguarda la formula "un paese, due sistemi" (yi guo liang zhi): è un riferimento politico importante, data l'attualità delle elezioni in questa Regione Amministrativa Speciale31. Il punto più delicato del discorso di Hu è un passaggio relativo ai fatti di Tian'anmen: un riferimento al manifestarsi di disordini nel paese e all'estero32, tra la fine degli anni '80 e gli inizi dei '90 e alla posizione - corretta nel giudizio di Hu - assunta da Deng e da altri veterani nell'appoggiare risolutamente il partito e il governo e nell'attenersi ai "quattro principi fondamentali"33. Questa affermazione è un reiterato avallo della versione ufficiale sinora avanzata dal partito e un chiaro segno che non è tuttora possibile nutrire molte speranze per la rettifica del verdetto su Tian'anmen. Il partito sta ancora una volta rimandando il momento per fare i conti con una pagina molto amara della propria storia: la posta in gioco è purtroppo molto alta e coinvolgerebbe anche Jiang Zemin. 

Inoltre proprio i sanguinosi accadimenti di giugno 1989 gettano non poche ombre sulla figura di Deng, il quale, in verità, non può essere considerato come un campione di democrazia34; al contrario, invece, già vent'anni prima aveva saputo utilizzare in 10 modo strumentale il movimento democratico del 1978-79, di cui si era servito per denunciare gli eccessi della rivoluzione culturale e che invece poi represse duramente. 

Nel discorso di Hu, sono inoltre molteplici i riferimenti al cosiddetto pensiero de "le tre rappresentatività" e allo stesso Jiang Zemin, del quale è più volte esaltato il contributo per l'elaborazione di tale teoria. I riferimenti a Jiang continuano ancora una volta con l'utilizzo di un termine strettamente legato alla sua visione politica, quello della società del benessere (xiaokang shehui), tema centrale nel rapporto di quest'ultimo al XVI Congresso35. La citazione di Hu, invece, è qui inserita in una prospettiva di sviluppo e modernizzazione in tre fasi, di cui sarebbero state raggiunte le prime due, con il miglioramento del tenore di vita della popolazione e con il conseguimento appunto di una società del benessere. Il terzo obiettivo consisterebbe nella riunificazione con Taiwan, dopo quella con Hong Kong e Macao, nella creazione di una Grande Cina che possa ricoprire un ruolo egemonico di maggior prestigio in ambito internazionale. Questa visione è molto vicina a quella di Jiang, il quale, in quanto Presidente della Commissione militare centrale, pone naturalmente grande enfasi sulla potenza militare del paese. 

I riferimenti a Jiang raggiungono poi il punto culminante con la fedele citazione di un suo apprezzamento su Deng: "Se non ci fosse stato il compagno Deng Xiaoping, il popolo cinese non avrebbe avuto la nuova vita di oggi, la Cina non avrebbe avuto la nuova condizione odierna di apertura e sviluppo e la brillante prospettiva della modernizzazione socialista". 

Tutto ciò sembrerebbe quindi rappresentare da parte di Hu un certo avvicinamento alle posizioni di Jiang, le quali apparirebbero consolidate all'interno del partito. Un'ulteriore riprova di ciò potrebbe essere la notizia della pubblicazione a cura della Commissione militare centrale degli scritti di Deng su questioni militari36: sul volume, che raccoglie lettere, articoli, discorsi dal 1931 al 1944, il titolo è riprodotto con la calligrafia autografa di Jiang. Nel discorso di Hu l'unica nota che può essere interpretata in modo polemico verso Jiang è l'apprezzamento nei confronti di Deng per aver favorito il passaggio dei poteri dai leader della seconda generazione a quelli della terza. Il significato implicito sembrerebbe un'accusa nei confronti di Jiang, il quale, invece, potrebbe ostacolare tale passaggio a quelli della quarta. Infatti l'ex- Segretario generale, se dovesse conservare ancora la sua posizione a capo della Commissione militare centrale, supererebbe il precedente storico fissato da Deng, il quale la mantenne solo fino al 1989, dopo essersi ritirato dall'Ufficio politico e dal Comitato centrale nel 1987. 

