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Guomindang - GMD
(Wade Giles: Kuomintang - KMT)

Sommario - I. Fondazione - II. Caratteristiche - III. Collaborazione Gmd-Pcc - IV. Sotto la guida di Jiang Jieshi.

I. FONDAZIONE

Partito nazionalista cinese o Zhongguo Guomindang è propriamente il nome dato al "partito rivoluzionario cinese" nel 1919. Viene a volte chiamato "nuovo" Guomindang (Gmd) per distinguerlo da un primo Guomindang (Gmd) formato nel 1912. Il "nuovo" Gmd fu il protagonista della riunificazione della Cina nel 1926-'27, il partito unico al governo della Repubblica cinese nel 1927-'49, e l'avversario del Pcc nella lotta politico-militare del 1946-'49. Uscito perdente, i suoi principali esponenti si rifugiarono a Taiwan, dove hanno conservato fino al 1991 il potere nel governo dell'isola, considerandosi gli unici legittimi rappresentanti di tutta la Cina.

Il primo o "vecchio" Gmd venne formato nell'agosto 1912, a pochi mesi dalla fondazione della Repubblica cinese, attraverso la fusione tra la lega Tongmenghui, il Partito repubblicano unitario, e altre formazioni politiche minori. La lega rivoluzionaria Tongmenghui era nata a sua volta (nel 1905) dall'accordo di vari movimenti rivoluzionari, i cui capi si trovavano a Tokyo, esuli dopo tentativi insurrezionali falliti: Sun Yatsen, Huang Xing, Song Jiaoren e altri intellettuali antimonarchici.

Sun Yatsen in particolare si era fatto un nome con la sua Società rivoluzionaria Xingzhonghui (che confluì nel Tongmenghui) da lui fondata nel 1894 a Honolulu. Attraverso la Xingzhonghui, Sun Yatsen aveva organizzato a Canton (nel 1895) e a Waizhou (nel 1900) attentati antimonarchici, che lo avevano messo in mostra. Soprattutto era diventato il campione della rivoluzione democratica, grazie alla crociata che conduceva da oltre un decennio tra gli emigranti cinesi nel sud-est asiatico, nelle Hawaii, negli Stati Uniti e in Europa.

Il Gmd del 1912 ebbe un breve momento di successo nel parlamento della giovane Repubblica cinese; ma a indebolirlo presto contribuirono la generale involuzione militarista della politica in Cina e i dissensi interni. Il generale Yuan Shikai, che si era fatto strada nel vuoto di potere lasciato dalla caduta della monarchia, meditava di far rivivere l'impero fondando egli stesso una nuova dinastia. Il Gmd era l'ostacolo maggiore alle sue ambizioni. Song Jiaoren, l'esponente del Gmd che credeva maggiormente nella pratica democratica, gli organizzò contro una vigorosa opposizione parlamentare; ma Song venne assassinato il 30 marzo 1913 e dopo la sua morte il Gmd perse di consistenza e di vigore, benché restasse la formazione politica cinese meno sconnessa.

Sun Yatsen è orientato invece verso la creazione di una forza politica egemone. Nel 1914 a Tokyo "riorganizza" il Gmd, formando al suo interno un "Partito rivoluzionario" semiclandestino, caratterizzato da una stretta disciplina interna. Alcune sezioni del Gmd si rifiutano di accettare la riorganizzazione, e continuano a impiegare il nome "Gmd" , che in realtà diventa più utile anche per le sezioni tra i cinesi emigrati, e per le attività "aperte" del Partito rivoluzionario all'interno della Cina.

Nell'interesse comune, un compromesso tra le correnti permette la riunificazione; e così nasce il 10 ottobre 1919 il Partito nazionalista cinese (Zhongguo Guomindang) che assorbe anche il Partito rivoluzionario.

II. CARATTERISTICHE

Nell'intenzione di Sun Yatsen, il partito rinnovato doveva essere una fucina di dirigenti, capaci di modernizzare la Cina, e allo stesso tempo il nucleo di una oligarchia di potere bene organizzato e capace di imporsi, in modo da accattivarsi il consenso popolare per esercitare quella "tutela politico-morale" che a giudizio di Sun doveva essere la prima fase essenziale della modernizzazione cinese. Sun Yatsen voleva che il Gmd diventasse un mandarinato del popolo, dal popolo e per il popolo, secondo quanto prevedeva la sua dottrina dei "Tre principi del popolo" (San Min Zhuyi).

