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INDICE>MONDO CINESE>IL MERCATO DEI LIBRI IN CINA: QUALI OPPORTUNITÀ PER L'EDITORIA ITALIANA

RAPPORTI

Il mercato dei libri in Cina: quali opportunità per l'editoria italiana

Bettina Mottura

Milano, 22 febbraio 2005

L’Istituto nazionale per il commercio estero (Ice) e l’Associazione italiana editori (Aie) hanno presentat  lo scorso 22 febbraio al Palazzo delle stelline a Milano una ricerca condotta dalla società cinese Beijing Topview Consultina & Trading Ltd sul mercato del libro cinese. La ricerca, commissionata dalla sede dell’ICE a Pechino, ha prodotto un rapporto che può essere scaricato, a pagamento, dal sito www.ice.it.
La mattinata è stata inaugurata da Laura La Corte del Sistema moda, persona e tempo libero dell’Ice  che ha illustrato lo sforzo dell’Istituto per la promozione dell’editoria italiana nel consesso internazionale, ringraziando l’Aie per l’adesione a diverse iniziative fieristiche e ha sottolineato le potenzialità del mercato cinese per ampiezza e novità. A questo proposito La Corte ha dichiarato che dall’indagine si evince che 60% della popolazione cinese legge regolarmente. L’Ice ha voluto affrontare la problematica di un inserimento di editori italiani nel mercato cinese nell’ottica della creazione di primi contatti di collaborazione, ritenendo ancora prematura l’idea di una apertura totale del settore. In questa linea, il rapporto contiene strumenti utili per una azione diretta: indirizzi di trading companies, un quadro della normativa vigente e un elenco delle università e scuole cinesi dove si insegna la lingua italiana.
A questo primo intervento ha fatto eco Federico Motta, presidente Aie, che pur riconoscendo il mercato in questione come interessante, ha reclamato la necessità di una strategia nazionale e sottolineato che sia a Pechino, come in Italia non è chiaro quali siano i partner istituzionali con cui gli editori che vogliono investire sulla Cina debbano confrontarsi.Un ostacolo che si aggiunge alle difficoltà poste dal controllo che il governo cinese opera tuttora sul settore della stampa e della distribuzione.
Quasi in risposta a queste richieste è stato letto un messaggio del Ministro per le attività produttive che prometteva un impegno preciso, ricordando che è già in corso il programma “Marco Polo” per la promozione dell’Italia in Cina. La lettura ha generato alcune proteste nella platea: in quali delle recenti delegazioni ufficiali italiane in Cina (in occasione del Gran premio o della visita di Ciampi) era presente un rappresentante degli editori?
Ma la parte senza dubbio più densa della mattinata in termini di contenuti è stata la presentazione di Chen Zen, project manager, che illustrava gli argomenti principali della ricerca della Beijing Topview Consulting & Trading Ltd: panorama della realtà cinese, quadro normativo, il mercato del libro, la competizione al suo interno e tecniche consigliate per l’accesso al mercato. Nell’ambito di una presentazione generale del profilo del paese, il dato forse più interessante è che su una media di spesa del 15% del reddito per i consumi quotidiani della popolazione urbana, l’1% è dedicato all’acquisto di libri. Inoltre, il mercato librario cinese, nel 2002 ha raggiunto un fatturato di 43 miliardi e 500 milioni di RMB (5,2 miliardi di dollari statunitensi), presentando una crescita del 25% dal 1998; il 47% della somma è coperto dai soli libri di testo. Attualmente, a questa domanda fanno fronte oltre 500 case editrici di proprietà dello stato cinese. I principali canali di distribuzione sono poi coordinati dall’agenzia Xinhua, pubblica.Appare quindi evidente che l’accesso di aziende straniere nel settore editoriale non è ancora stato liberalizzato, tanto più che la Repubblica Popo- lare cinese non ha assunto alcun impegno vincolante in sede OMC, ma negli ultimi anni sono state varate nuove leggi e regolamenti per la riforma della stampa promossa dalla General Administration of Press and Publication cinese. Questo nuovo quadro normativo promuove una progressiva apertura del mercato editoriale, dando vita a un panorama differenziato. La situazione della distribuzione, in particolare, consente già la presenza straniera nella forma di imprese a capitali esteri o joint-ventures; mentre il capitale straniero può contribuire solo alla stampa di imballaggi e materiale decorativo; infine, la pubblicazione è consentita solo ad aziende cinesi. Nel descrivere elementi tecnici del panorama nazionale, Chen ha poi ricordato alla platea che la Cina ha adottato nel 1982 il sistema ISBN e che si prevede per il 2007 il suo aggiornamen-to come previsto in ambito internazionale. Naturalmente la standardizzazione del numero dentificativo ha portato il discorso sul problema della tutela della proprietà intellettuale, consistentemente minacciata da una pirateria che il Governo cerca con forza di contrastare.
In merito alla compra-vendita dei diritti d’autore, Chen ha concentrato l’attenzione sui libri per l’infanzia  perché il 20% dell’acquisto di diritti d’autore esteri è coperto da questo settore. L’importazione di titoli proviene principalmente dai paesi anglofoni, un esempio tra tanti “Harry Potter”. A proposito della vendita di copyright, il pubblico ha concluso l’incontro con alcune testimonianze di investimenti italiani: Mondatori Elektra (monografie d’arte), Piemme (Geronimo Stilton, bambini) e Editoriale Scienza (biografie di scienziati famosi) hanno già avviato colla-borazioni sul territorio cinese.

MONDO CINESE N. 122, GENNAIO-MARZO 2005

 

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