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HUANGMEN
Breve storia degli eunuchi

Huangmen, "Porta del Palazzo" , era un’espressione comune per indicare gli eunuchi perché era proprio nella corte imperiale che comunemente prestavano servizio: erano incaricati di affari che riguardavano la persona dell’imperatore e quelle dei vari membri della famiglia imperiale. All’interno della corte, gli eunuchi a servizio nel palazzo dell’imperatore si chiamavano appunto "eunuchi dell’imperatore", mentre quelli dell’imperatrice si chiamavano "piccoli eunuchi".

Le prime notizie sugli eunuchi risalgono al 535 a.C., anche se fu solo a partire dall’epoca Han che questi servitori cominciarono a rivestire un ruolo politico importante: nelle prime fasi dello sviluppo della burocrazia, infatti, era quasi naturale che i governatori o i viceré delle province cercassero di rendere i loro uffici ereditari, fondando grandi casati feudali (proprio come in Europa nel caso dei conti carolingi). Per questo motivo si pensò di inserire al centro dell’organizzazione statale persone la cui lealtà fosse indiscutibile, gli eunuchi appunto, visto che di fatto non potevano fondare alcuna casata.
Fu così che, sempre a contatto con gli imperatori, al corrente di tutti gli intrighi di palazzo, gli eunuchi - servi insinuanti, abili, duttili e devoti - acquistarono un’influenza determinante e spesso vennero conferiti loro incarichi importanti sia a corte che nell’esercito.

In ogni modo, fu sotto i Ming che ebbe grande sviluppo il costume di affidare agli eunuchi gli alti gradi amministrativi.

Infatti anche se il fondatore della dinastia, Hongwu (1368-98), un contadino che provava per le classi letterate una diffidenza istintiva che lo spinse a controllare rigidamente governo e amministratori, aveva vietato agli eunuchi di imparare a leggere e previsto la pena di morte nel caso in cui si fossero immischiati nella politica, solo mezzo secolo più tardi, gli eunuchi controllavano praticamente tutta l’amministrazione diventando a volte i veri padroni dello Stato, in lotta o d’accordo con i clan delle imperatrici, ma sempre contro i mandarini di cui erano nemici naturali (in certe epoche riuscirono a estendere a danno del mandarinato tutta una rete spionistica, una vera polizia segreta).

Bisogna ricordare che nell’aspro conflitto mandarini-eunuchi, il disprezzo sociale per gli evirati si aggiungeva alle rivalità regionali, perché i migliori amministratori, dalla dinastia Tang in poi, venivano soprattutto dalle regioni meridionali, e gli eunuchi invece dal nord.

Ma chi erano e come si diventava eunuchi?
La maggioranza degli eunuchi era composta da ragazzi che i genitori avevano fatto castrare in giovane età per presentarli a Palazzo, anche se non erano pochi gli adulti che si erano fatti mutilare di loro propria iniziativa. Un eunuco, infatti, poteva essere sicuro di ottenere un posto facile e lucroso al Palazzo imperiale o in una casa di nobili.
L’operazione che si eseguiva sui giovani eunuchi era piuttosto rudimentale, perché con un solo colpo di coltello ben affilato si asportava loro allo stesso tempo il pene e lo scroto. Quindi si dichiarava il nome del giovane castrato al governo distrettuale e si aspettavano gli ufficiali della corte imperiale che venivano a fare il controllo e il reclutamento.

Nel periodo delle dinastie Ming e Qing, non solamente si era istituito l’organo particolare apposito nella corte imperiale, ma esistevano anche le persone che esercitavano il monopolio dell’incarico.

Nel 1902, J.J. Matignon, che praticò per molti anni la professione medica a Beijing, pubblicò un testo basandosi su osservazioni reali dal titolo Superstition, crime et misère en Chine, e nel capitolo Les Eunuques du Palais Impérial de Pékin descrive dettagliatamente l’operazione così come era regolarmente eseguita intorno al 1890 da un esperto che abitava nei pressi della Porta del Palazzo e la cui professione era ereditaria. Per il suo intervento egli richiedeva un alto compenso, che poteva essere pagato a rate successivamente, quando le persone operate avevano ottenuto una carica a Palazzo.

Vi è ogni ragione di credere che il metodo usato in epoche precedenti (come pure in quelle successive) non differisse molto da quello descritto nel testo di Matignon, il quale afferma che gli esiti fatali erano piuttosto rari, in quanto la percentuale delle persone che morivano in seguito all’operazione si aggirava intorno al 3-6 %, precisando, però, che numerosi eunuchi soffrivano di incontinenza cronica della vescica e di altre malattie.
Certo non tutti potevano permettersi un’operazione "regolare" e così molte volte erano gli stessi genitori che si adoperavano come chirurghi.