Bisognerà però verificare se queste concessioni a Jiang rappresentino tuttavia un momento di passaggio e di transizione, durante il quale si compie un compromesso temporaneo, una specie di atto dovuto nella logica del rituale politico. Tra le diverse interpretazioni possibili, si potrebbe ipotizzare una sorta di scelta tattica: dare maggior visibilità all'avversario, mentre ci si adopera per perseguire allo stesso tempo altri obiettivi strategici. Sono questi, comunque, segni evidenti dello scontro in atto all'interno del partito; una lotta di cui una tappa importante passerà sicuramente per il prossimo 4° Plenum del XVI Comitato Centrale37

MONDO CINESE N. 120, LUGLIO-SETTEMBRE 2004

Note

1 Yanzhe Deng Xiaoping kaipi de daolu qianjin" (Avanziamo seguendo la strada tracciata da Deng Xiaoping), Renmin ribao, (Rmrb), internet ed., 22.8.2004; "Deng Xiaoping yu Zhonghua minzu de weida fuxing" (Deng Xiaoping e la grande rinascita della nazione cinese), Rmrb, internet ed., 23.8.2004; "Deng Xiaoping: kexue zongjie lishi jingyan de guanghui dianfan" (Deng Xiaoping: riassumiamo in maniera scientifica l'illustre modello dell'esperienza storica), Rmrb, internet ed., 19.8.2004. 
2 "Deng Xiaoping tongzhi danchen 100 zhounian jinian dahui zai jing longzhong juxing" (Si svolge solennemente nella capitale la grande assemblea commemorativa per il centesimo anniversario della nascita del compagno Deng Xiaoping),  Rmrb, internet ed., 23.8.2004. 
3 "Hu Jintao zai Deng Xiaoping danchen 100 zhounian jinian dahui shang de jianghua" (Discorso di Hu Jintao alla grande assemblea commemorativa per il centesimo anniversario della nascita di Deng Xiaoping),  Rmrb, internet ed., 22.8.2004. 
4 http://english.peopledaily.com.cn/ zhuanti/Zhuanti_410.html# 
5 La banda dei quattro era formata da Jiang Qing, Wang Hongwen, Zhang Chunqiao e Yao Wenyuan. Si veda Roderick  McFarquhar, "The succession to Mao and the end of Maoism", in The Cambridge History of China, vol.15, part 2, The People's Republic. Revolutions within the Chinese Revolution, 1966-1982, a cura di Roderick McFarquhar e John K. Fairbank, Cambridge, Cambridge University Press, 1991, pp. 371-401. 
6 "The 'Two Whatevers' do not accord with Marxism", in http:// www.china.org.cn/english/features/ dengxiaoping/103393.htm. 
7 Deng Xiaoping, Fundamental Issues in Present-Day China, Beijing, Foreign Languages Press, 1987, pp.124, 127, 178. 
8 Id., Jianshe you Zhongguo tese de shehuizhuyi (La costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi), Hong Kong, Lianhe chubanshe, 1987, p. 46. 
9 Id., "Emancipate the mind, seek truth from facts and unite as one in looking to the future", in Selected Works of Deng Xiaoping 1975-1982, Beijing, Foreign Languages Press, 1983, pp.122-24. 
10 Ivi.
11 E' forse necessario specificare meglio l'accezione con cui sono adoperati i termini "conservatori" e "progressisti" relativamente ai diversi schieramenti all'interno del Partito comunista cinese, a partire dagli anni '80: come "conservatori" e appartenenti alla "sinistra" vengono considerati i marxisti ortodossi, coloro che si sono opposti a trasformazioni troppo radicali del sistema socialista; come "liberali" e appartenenti invece alla "destra" vengono considerati coloro che sono stati fautori di un'accelerazione nell'introduzione dei meccanismi di mercato nell'economia pianificata o in campo ideologico hanno appoggiato teorie divergenti dall'ortodossia marxista. 
12 Il partito spesso richiama all'adesione ai "quattro principi fondamentali" (si xiang jiben yuanze): il socialismo, la dittatura del proletariato, la leadership del partito e il pensiero di Mao Zedong. 
