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INDICE>MONDO CINESE>LA CINA E MILANO - MILANO E LA CINA. INCONTRI CULTURALI E RELIGIOSI

RAPPORTI

La Cina e Milano - Milano e la Cina. Incontri culturali e religiosi

di Pier Francesco Fumagalli

La biografia di Matteo Ricci – Li Madou – ad opera di Michela Fontana ha proprio in questi mesi riaperto il secolare dibattito sull’incontro culturale e spirituale fra la Cina e l’Occidente.1. Il ruolo occupato da Milano in questo campo fin da quattro secoli fa è stato maggiormente messo in risalto grazie alle ultime ricerche condotte in biblioteche milanesi dal professor Zhou Jiaxiang e da altri.2. Già nel 1616 il cugino di S. Carlo, cardinale Federico Borromeo arcivescovo di Milano e fondatore dell’Ambrosiana, aveva fatto dono ai due gesuiti Nicola Trigault e Johann Schreck, in partenza per la Cina, di un prezioso cannocchiale galileiano, poi donato all’imperatore Chong Zhen. Ancor prima che, nel 1604, cominciasse a realizzarsi a Milano il progetto di una grande biblioteca pubblica, unica in Europa, la Cina aveva visto sorgere a Ningbo, nel Zhejiang, la splendida biblioteca Tian Yi Ge – oggi Museo nazionale – per iniziativa del letterato e uomo di stato Fan Qin (1506-1585). Simili paralleli, benché tra loro indipendenti, manifestano una convergenza di percorsi e un’armonia di orizzonti culturali che si nutrono di antiche radici. 
Dopo l’astronomo gesuita milanese Giacomo Rho – uno tra i primi a ricoprire la carica di astronomo imperiale a Pechino prima di Adam Schall von Bell – altri missionari ambrosiani, come Celso Confalonieri a Macao e Giovanni Battista Maoletto a Xi’an, giunsero nel Celeste Impero, contribuendo allo scambio di conoscenze scientifiche e culturali. Le complesse vicende storiche successive a questi promettenti inizi non permisero una fioritura e una integrazione adeguata a tali incoraggianti premesse, ma specialmente a partire dall’ultimo quarto del secolo XX la ripresa delle relazioni con la Cina ha segnato un costante progresso. Mentre a livello di scambi commerciali l’incremento è visibile a tutti, e talora ha suscitato più di un interrogativo, meno immediatamente percepibile appare a volte lo sviluppo a livello di scambi scientifici o religiosi. Negli ultimi anni le Università milanesi si sono via via maggiormente dotate di insegnamenti che in vario modo afferiscono alla Cina, contribuendo alla formazione di esperti in grado di meglio conoscere il mondo cinese nella sua complessità e ricchezza. 
L’Ambrosiana da parte sua, fedele alla propria originaria tradizione universalistica, ha valorizzato la collezione di antichi testi cinesi con nuove scoperte di testi manoscritti e a stampa, ricevendo il riconoscimento da parte della Delegazione di alto livello che ne ha onorato le celebrazioni del IV Centenario, tenutesi il 26 novembre 2004 alla Società del Giardino. In quella circostanza sono intervenuti da Pechino i professori Zhao Shuqing, Presidente dell’Istituto per lo sviluppo delle Nazionalità presso il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, Liu Hong, Ren Yanli, Du Yongbin e Jin Yijiu, esperti di studi cristiani ed orientali e membri dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali e del Centro Cinese di studi tibetani. Nell’offrire la loro disponibilità a sviluppare proficui rapporti scientifici con l’Ambrosiana, hanno anche presentato l’omaggio di una pregevole riproduzione in cloisonné del Jiu Long bi o ‘Muro dei Nove Dragoni’ della ex-dimora imperiale a Pechino. Questo dono prezioso si trova attualmente collocato nella Sala del Prefetto, sopra l’antico Tavolino cinese di epoca Ming. Uno dei Dottori dell’Ambrosiana, invitato dalla Zhejiang University di Hangzhou, con il sostegno dell’Associazione della Provincia del Zhejiang per gli scambi culturali internazionali, nei mesi di aprile-maggio 2005 vi ha tenuto un Seminario sui Rapporti culturali e religiosi tra Italia e Cina presso il Centro di ricerca per gli scambi interculturali, diretto dal Professor Chen Cunfu. Hanno partecipato al Seminario una ventina di dottori, ricercatori e studiosi, provenienti anche da altre città ed università. Gli argomenti proposti riguardavano sia i tesori artistici custoditi all’Ambrosiana, sia soprattutto l’epoca di Matteo Ricci e il suo contributo al dialogo interculturale e interreligioso, e la sua attualità per il mondo contemporaneo. 