Nel 1994, il giovane scrittore cinese Jia Yinhua ha pubblicato Storie segrete di eunuchi dell’ultima dinastia, biografia dell’eunuco Sun Yaoting.
Nato il 29 dicembre 1902 da una famiglia contadina del villaggio Xishuangtang, nel distretto di Jinghai a Tianjin, Sun Yaoting (il cui nome infantile era Liu Jin) venne evirato dal padre all’età di otto anni. Questo è il resoconto di quanto successe:

Il giorno dell’evirazione il piccolo Liu Jin, spogliato dei pantaloni, stava disteso sul Kang caldo(un letto di mattoni in uso nel nord della Cina sotto il quale d’inverno veniva acceso il fuoco per confortare il dormiente), tranquillamente. Suo padre con la fronte madida di sudore gli legò strettamente gambe e braccia. Quindi prese un rasoio dal lungo manico, gli toccò la parte radicale tra le gambe, poi strinse il pene e lo scroto del bambino prima di tagliarlo. Il sangue sprizzava dalla parte interna delle gambe colando così sulla carta bianca posta sul letto...
Liu Jin non ebbe il tempo di gridare: dopo una convulsione improvvisa di tutto il corpo cadde in deliquio.
La porta si aprì improvvisamente: lo zio paterno era ritornato urgentemente dal villaggio Nanliumu per raccontare il modo di curare il ferito. In fretta mise una pentola sul fuoco e versò olio di sesamo e noci moscate. Quando le noci moscate erano bruciate, le vagliava e freddava l’olio di sesamo. Immerse quindi alcuni pezzi carta fatti con bambù nell’olio, e poi li applicò sulla parte ferita. Ogni tanto li cambiava. Il sudore bagnava i vestiti del padre che, frenando a stento le lacrime, curava il figlio con l’aiuto del fratello.
Subito dopo l’evirazione inserirono un tubicino (di solito si usava una penna d’oca perché il diametro è più grosso) all’ingresso uretrale avente la funzione di catetere. Operazione questa necessaria perché altrimenti il paziente non avrebbe più potuto urinare e avrebbe dovuto subire una seconda incisione.
Il membro virile di Liu Jin venne messo nell’olio di sesamo con le noci moscate, quindi avvolto con una carta oleosa e posto in un nuovo sheng (un recipiente di misura del riso). Infine si sollevò il pacco di carta oleosa con una corda: il significato era di alzarsi in alto.
Qualche anno dopo l’evirazione, Sun Yaoting entrò nella corte imperiale. Quando però Pu Yi, l’imperatore Xuantong, fu costretto ad abdicare, Sun divenne, in un primo momento, un eunuco della corte familiare del settimo zio dell’imperatore.

A proposito dell’evirazione in un libro di corte è scritto:

"I ragazzi di 14-15 anni che volessero farsi castrare devono prendere liquore fino diventare ubriachi e dormire profondamente. Si legano poi a un banco che è stato messo in una vasca di calce, si applica olio medicinale anestetico sulla parte privata, poi si fa l’asportazione. È un po’ difficile incidere la parte inferiore del pene e i testicoli perché vicino si trovano molti nervi. Si deve togliere la spugna dal pene e stringere i due canali del pene con la pinza perché se rientrano all’interno del corpo si muore; uno è quello dell’urina, l’altro è il canale deferente. Si mette all’interno del corpo quest’ultimo, si taglia anche il canale urinario, poi si mette l’emostatico. Dopo l’incisione, può non formarsi subito una crosta, al minimo deve passare un centinaio di giorni. Durante il periodo di guarigione si deve cambiare la pomata fatta in particolare di cera bianca, olio di sesamo, polvere di noce moscate mescolati in una carta. Quando non c’è pus, la carne della piaga ricresce pian piano…"

Viene anche descritto un altro modo di conservazione del pene e dello scroto:
"…si mette in una scatola con calce per asciugare l’acqua e il sangue e impedire la corruzione; poi si pulisce con un pezzo di stoffa bagnata, s'immerge nell’olio di sesamo finché non è penetrato tutto, si mette in una scatola di legno e poi si avvolge la scatola con seta: il tutto si deve mettere sulla trave del Tempio familiare a una certa data..."

Tra gli eunuchi di corte inoltre si raccontava che: "L’uomo castrato è debole di energia maschile, non sopporta il freddo. Se persiste nel lavarsi i piedi con acqua calda prima di andare a letto e poi frega il cuore delle piante, può rafforzare la circolazione del sangue e l’energia maschile".