13 La campagna contro la "liberalizzazione borghese" fu lanciata agli inizi del 1987 contro l'allora Segretario generale del partito Hu Yaobang e quanti sostenevano che la riforma politica dovesse accompagnare quella economica. Vittime eccellenti, tra gli altri, di questa campagna politica l'astrofisico Fang Lizhi e il giornalista Liu Binyan. 
14 Alessandra C. Lavagnino, "Mao Zedong a 110 anni dalla nascita: un Saggio per tutte le stagioni?", in Cher Maître… - Scritti in onore di Lionello Lanciotti per l'ottantesimo compleanno, a cura di Maurizio Scarpari e Tiziana Lippiello, Libreria Editrice Cafoscarina, Venezia, 2004 (in fase di stampa). 
15 "Zai Mao Zedong tongzhi danchen 100 zhounian jinian dahuishang de jianghua" (Discorso alla grande assemblea commemorativa per il centesimo anniversario della nascita del compagno Mao Zedong), in Renmin ribao haiwaiban, 27.12.93, pp.1-3. 
16 "Guanyu jianguo yilai dang de ruogan lishi wenti de jueyi" (Risoluzioni su alcune questioni concernenti la storia del partito dalla fondazione della Repubblica popolare cinese), in 1895- 1995 Shiji dang'an (Archivi di un secolo), a cura di Tan Hecheng e Jian Shan, Beijing, Dang'an chubanshe, 1995, pp.571-78. 
17 "1992nian pochu xing 'she' xing 'zi' " (L'eliminazione della teoria della natura 'socialista' e della natura 'capitalista' nel 1992), in Jiaofeng - Dangdai Zhongguo sanci sixiang jiefang shilu (Scontri - I materiali autentici della terza liberazione del pensiero nella Cina contemporanea), a cura di Ma Licheng e Jun Zhijun, Jinri Zhongguo chubanshe, Beijing, 1998, pp.157-59; Marina Miranda, "Lo sviluppo dell'economia di mercato in Cina", Mondo Cinese (MC), n.86, maggio-agosto 1994, pp. 23-27. 
18 Contro le cosiddette influenze ideologiche di sinistra è stato scritto molto agli inizi degli anni '90; le principali argomentazioni sono state raccolte in tre volumi, pubblicati tra il 1992 e il 1993: Lishi de chaoliu (L'Orientamento della Storia) Zhongguo Renmin Daxue chubanshe, Beijing, 1992; Fang "zuo" beiwanglu (Promemoria su come difendersi dalla sinistra), a cura di Zhao Shilin, Shuhai chubanshe, Taiyuan (Shanxi), 1992; e Zhongguo zuo huo (Il disastro della sinistra in Cina) di Wen Yü, Zhaohua chubanshe, Beijing, 1993. 
19 Kalpana Misra, "Neo-left and neoright in post-Tiananmen China", Asian Survey, XLIII, n.5, settembre-ottobre 2003, pp.720-24; Marina Miranda, "Le nuove prospettive di sviluppo del settore privato nella RPC - La politica del partito", MC, n.108, luglio-settembre, 2001, pp.11-13. 
20 Jiang Xinli, "Zhonggong yizhixingtai zhi yanbian yu fazhan" (Sviluppo e trasformazione dell'ideologia del PCC), parte I, Zhonggong yanjiu, vol.XXXIV, n. 4, aprile 2000, pp. 82-85. 
21 Per avvalorare la legittimità ideologica della teoria di Deng è stata mobilitata l'intera comunità scientifica e accademica del paese al fine di ricercarne le basi filosofiche e la continuità con i principi del marxismo-leninismo ortodosso. Già nel 1993 era stato istituito un Centro di Ricerca sulla teoria di Deng nella sezione di Shanghai dell'Accademia delle Scienze Sociali, diretta da un famoso esperto del pensiero di Mao, Li Junru. 
22 Jiang Zemin, "Jiakuai gaige kaifang he xiandaihua jianshe bufa duoqu you Zhongguo tese shehuizhuyi shiye de geng da shengli. Zai Zhongguo Gongchangdang Di-shisi Ci Quanguo Daibiao Dahui shang de baogao" (Accelerando il passo nella realizzazione delle riforme, della politica di apertura e della modernizzazione, conseguiamo una vittoria ancora più grande nella causa del socialismo con caratteristiche cinesi. Rapporto all'Assemblea Generale dei Delegati di tutto il paese al XIV Congresso del Partito Comunista Cinese), Rmrb, 21.10.1992, p.1. 
