Gugong (Palazzo Imperiale o Città Proibita)
故宫

Il Palazzo imperiale, chiamato anche Palazzo d'Inverno o Città Proibita, è uno dei principali monumenti del paese, poiché rappresenta un simbolo della Cina tradizionale e allo stesso tempo il massimo capolavoro in buono stato di conservazione dell'architettura classica. Ogni anno, milioni di cinesi e di stranieri, circa diecimila al giorno, vi si recano per ammirare nell'immenso complesso i tesori e gli oggetti preziosi, il potere e lo splendore, l'abbondanza e il lusso degli antichi imperatori.

Il Palazzo imperiale presenta una pianta simmetrica e copre una superficie di 720.000 mq. È circondato da un corso d'acqua largo 50 m e da un muro alto 10,4 m, munito a ciascun angolo di una torre di guardia. II complesso è costituito da due settori distinti: uno esterno, i cui edifici erano destinati agli incontri politici e alle cerimonie, e uno interno, riservato alla famiglia imperiale e al suo seguito. I sei edifici maggiori si allineano lungo un asse principale orientato secondo la direzione nord-sud e sono affiancati da numerosi porticati e altri palazzi, disposti lungo le coordinate. Il complesso comprende oltre novemila vani, mentre i materiali da costruzione predominanti sono il legno e le mattonelle invetriate gialle (il giallo era il colore imperiale). La storia del Palazzo imperiale inizia nel XIII secolo, allorché la casa regnante degli Yuan si stabilì a Pechino facendovi erigere la propria residenza. L'imperatore Yongle della dinastia Ming, dopo la conquista del potere rifiutò di insediare la propria capitale a Nanchino preferendole Pechino, dove fece ampliare il Palazzo imperiale che, nel 1420, a lavori ultimati, aveva così ormai acquisito 1 aspetto odierno. Nei secoli seguenti, esso fu la residenza dei ventiquattro imperatori Ming e Qing sino al 1911.

Provenendo dalla Tiananmen, dopo circa 500 m si giunge alla Wumen (porta del Meriggio, 1), alta 38 m, che rappresenta la porta‑principale del Palazzo imperiale. Essa venne chiamata anche porta delle Cinque Fenici, dai cinque padiglioni che sovrastano in altezza la costruzione a forma di U. Da qui, l'imperatore rendeva noto ogni anno il nuovo calendario, partecipava alle cerimonie militari e confermava oppure annullava le condanne a morte. Nella Wumen si aprono tre portali: quello centrale era riservato all'imperatore e poteva essere eccezionalmente usato dall'imperatrice per accedere al palazzo nel giorno delle nozze e dai tre massimi eruditi nel lasciare il palazzo dopo aver superato gli esami imperiali. Altrimenti, ai membri della casa imperiale era riservata la porta occidentale e ai mandarini quella orientale.

Oltre la Wumen si estende un immenso cortile interno, dove cinque ponti marmorei, i cosiddetti ponti interni delle Acque d'Oro, sormontano il ruscello delle Acque d'Oro, lungo 2.100 m. A nord, tre portali conducono nel cortile successivo. In particolare, quello centrale, Taihemen (porta dell'Armonia Suprema), è il più alto di tutto il complesso. Largo 58 m, copre una superficie di circa 1.800 mq ed è guardato da due leoni in bronzo, simbolo di potere. All'inizio della dinastia Ming, esso fu chiamato anche Fenghanmen (porta dell'Adorazione del Cielo): qui l'imperatore riceveva i ministri e i generali.

Nei porticati a est e a ovest del cortile si trovavano un tempo le botteghe imperiali, che offrivano utensili di ogni genere, gioielli, stoffe, pellicce e mobili. Il cortile successivo copre una superficie di oltre 30.000 mq: nelle occasioni più solenni, vi si potevano radunare fino a ventimila sudditi. A1 centro vi sorge il Taihedian (palazzo dell'Armonia Suprema), alto 35 m, seguito dal Zhonghedian (palazzo dell'Armonia Perfetta) e dal Baohedian (palazzo dell'Armonia Preservata), detta anche sala del Trono d'Oro o sala della Campana d'Oro. Tutt'e tre si ergono su una terrazza marmorea a tre gradini, alta 8,1 m, circondata da una triplice balaustra in marmo.

Il Taihedian (palazzo dell'Armonia Suprema) è l'edificio principale di tutto il complesso. Esso rappresentava un tempo il centro dell'universo poiché qui l'imperatore, in qualità di figlio del Cielo, ne compiva la volontà. Con la sua superficie di 2.380 mq è anche il palazzo più esteso; presenta inoltre sedici unità e quaranta porte dorate. Vi si accede attraverso tre scalinate: le due esterne erano riservate ai comuni mortali, mentre quella centrale presenta nel mezzo una larga lastra di marmo, recante un motivo di draghi, sulla quale l'imperatore, «drago» egli stesso, veniva trasportato assiso nella sua portantina. II percorso verso il palazzo è segnato da diciotto incensieri in bronzo che simboleggiano le diciotto province dell'impero cinese. Sulla terrazza a sinistra del palazzo si nota un tempio in miniatura, contenente una misura di capacità Qialiang), mentre sulla destra si trova una meridiana, simboli entrambi defila giustizia imperiale. Lungo i lati vi sono infine dei contenitori con dell'acqua destinata a spegnere eventuali incendi, per un numero complessivo di 308, diciotto dei quali erano dorati.