Uno dei frutti di queste relazioni sinico-ambrosiane è stato ovviamente lo scambio di pubblicazioni, con il conseguente incremento della raccolta di testi cinesi religiosi contemporanei in Ambrosiana. L’Institute of Sino-Christian Studies di Hong Kong (www.iscs.org.hk) ha donato un centinaio di volumi, comprendenti quasi tutte le opere della sua collezione Chinese Academic Library of Christian Thought, iniziata a metà degli anni Novanta. La collezione comprende saggi storici, una Serie Antica, una Antica e Medievale, una Moderna, una di monografie e una di traduzioni chiamata Logos & Pneuma, con l’omonima rivista di teologia contemporanea Logos & Pneuma. Chinese Journal of Theology (1/1994-). Citiamo, tra le opere di epoca patristica greche e latine tradotte in cinese, il De Civitate Dei di S. Agostino e il De Principiis di Origene. Tra i moderni e contemporanei figurano traduzioni in cinese da Kirkegaard, Barth, Bonhöffer, Pelikan, Levinas, Moltmann, Küng. Oltre a questo gruppo di opere, particolarmente significative sono quelle, entrate di recente all’Ambrosiana, riguardanti la legislazione tibetana e la filosofia greca,3. quest’ultima oggetto di approfonditi studi da parte di un gruppo di esperti presso la Università Zhejiang di Hangzhou. Numerose sono anche altre traduzioni di testi fondamentali, promosse in questi anni dall’Accademia Cinese di Scienze Sociali di Pechino sotto la direzione del professor Zhuo Xinping, come Einführung in das Christentum (München 19888) di J. Ratzinger – oggi papa Benedetto XVI – pubblicato nel 2003 a Shanghai con il titolo di Jidujiao Daolun. La prospettiva di rinnovamento che simili lavori aprono nel panorama culturale cinese è così illustrata dal professor He Guanhu della Università Renmin di Pechino nel suo saggio Presente e futuro della ‘Teologia cristiana in cinese’ nel mondo accademico della Cina continentale: “Dovremmo contribuire alla realizzazione del carattere pubblico della teologia, non solo per le scienze umane, ma anche per la cultura sociale cinese”, nella quale “le relazioni fra sviluppo economico e mercato, giustizia e dibattito ecologico, stabilità politica, ruolo della legge, giustizia e diritti umani, sicurezza nazionale e autonomie locali, armonia culturale e pluralità culturale, sono temi di primario rilievo”.4. Queste considerazioni si possono estendere anche ad altri ambiti, come nel caso del confronto tra Islam e Occidente, dove l’ombra tragica del terrore alimenta incomprensioni e violenze, mentre anche in questo caso l’impegno a camminare insieme su percorsi nei quali si incontrino in armonia e reciproco rispetto le esigenze della cultura e dei diritti umani, della spiritualità e delle urgenze sociali di giustizia, potrà costituire una sfida e un appello di pace senza confini. 

MONDO CINESE N. 124, LUGLIO-SETTEMBRE 2005

Note

1 M. Fontana, Matteo Ricci. Un gesuita alla corte dei Ming, Milano 2005.
2 Zhou Jiaxiang, Ancient Chinese Books in the Biblioteca Nazionale Braidense of Milan, in “Aevum”, 77 (2003), pp. 637-71; P. F. Fumagalli, Sinica Federiciana: il Fondo antico dell’Ambrosiana, in “Aevum”, 78 (2004), pp. 725-771.
3 Qing zhao zhi Cang dian zhang yanjiu [Ricerche sui Decreti e Norme del Tibet  durante la dinastia Qing], a cura di Zhang Yuxin, Centro studi sino-tibetani, Pechino 2002, voll. 3; Xila zhexue shi [Storia della filosofia greca], a cura di Chen Cunfu,  Fan Mingsheng, Wang Zisong, Yao Jiehou, voll. 3 (il 4° in preparazione), Pechino 1988-2003.
4 He Guanghu, The Present and Prospect of “Christian Theology in Chinese” in the Academic Community in Mainland China, in “Institute of Sino-Christian Studies  News”, 1/2004, p. 2.

 

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