23 Jiang Zemin, "Gaoju Deng Xiaoping lilun weida qizhi, ba jianshe you Zhongguo tese shehuizhuyi shiye quanmian dui xiang ershiyi shiji. Zai Zhongguo Gongchangdang Shiwu Ci Quanguo Daibiao Dahui shang de baogao" (Teniamo alta l'illustre bandiera della teoria di Deng Xiaoping, facciamo avanzare verso il XXI secolo la causa della costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi. Rapporto all'Assemblea Generale dei Delegati di tutto il paese al XV Congresso del Partito Comunista Cinese), Rmrb, 22.9.1997, pp.1-4. 
24 "Jiujie quanguo Ren Da erci huiyi zai jing biimu" (Si conclude nella capitale la 2° Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo), Rmrb, 16.3.1999, p.1; M. Miranda, "Stabilità e riforme "con caratteristiche cinesi" - la 2° Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo", MC, n.100, gennaio- aprile 1999, pp.3-12. 
25 In base al pensiero de "le tre rappresentatività", il partito rappresenterebbe "le esigenze di sviluppo delle forze produttive più avanzate, gli orientamenti della cultura più avanzata e gli interessi fondamentali di larghissima parte della popolazione". Shi Zhongquan, " 'San ge daibiao' sixiang: dui dang de lishi jingyan de xin zongjie - xuexi JiangZemin tongzhi de 'nanfang jianghua'" (Il pensiero de 'le tre rappresentatività': verso una nuova sintesi dell'esperienza storica del partito - studiamo il "discorso al sud" del compagno Jiang Zemin), Zhonggong dangshi yanjiu, n.4 (76), 2000, p.1. 
26 "Zhongguo Gongchandang zhangcheng - Zhongguo Gongchandang Di-shiliu ci Quanguo Daibiao Dahui bufen xiugai " (Statuto del PCC - Emendato in parte dall'Assemblea dei Delegati al XVI Congresso del PCC), Rmrb, 19.11.2002, p.1; M. Miranda, "Il Partito comunista cinese da 'partito rivoluzionario ' a 'partito di governo'", MC, n.113, ottobre-dicembre 2002, pp.15-28. 
27 "Shijie quanguo Ren Da erci huiyi zai jing bimu" (Si conclude nella capitale la 2° Sessione della X dell'Assemblea nazionale del popolo), Rmrb, 14.3.2004, p.1; M. Miranda, "'Sviluppo scientifico' ed emendamenti costituzionali - I lavori della 2° Sessione della X Assemblea Nazionale del Popolo", MC, n.118, gennaio-marzo 2004, pp.3-15. 
28 Jiang Zemin, "Quanmian jianshe xiaokang shehui, kaichuang Zhongguo tese shehuizhuyi shiye xin jumian. Zai Zhongguo Gongchangdang Di-shiliu ci Quanguo Daibiao Dahui shang de baogao" (Costruiamo in modo onnicomprensivo una società del benessere, creiamo nuove condizioni per la causa del socialismo con caratteristiche cinesi. Rapporto all'Assemblea Generale dei Delegati di tutto il paese al XVI Congresso del Partito Comunista Cinese), Rmrb, 18.11.2002, p.1. 
29 Rmrb, 22.8.2004, op.cit. 
30 Willy Wo-lap Lam, The Era of Jiang Zemin, Prentice Hall, Singapore, 1999, pp.80-81. 
31 Frank Ching, "A vote on democracy", South China Morning Post, internet ed., 11.9.2004; Philip P. Pan, "After Hong Kong election, China faces new calcolus", Washington Post, internet ed., 14.9.2004. 
32 E' qui chiaro il riferimento all'ex- Unione Sovietica e agli altri paesi dell'Europa orientale. 
33 Cfr. nota 12. 
34 Yang Guang, "Lishi shijiao xia de Deng Xiaoping yichan" (L'eredità di Deng Xiaoping da un'angolazione storica) Zheng Ming, n.9 (323), settembre 2004, pp.37-39.
35 Rmrb, 18.11.2002, op.cit.
36 "Deng Xiaoping junshi wenj chuban faxing" (Pubblicata e distribuita la Raccolta degli scritti militari di Deng Xiaoping) Rmrb, internet ed., 1.8.2004.
37 Questo pezzo è stato ultimato prima della conclusione del 4° Plenum, di cui si tratterà nel prossimo numero della rivista.

 

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