Doveva quindi differire dal vecchio mandarinato imperiale, che riproduceva in parte, su di un punto capitale: il diritto al potere non doveva cioè venirgli dall'investitura dall'alto, ma in forza di un mandato popolare. Tale mandato sarebbe stato per il momento più una commissione ideale che una scelta "elettorale" della base popolare. In nome del popolo, il Gmd avrebbe preso il potere, rovesciando i vari "signori della guerra" che si erano spartiti la Cina, per procedere poi a un programma di democratizzazione congiunta alla modernizzazione.

Nel saggio "Strategia rivoluzionaria" (Geming Fanglüe) composto a Shanghai tra il 1912 e il 1929, Sun divideva la sua rivoluzione in tre fasi: conquista militare, tutela politica, governo costituzionale. Questa sua concezione si trovò rafforzata dal successo della rivoluzione sovietica, e si operò in lui anche un nuovo sviluppo nei concetti fondamentali dei "Tre Principi del Popolo", che formano la quintessenza del suo pensiero politico e l'ispirazione ideologica del Gmd.

I Tre Principi hanno una storia che appartiene all'essenza stessa del Gmd. Quando Sun Yatsen fondò nel 1894 la Società Xingzhonghui aveva in mente solo due zhuyi o principi: minzu zhuyi (nazionalismo) e minquan zhuyi (democrazia o più propriamente "diritti del popolo"). Dopo il suo viaggio in Europa (dove venne sequestrato dall'ambasciata cinese imperiale a Londra nel 1909) Sun completò la triade con il principio minsheng zhuyi (vitalità del popolo) che egli stesso nel 1905 dice equivalente al "socialismo" occidentale. Questi Tre Principi nel 1905 divengono parte del programma della lega Tongmenghui; ma per i soci della lega, il "nazionalismo" voleva dire in concreto soltanto la liberazione nazionale dalla dinastia mancese, mentre gli altri due principi erano intesi vagamente come ideali democratici e di riforma agraria.

Nel "Manifesto del Guomindang" del 1923, i Tre Principi vennero ridefiniti secondo un significato più ampio e incisivo. Il minzu zhuyi importava la lotta contro ogni disuguaglianza razziale, congiunta all'armonia tra le componenti etniche della Cina; il minquan zhuyi includeva la "democrazia diretta" (zhijie minquan); il minsheng zhuyi era esteso al controllo statale del capitale privato.

L'avventura del Gmd cominciò a Canton, la metropoli meridionale cinese. Il generale Chen Qiongming, assieme a Hu Hanmin (stretto collaboratore di Sun Yatsen), si era impadronito della provincia del Guangdong nel 1912, nel periodo di disorganizzazione del Paese seguito alla caduta dell'impero. Il gen. Chen aderì attivamente al fronte antidinastico, quando Yuan Shikai tentò di far rivivere l'impero nella propria persona; ciò gli costò il posto, ma ebbe il modo di mettersi in salvo nella vicina provincia del Fujian, con una parte delle sue truppe. I "signori della guerra" del Guangxi presero a spadroneggiare anche nel Guangdong; ma anche questi generali, come del resto tutti i militari che si erano lottizzata la Cina, si trovarono in difficoltà a causa delle sorti alterne che scuotevano le cricche militari alle quali erano legati sul livello nazionale.

Di questa situazione approfittò il gen. Chen per iniziare una campagna militare di riconquista del Guangdong, al grido di "Canton deve appartenere ai cantonesi". Sun Yatsen ebbe modo di aiutarlo finanziariamente ad equipaggiare e pagare truppe fresche. Nel 1920 Chen riuscì così a riprendere Canton e parte della provincia circostante. Sun Yatsen ne approfittò per tornare anche lui nella propria terra (Sun era cantonese) ed avviare un rilancio della rivoluzione da una base familiare. Nel governo militare instaurato a Canton, toccò a Sun il titolo di "generalissimo" come capo dell'esecutivo.

Tuttavia il gen. Chen e Sun Yatsen si trovarono presto in disaccordo sul programma politico, e in particolare sul progetto caldeggiato e portato avanti da Sun, di una spedizione verso il nord, allo scopo di sloggiarne i vari "signori della guerra" e unificare la Cina per opera di un'armata rivoluzionaria. Il gen. Chen invece si era avvicinato all'idea federalista e preferiva consolidare la presa su Canton.

Nella primavera del 1922, Sun venne nuovamente spodestato e dovette ritirarsi a Shanghai. Tornò a Canton l'anno seguente, con l'appoggio dei generali del Guangxi e dello Yunnan. Nel frattempo aveva maturato una decisione e stretto un'alleanza che avrebbe dato al Gmd un'organizzazione presa in prestito da quella leninista: si era accordato con i sovietici (Dichiarazione congiunta Sun-Joffe, del gennaio 1923) per una collaborazione Gmd-Pcc, in cambio dell'aiuto organizzativo e tecnico russo. Sun Yatsen aveva finalmente una propria base rivoluzionaria: intendeva sfruttare al massimo questa occasione.