Fare il servizio per il padrone — professionalmente a palazzo si diceva: "servo superiore" — consisteva nel fare attenzione alla salute. Non solamente dovevano tagliarsi le unghie, neppure doveva restare un po’ di nero, inoltre dovevano fare la doccia e cambiarsi la biancheria sovente perché la cosa più importante era che non si doveva avere un odore sgradevole.
E poiché, come già detto, a causa dei loro problemi fisiologici, gli eunuchi erano affetti da incontinenza, se per alcuni giorni non facevano il bagno, emanavano un odore acre d’urina. Quindi per evitare questo inconveniente facevano spesso la doccia e compravano profumi e creme, così che anche da lontano si potesse sentire il profumo.

Ma se durante la dinastia Ming nei Palazzi esistevano i bagni, nella dinastia Qing furono trasferiti all’esterno. Gli eunuchi pertanto, per lavarsi ed evitare il cattivo odore, potevano recarsi nei bagni gestiti dal capo degli eunuchi del palazzo dell’imperatrice Yu e che erano situati a nord della Via Beichang. Questi bagni servivano solo per gli eunuchi e alla popolazione comune non era consentito l’accesso. Qui gli eunuchi venivano chiamati signori e non con il dispregiativo "nonni" come si faceva fuori dai Palazzi. Inoltre, quelli che facevano il lavoro di pulizia e cura del corpo erano tutti eunuchi, così quando si spogliavano nessuno poteva ridere di loro perché erano tutti uguali. In alternativa ci si poteva recare nei locali situati a nord della Via Shatan, dove c’erano grandi vasche in cui ci si lavava tutti insieme, cui poteva, però, accedere anche la popolazione normale oppure, spendendo di più, si poteva scegliere una vasca singola ed evitare così di essere preso in giro.

A volte gli eunuchi giovani ricevevano strane attenzioni: i loro corpi nudi e bianchi attiravano gli sguardi lascivi degli eunuchi anziani. Alcuni giovani divennero accompagnatori degli anziani e la parola "maestro" assunse un significato nuovo, osceno.

I disturbi cronici di cui erano affetti, accompagnati spesso da un senso di inferiorità fisica, spiegano in parte il peculiare carattere degli eunuchi, quale lo conosciamo dalla storia e dalla letteratura cinesi. Essi di regola erano altezzosi e, per natura, estremamente diffidenti, suscettibili e facili a sbalzi d’umore. Erano per lo più dediti ai piaceri della vita, e molti erano famosi per la loro golosità, anche se non sembra che fossero grandi bevitori. Una piccola divinità chiamata anche "Erwuyan", protettore degli eunuchi e dei servi, era il dio più venerato dagli eunuchi. Il 2 e il 16 di ogni mese, si andava sulla collina artificiale Duixiu per esprimere il proprio rispetto al dio. Durante il giorno del sacrificio, gli eunuchi andavano a turno a inginocchiarsi davanti al dio portando incensi ed offerte, perché chi lo venerava di tutto cuore, avrebbe ricevuto la fortuna.
Ma la loro invalidità era compensata da molti vantaggi, e si direbbe che nell’insieme essi accettassero la loro sorte con una certa filosofia.

Dopo un periodo più o meno lungo di "apprendistato" agli eunuchi veniva affidato un nome. Da quel momento diventavano eunuchi ufficiali e prendevano il salario ufficiale.
Nella sola corte di Duan Kang (concubina dell’imperatore Guangxu) vivevano 121 eunuchi ufficiali alle dipendenze di 13 capi eunuchi, mentre nella corte Jianfu, durante il "regno" di Pu Yi, gli eunuchi presenti erano oltre mille.

Non si sa con esattezza da quale generazione gli eunuchi abbiano iniziato ad ereditare i nomi. Certo è che anche dopo morti i loro nomi rimanevano inseriti allo stesso posto nel registro ufficiale. Per impedire che il capo degli eunuchi continuasse a prendere da solo il salario degli eunuchi morti, il governo decise che bisognava informare anche i padroni: ma si ottenne così che anche imperatrice e concubine divennero complici del capo degli eunuchi. Anzi, nel periodo finale della dinastia Qing dividersi i soldi necessari all’acquisto del nome era diventato un affare comune.

Questi servitori costituivano un gruppo compatto e organizzato, i cui membri si aiutavano fra loro e favorivano i reciproci interessi.

