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GLI ULTIMI GIORNI DI PECHINO
Un avventuroso viaggio nella Cina dei Boxer

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Autore Pierre Loti
Editore Franco Muzzio, Padova
Prima edizione Maggio 1997
Pagine 248
Traduzione (dal francese) di Marco Bevilacqua
Titolo originale Les derniers jours de Pékin

Nel settembre del 1900, Pierre Loti, ufficiale a bordo del Redoutable, giunge a Pechino per partecipare alla grande spedizione punitiva che sette potenze europee alleate (tra cui l’Italia, la Francia e l’Inghilterra) hanno allestito contro i Boxer (società segreta patriottica cinese che tentò la rivolta contro i colonialisti inglesi).
Arrivato dopo una trionfale sfilata attraverso l’inviolabile Cina proibita, passa la notte in uno dei letti dell’imperatrice in fuga e usa come coperte i suoi vestiti dorati. Tra le rovine ancora fumanti di Pechino, il racconto della spedizione militare offre a Loti il pretesto per descrivere la vita, i costumi, l’architettura e l’ambiente naturale della Cina d’inizio secolo. L’autore riporta alla luce, con stile incalzante e riccamente descrittivo, le tracce del combattimento disperato sostenuto durante 55 giorni dagli ambasciatori occidentali, dal loro personale e dalle loro famiglie, assediati da 6.000 Boxer armati di cannoni e di esplosivi. Un tragico affresco dell’episodio che forse più di altri caratterizzò gli ultimi anni del colonialismo.

Pierre Loti (pseudonimo di Julien Viaud) nacque a Rochefort-sur-mer nel 1850. L’amore per i viaggi gli fece scegliere già all’età di 17 anni la carriera nella Marina francese che lo portò a visitare numerosi paesi, favolosi per l’epoca: India, Marocco, Cina (in occasione della guerra dei “Boxers”), Egitto, Turchia, Oceania. Giappone, Senegal, persino l’Isola di Pasqua. Dopo ogni viaggio, le avventure vissute, gli esotici amori intrapresi e poi abbandonati com’è nella vita dei marinai, i suggestivi luoghi visitati e soprattutto la sua personale sensibilità disincantata e malinconica, fornirono l’ispirazione e la materia dei suoi innumerevoli libri (circa 40 volumi)., tra i quali i più importanti, oltre a La Signora Crisantemo, furono Al Marocco, Aziyadé, ambientato a Istanbul, Il matrimonio di Loti, ambientato a Tahiti, Ramutcho, nei Paesi baschi, Gli ultimi giorni di Pechino, Pescatori d’Islanda, considerato il suo capolavoro, ambientato in Bretagna, Il libro della pietà e della morte e Diario intimo, 1878-81, pubblicato postumo.
In virtù di questa produzione letteraria e del successo di critica e di pubblico raggiunto, nel 1891 fu ammesso all’Académie Française.
Morì a Hendaye nel 1923.

 

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