III. COLLABORAZIONE GMD-PCC

Sun Yatsen, che si sentiva un profeta, era convinto di possedere nella sua ideologia un elemento caratteristico cinese, e l'unico complesso ideologico valido per la rinascita della Cina. Ma aveva bisogno di strumenti per concretizzarlo e farlo trionfare. Il generale cantonese Chen Qiongming l'aveva deluso: Sun decise allora di creare le "sue" truppe. Le nazioni occidentali (Stati Uniti, Francia, Inghilterra) non avevano nessuna intenzione di impegolarsi nell'imbroglio cinese, e tanto meno di schierarsi con i rivoluzionari di Canton; anzi premevano diplomaticamente per convincere le fazioni in lotta a mettersi d'accordo e riunificare il Paese. I sovietici, che pure avevano un'ambasciata accreditata presso il governo di Pechino, si mostrarono invece interessati ad aiutare Sun Yatsen, pur sapendo che non condivideva in pieno le loro idee. Gli promisero assistenza su due punti capitali: la fondazione di un'Accademia militare e la riorganizzazione del Gmd. Come contropartita, Sun permise che i comunisti cinesi prendessero la tessera del Gmd a titolo personale, senza peraltro lasciare il Pcc: una doppia appartenenza politica che nella giovane Cina repubblicana aveva peraltro molti precedenti. L'accordo tra sovietici e Gmd venne concluso a fine 1922, e nel I Congresso nazionale del (nuovo) Guomindang vennero ammessi come delegati vari esponenti comunisti (che avevano doppia tessera) e tre di loro furono eletti membri del Comitato esecutivo del Gmd. Le strutture interne del partito di Sun presero caratteristiche iniziali leniniste.

La collaborazione tra comunisti e nazionalisti del Gmd rispondeva alle "Tesi" di Lenin sul fronte unito nei Paesi coloniali e alle direttive di Stalin. Mentre i comunisti si impegnavano a collaborare con il Gmd, potevano approfittare delle ramificazioni del partito alleato in tutta la Cina per díffondersi nel Paese e allo stesso tempo per infiltrare lo stesso Guomindang. Il prezzo politico pagato da Sun Yatsen per ottenere il doppio aiuto sovietico era pesante. A lungo andare questo connubio innaturale doveva disgustare i contraenti.

Nel 1923 per i cadetti del Gmd venne fondata l'Accademia militare di Whampoa nei pressi di Canton. Il primo direttore e comandante fu Jiang Jieshi (Chiang Kai-shek), che aveva passato vari mesi in Unione Sovietica per impratichirsi. Il principale consigliere e capo di stato maggiore era il generale russo Vassili Blücher (Galen). Il commissario politico era Zhou Enlai, che vi curava anche i Corpi Giovanili Comunisti. Tra gli allievi erano infatti anche iscritti al Pcc; tra questi Lin Biao.

IV. SOTTO LA GUIDA DI JIANG JIESHI

Sun Yatsen morì il 12 marzo 1925. Alla direzione del Gmd gli succedettero dapprima uomini di sinistra: ma per poco tempo. Cresceva infatti nel Gmd il risentimento contro le manovre di conquista dall'interno, portate avanti dal Pcc. Nell'agosto 1925 venne assassinato Liao Zhongkai, leader della sinistra Gmd. Il 20 marzo dell'anno seguente, Jiang Jieshi, forte dei fucili dei suoi cadetti, organizzò a Canton un minuscolo colpo di Stato e prese in mano la direzione del Gmd e del territorio che questo controllava attorno a Canton. Jiang eliminò dai posti direttivi del suo partito gli uomini di sinistra e i comunisti, e licenziò i consiglieri russi contrari alla spedizione militare contro il nord.

A quel tempo, Jiang parlava da perfetto socialista, ma non era tenero con i comunisti. Il 15 maggio fece conoscere i suoi ordini: il Pcc doveva scoprire le carte, consegnare la lista completa dei suoi membri che avevano preso anche la tessera del Gmd. Al contrario permise che la destra del suo partito riprendesse fiato, e venne messo a tacere l'assassinio di Liao, nonostante i sospetti che gravavano proprio sulla destra. Stalin continuava a credere in Jiang, o almeno sperava di riuscire ancora a servirsene. Dette ordine al Pcc di continuare a collaborare con lui, e di appoggiare la spedizione militare contro il nord, che Jiang intraprese nel 1926, per quella conquista "rivoluzionaria" della Cina che era stata l'ideale di Sun Yatsen.