Una volta insediati nelle loro cariche, gli eunuchi prendevano solitamente una moglie che si curasse di loro e adottavano dei figli per perpetuare la discendenza.
Il matrimonio tra un eunuco e una damigella era molto comune. Era il segreto di pulcinella nella corte imperiale durante la dinastia Ming, e una moda nell’ultimo periodo della dinastia Qing.
Questo capitava per molte ragioni; non avendo il problema del vitto, per esempio, il famoso eunuco Zhang Xiaode, prese alcune mogli a Tianjin dopo l’uscita dalla corte, allo scopo di sfogare la propria frustrazione sessuale. Nonostante la mutilazione degli organi genitali, persisteva il desiderio sessuale, specialmente negli eunuchi della terza età, forse più forte rispetto alle persone normali.
Anche se per alcuni eunuchi, generalmente disprezzati dagli altri, sposarsi era solamente un mezzo per dimostrare la propria ricchezza e un modo per trovare conforto e fuggire dalle frustrazioni sessuali, per la maggior parte di loro il matrimonio serviva solamente ad avere una vita stabile, sotto forma di una famiglia, per ripagare la sofferenza delle varie umiliazioni subite a corte.
Gli eunuchi della corte volevano tre cose, se avevano soldi: comprare una casa, sposarsi o prendere una concubina fuori della corte, e adottare il figlio di qualcuno per avere un erede. Infatti, il credo confuciano "Esistono tre mancanze all’ubbidienza verso i genitori e quella di non avere eredi è la più grave" era molto sentito fra gli eunuchi.

Esisteva anche un tipo di matrimonio denominato dagli eunuchi "la coppia che cerca fortuna nel matrimonio". All’inizio della carriera, gli eunuchi molto belli e giovani, avevano molto tempo per curare il proprio aspetto, i loro abiti erano molto sontuosi, di conseguenza era facile per loro conquistare l’amore di una fanciulla senza esperienza della vita che si rendeva conto dell’errore quando ormai era troppo tardi. Di solito le conseguenze erano terribili.

Esisteva un tipo d'eunuco sconosciuto al mondo, costituito per la maggior parte da vecchi che subivano i maltrattamenti del padrone e del capo degli eunuchi nella corte. Questi, dopo l’uscita dalla corte si prendevano una giovane moglie o una concubina. Ancora una volta le conseguenze erano tragiche, perché ritorcevano le pene crudeli subite durante la vita di corte sulla moglie o la concubina, come risultato della metamorfosi del maltrattamento sessuale.
Per questi motivi era molto diffuso il detto nella vecchia Beijing: "Se vuoi provare un dolore mai patito, sposa un eunuco".
Si può affermare che agli occhi di alcune persone l’eunuco era e rimane il simbolo del maltrattamento sessuale.

Gli eunuchi che, dopo l’uscita dalla corte imperiale, volevano entrare in un monastero, dovevano pagare cento yuan prima di lasciare la corte, altrimenti non avrebbero potuto varcarne la soglia. Dopo l’uscita dalla corte dovevano servire quattro anni gratuitamente, dopodiché, se non si erano compiute azioni che violavano la disciplina, venivano accettati ufficialmente.
Gli eunuchi del monastero si dividevano in ricchi e poveri. Quelli ricchi potevano vivere nel monastero insieme alla moglie, come pure ai parenti delle tre generazioni.

Nel corso dei secoli gli eunuchi hanno rappresentato all’interno del Palazzo un nucleo compatto che ha sempre avuto un ruolo di primo piano in ogni politica di corte, e la loro influenza fu troppo spesso deleteria per la politica e l’economia cinese. Non va però dimenticato che ci furono anche alcuni singoli eunuchi che si adoperarono per il bene pubblico e altri che si dimostrarono abili condottieri come l’ammiraglio eunuco Cheng He, chiamato Sanbao taijian, il Grande Eunuco dai Tre Gioielli, il quale non solo diede lustro alla dinastia Ming ma è anche, come afferma Foccardi nel suo Viaggiatori del Regno di Mezzo, uno dei quattro o cinque ammiragli nella storia dell’umanità che contribuirono ad allargare l’orizzonte delle conoscenze umane.

Infine, come è stato giustamente osservato, il fatto stesso che la storia sia stata quasi sempre scritta dai loro nemici e che non si sia mai parlato di coloro che servirono lealmente lo stato (ad esempio, si fece sparire sia dagli archivi di corte che da quelli della marina imperiale ogni traccia dei memoriali scritti da Cheng He), dovrebbe attenuare la cupa visione delle loro attività comuni a tutti gli storici ufficiali.

Patrizia Berzuini

Frammenti d'Oriente, dicembre 1999

 

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