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RAPPORTI

World Conference on Sinology 2007
( Pechino, 26 - 28 Marzo 2007)

di Elisa GIUNIPERO

L’Università del Popolo (Zhongguo Renmin Daxue) ha ospitato, negli ultimi giorni di marzo, un’imponente conferenza, la World Conference on Sinology 2007 (Shijie Hanxue Dahui 2007), che ha avuto per tema “Dialogue between Civilizations and a Harmonious World” (Wenming duihua yu hexie shijie)1.

L’evidente richiamo di questo titolo all’attuale slogan politico della “società armoniosa”2<è spia di un interesse crescente del governo per iniziative di questo tipo, con le quali si intende dare un’immagine di apertura agli studiosi stranieri. Infatti, dalla prospettiva in cui si erano inizialmente mossi i professori dell’Università del Popolo, di un convegno di studi che promuovesse un rigoroso confronto scientifico tra accademici di vari paesi, si è passati ad un grande evento con una chiara impronta politica, testimoniata soprattutto dagli interventi alla cerimonia inaugurale di Chen Zhili, membro del Consiglio degli Affari di Stato e del Ministro dell’educazione, Zhou Ji, nonché dall’intervento alla cerimonia conclusiva di Xu Jialu, Vice presidente del Comitato permanente della Assemblea nazionale del popolo.

I principali organi di stampa ufficiali naturalmente hanno voluto presentare l’evento come la prima conferenza di questo genere organizzata nella Repubblica popolare cinese ed è stata annunciata la decisione di realizzare un’iniziativa analoga ogni due anni3.

Un notevole impegno economico è stato profuso per rendere possibile l’accoglienza di oltre 60 partecipanti stranieri e oltre 100 partecipanti cinesi. Erano rappresentati ben 20 paesi del mondo, nonché molte delle principali università e istituzioni culturali della Rpc, di Hongkong, di Macao e di Taiwan.

Due gli enti promotori della conferenza: l’Università del Popolo, in particolare la School of Liberal Arts (Wenxue yuan), e lo Hanban (Zhongguo Guojia Hanban, The Office of Chinese Language Council International) cioè l’ufficio attualmente preposto alla promozione dello studio della lingua cinese nel mondo e alla creazione degli Istituti Confucio.

Un docente dell’Università del Popolo, Yang Huilin, che è anche direttore dell’Institute of the Study of Christian Culture e responsabile del Journal for the study of Christian Culture, è stato in buona misura l’ideatore della conferenza. Egli già da anni è molto attivo nel promuovere ricerche sul cristianesimo all’interno dell’Università del Popolo che tradizionalmente non ha un dipartimento di studi sulle religioni. Non a caso dunque la World Conference on Sinology 2007 ha visto una notevole quantità di interventi, gran parte dei quali proposti da studiosi cinesi, sia sull’apporto dei missionari cristiani alla sinologia sia sul ruolo e l’importanza delle religioni nello sviluppo delle diverse civiltà. Ciò appare rilevante in una fase in cui la leadership politica cinese ha iniziato a dichiarare ufficialmente che il contributo delle religioni è importante e positivo per la costruzione di quella “società armoniosa” che, come abbiamo ricordato, è diventata lo slogan dell’attuale propaganda politica. A questo proposito, è significativo che, per la prima volta, alla sessione inaugurale di un’iniziativa del genere al tavolo dei relatori si trovassero alcuni sacerdoti cattolici stranieri. Tra gli interventi principali della prima giornata dei lavori, figuravano infatti quello del gesuita statunitense John Witek, della Georgetown University, e quello del sacerdote verbita Wilhelm Müller, del Monumenta Serica Institute.

La conferenza si è articolata in tre giornate: il 26 marzo, alla sessione plenaria di apertura dei lavori sono intervenuti, oltre ai già ricordati politici, il Rettore dell’Università del Popolo, Ji Baocheng, e l’Ambasciatore francese Hervé Ladsous. La giornata è proseguita con cinque brevi sessioni su aree tematiche molto vaste, riprese dai gruppi di lavoro del giorno successivo. Gli argomenti spaziavano dai cambiamenti dell’immagine della Cina nella ricerca sinologica alla sinologia come dialogo tra le civiltà, o ancora da interpretazioni e influenze della cultura cinese tradizionale alla storia della sinologia; anche la promozione internazionale della lingua cinese e la comunicazione tra le culture figuravano tra le aree tematiche affrontate.