La spedizione militare contro il nord ha inizio nel luglio 1926 e raccoglie presto brillanti successi. Nel novembre raggiunge il fiume Yangzi nella Cina centrale. Nel gennaio 1927 un governo di sinistra del Gmd viene formato a Wuhan, con la partecipazione dei comunisti. Jiang Jieshi, che comanda la spedizione, il 12 aprile 1927 colpisce a tradimento i colleghi comunisti: a Shanghai ne ordina l'arresto in massa, e scioglie i sindacati rossi; solo una parte dei dirigenti del Pcc scampa alla strage.

La sinistra del Gmd in un primo momento si dissocia dal colpo di Jiang; ministri comunisti restano nel governo rivoluzionario di Wuhan. In queste città si tiene (27 aprile - 5 maggio 1927) il V Congresso del Pcc, sotto la direzione di M.N. Roy, nuovo delegato del Comintern. Le istruzioni di Stalin esigono che si continui l'alleanza tra il Pcc e la sinistra del Gmd capeggiata da Wang Jingwei. I delegati (che rappresentano 50.000 iscritti) votano in favore della moderazione nell'agitazione rurale nello Hunan.

L'obiettivo del Pcc resta la conquista di basi cittadine. Muovendo dai villaggi, il 30 maggio si tenta un attacco per la conquista di Changsha, capoluogo dello Hunan. Il tentativo finisce però in una carneficina di contadini, e provoca come contraccolpo la rottura anche tra sinistra del Gmd e Pcc.

Sempre convinti di una persistente marea rivoluzionaria, i dirigenti del Pcc provocano nell'estate-autunno 1927 numerose rivolte armate. Non sono coronate da successo, ma finiscono per dar vita alla fase militare del Pcc. In seguito a queste insurrezioni e rivolte, vari reparti armati vaganti, guidati da ufficiali comunisti, percorrono le province centro-meridionali. Dalla fine del 1927, le basi rivoluzionarie rosse si moltiplicano. All'inizio del 1930 se ne contano 15; la base più importante resta quella di Jinggangshan, ampliata e organizzata secondo strutture "sovietiche". Nel novembre 1931, nel sud della provincia del Jiangxi è proclamata la repubblica sovietica, con capitale Ruijin. Mao, il capo emergente, viene eletto presidente della repubblica; ma continua ad essere contestato come persona e nelle sue scelte politiche.

La repubblica sovietica è proclamata in un periodo di calma tra la terza e la quarta campagna di accerchiamento e annientamento. Tra il 1930 e il 1934, Jiang Jieshi lancia infatti cinque di queste campagne militari contro le basi rosse. Nel 1934, con la quinta campagna, le preme con tanta forza che pare riesca a distruggere l'intera armata rossa. Ma parte delle forze comuniste sfugge all'accerchiamento nell'ottobre 1934. Ha così iniziò la Lunga Marcia di 12.000 avventurosi chilometri, che si conclude nell'ottobre del 1935, quando le truppe di Mao raggiungono la provincia del Shaanxi, nel nord-ovest, ai margini del territorio controllato dal Gmd.

Nel 1928 Jiang Jieshi ottiene il riconoscimento internazionale per il governo nazionalista, monopolizzato dal Gmd, con capitale a Nanchino. Negli anni seguenti, fino all'invasione giapponese del 1936, mentre combatte i comunisti si preoccupa insieme di estendere il proprio potere effettivo su tutto il territorio cinese, attraverso l'imposizione di controlli politico-militari e di una fitta rete burocratica centralizzata. Ciò ingrossa le file del Gmd, con indubbio scapito del carattere "rivoluzionario" del partito. La lotta armata contro il Pcc contribuisce di riflesso a un regresso nel piano di quelle riforme sociali, che pure erano nel programma del Gmd.

Interviene per giunta nel 1936 l'invasione dei giapponesi che occupano le zone economicamente più sviluppate della Cina. Le spese militari e di partito gravano eccessivamente sul bilancio statale. Jiang Jieshi si avvicina sempre di più alla borghesia finanziaria e commerciale, fino a farsene condizionare. Pesante è anche l'indebitamento verso l'estero.

Il regime del Gmd si orienta verso forme autoritarie, clientelistiche e burocratiche. Sotto la doppia pressione della rivoluzione comunista e dell'intervento straniero, il Gmd, diventato partito di governo, non sa rispondere alle aspettative che aveva suscitato.

M. Garzia (1979)

 

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