A conclusione dei lavori della giornata si è svolta una tavola rotonda sulla letteratura cinese nel XX secolo, durante la quale soprattutto Wolfgang Kubin, dell’Università di Bonn, ha esposto una riflessione critica sui problemi legati alla considerazione e comprensione che gli studiosi cinesi hanno della letteratura cinese  contemporanea. Per inciso va segnalato che, proprio nei giorni successivi alla conferenza, Kubin è stato al centro di una polemica relativa ad alcuni suoi precedenti giudizi, particolarmente negativi, su buona parte della letteratura cinese contemporanea4.

La seconda giornata è stata occupata da gruppi di lavoro e discussione svolti in parallelo, con un numero relativamente limitato di partecipanti, e suddivisi nelle cinque aree tematiche della conferenza. Gli interventi riguardavano temi e discipline talmente differenziati da rendere pressoché impossibile tentarne una sintesi. Sono state infatti proposte relazioni di storia religiosa, teologia, linguistica, letteratura, sociologia, filosofia, storia e altro ancora.

Nella seconda parte del pomeriggio, una sessione plenaria dal titolo “Istituzioni per gli studi cinesi e ricerca sinologica” ha visto l’intervento di otto sinologi, provenienti da altrettanti paesi, tra cui, per l’Italia, Paolo Santangelo, dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli.

Hanno concluso i lavori della giornata i discorsi del Rettore Ji Baocheng, del già ricordato Xu Jialu, Vice presidente del Comitato permanente della Assemblea nazionale del popolo e della Direttrice dello Hanban, Xu Lin; quest’ultima, durante una conferenza stampa nei giorni precedenti, aveva dichiarato ufficialmente che gli Istituti Confucio nel mondo saranno 200 entro la fine del 20075.

L’ultimo giorno della conferenza prevedeva due tavole rotonde dedicate a tematiche tanto diverse quanto impegnative: la prima riguardava i documenti nestoriani e le nuove scoperte archeologiche mentre la seconda la discussione sulla definizione del significato del termine sinologia.

Un articolo apparso sul sito dell’agenzia Xinhua sotto il titolo “Sinologists criticize lack of serious Chinese studies”, riporta brevemente i pareri di alcuni partecipanti, dai quali emerge, a fronte di un numero sempre maggiore di persone che, nel mondo, studiano la lingua e la cultura cinesi, l’urgenza di superare immagini semplificate e stereotipate ma anche l’esigenza di approfondire gli studi relativi alla Cina moderna6 .

La World Conference on Sinology 2007 ha rappresentato un’occasione allargata di incontro e conoscenza tra studiosi cinesi e stranieri, tra sinologi giovani e meno giovani, delle più varie provenienze. Essa ha voluto dare un chiaro segnale della nuova e crescente volontà degli accademici cinesi di discutere di sinologia con i colleghi occidentali su un piano di parità scientifica.

MONDO CINESE N. 131 APRILE - GIUGNO 2007

Note

1  Le immagini e i testi in lingua cinese relativi alla conferenza sono disponibili online alla pagina: http://www.sinology2007.com/sjhxdh/index.asp  .
2 Si veda Marina Miranda, “Il 6° Plenum del Pcc tra lotte di potere e ‘armonia’ confuciana”,
Mondo Cinese, n. 129, ottobre-dicembre 2006, pp. 5-18. . 
3 Si vedano, ad esempio:
Beijing to host World Conference on Sinology, Xinhuanet, 22 marzo 2007, http://news.xinhuanet.com/english/2007-03/20/content_5870234.htm >  e “World Conference on Sinology opens in Beijing”, People’s Daily online, 27 marzo 2007, <http://english.people.com.cn/200703/27/eng20070327_361485.html  oppure “Shijie hanxue dahui zai Jing kaimu” (Si apre a Pechino la Conferenza mondiale di sinologia), Renmin Ribao, 27 marzo 2007, p. 4.  .
4 Il
China Daily, all’inizio di aprile, ha dedicato a tale polemica alcuni articoli. Si veda China Daily, versione online, alle pagine: http://www.chinadaily.com.cn/cndy/2007-04/10/content_846626.htm,  http://www.chinadaily.com.cn/cndy/ 2007-04/10/content_846625.htm . 
5 “Number of Confucius Institutes to reach 200 in 2007”,
People’s Daily online, 22 marzo 2007, http://english.people.com.cn/200703/22/eng20070322_359963.html  .
6 “Sinologists criticize lack of serious Chinese studies”,
Xinhuanet, 28 marzo 2007, http://news.xinhuanet.com/english/2007-03/28/content_5908996.htm .

 

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