All'interno del padiglione si ergono ventiquattro colonne alte 12,7 m e di 1 m di diametro, che sostengono il soffitto riccamente decorato. Diciotto di esse sono rivestite di uno strato di lacca rossa, mentre le sei che circondano il trono posto su una piattaforma alta 2 m riportano motivi di draghi in due toni d'oro. Sopra il trono, uno stupendo soffitto a cassettoni ornato con draghi che giocano a palla, simbolo della forza creatrice divina. Artisticamente intagliato e dipinto in oro, il trono è posto su uno zoccolo di sette gradini e si compone di una poltrona, un poggiapiedi, uno stupendo paravento, tutto in legno di palissandro. Gli incensieri di cloisonné e bronzo ardevano in continuazione, sicché il trono e l'imperatore apparivano avvolti da una nube soprannaturale. Durante le dinastie Ming e Qing, in questa sala avevano luogo le grandi cerimonie, quali 1'intronizzazione, le dichiarazioni di pace e di guerra, le nozze e i genetliaci imperiali, i banchetti di Stato, le celebrazioni in occasione del nuovo anno e l'annuncio dei nomi di coloro che avevano superato gli esami statali. Durante le udienze, la guardia d'onore dell'imperatore faceva ala al palazzo fino alla Wumen. 1 funzionari civili e militari erano tenuti a inginocchiarsi tre volte dinnanzi all'imperatore e, in segno di lealtà e adorazione, a toccare per nove volte il pavimento con la fronte.

Il Zhonghedian (palazzo dell'Armonia Perfetta 4) succede al Taihedian sulla stessa terrazza, ed è il più piccolo dei tre edifici. Qui, l'imperatore faceva gli ultimi preparativi prima di recarsi nel Taihedian per le grandi cerimonie e le udienze. Anche in questo luogo si svolgevano però determinate cerimonie, ad esempio il controllo delle sementi in occasione della festa di Primavera o la verifica del testo che sarebbe stato letto nel tempio degli Antenati.

L'ultimo dei tre edifici è il Baohedian (palazzo dell'Armonia Preservata, 5), leggermente più piccolo del Taihedian ma più spazioso: vi avevano luogo cerimonie e banchetti di importanza minore. A partire dal periodo di governo di Qianlong, durante la dinastia Qing, nel Baohedian vennero tenuti anche i massimi esami di Stato per i mandarini, che precedentemente si svolgevano nel Taihedian. Nei porticati lungo i lati sinistro e destro vengono oggi esposti oggetti d'arte, tra cui molti omaggi fatti alla casa imperiale e oggetti di proprietà della casa reale e provenienti dai suoi forzieri.

Dietro il Baohedian si trova la più grande lastra di marmo del Palazzo imperiale. Si tratta della cosiddetta lastra del drago, lunga 16,6 m, larga 3 m e spessa 1,7 m, l'elemento centrale delle tre scale che conducono dalla terrazza al cortile. Essa pesa circa 250 t e rappresenta nove draghi che giocano in un fitto mare di nuvole, mentre in basso le onde lambiscono cinque vette.

A sudest dei tre palazzi si trova il Wenhuadian (palazzo dello Splendore Letterario, 6) e, a sudovest, il Wuyingdian (palazzo del Valore Militare, 7).

Durante la dinastia Ming, il Wenhuadian era la dimora del principe ereditario, mentre all'epoca della dinastia Qing fungeva da luogo di discussione tra l'imperatore e gli eruditi allorché si trattava di considerare questioni riguardanti la storia e i classici confuciani. Durante il periodo di governo di Qianlong, l'imperatore fece ampliare il Wenhuadian aggiungendovi il Wenyuan padiglione in cui venne sistemata la biblioteca imperiale comprendente quai 80.000 volumi (per l'esattezza, 79.337).

Il Wuyingdian fungeva da dimora degli imperatori del primo periodo ring durante i digiuni, nonché da sala delle udienze. Allorché, nel 1644, la dinastia Ming venne rovesciata in seguito a una rivolta contadina, il capo dei rivoltosi Li Zicheng regnò da qui per il breve lasso di tempo in cui durò la sua dinastia Dashun. Ben presto, i suoi piani vennero però mandati a monte dalle truppe Qing penetrate a Pechino. Da quel momento, il reggente Duoergun esercitò il proprio potere dal Wuyingdian. Durante il periodo di governo di Kangxi, in questo palazzo furono compilati le Raccolte delle opere del passato e del presente, il Kangxi zidian (dizionario) e il Peiwen (lessico). Attraverso la Qianqingmen (porta della Purezza Celeste, 8), si giunge nel cortile interno, dove si trovano gli appartamenti privati della famiglia imperiale. In questa ala del complesso vivevano anche migliaia di donne e di eunuchi. Su entrambi i lati della Qianqingmen si trovano dieci contenitori di acqua in bronzo dorato. Durante il governo di Kangxi, in questo luogo venivano sbrigate le questioni correnti di Stato. Seguono tre edifici, chiamati anche «palazzi posteriori», che rappresentano la parte centrale del cortile interno. Il Qianqinggong (palazzo della Purezza Celeste, 9) è il primo e il maggiore dei tre. Eretto nel 1420, venne distrutto più volte dagli incendi. La costruzione attuale risale al 1798. Esso fu l'abitazione degli imperatori Ming; a partire dal periodo di governo di Yongzheng, venne invece usato come sala delle udienze e dei banchetti. Quando l'imperatore moriva, veniva composto nella bara in questa sala, e qui gli veniva reso omaggio. Allorché i contadini rivoltosi sotto la guida di Li Zicheng occuparono Pechino alla fine dell'epoca Ming, l'ultimo imperatore uccise in questo luogo la propria figlia quindicenne e alcune concubine, impiccandosi poi a un albero di acacia sul Meishan (collina del Carbone), chiamata oggi Jingshan. Davanti al palazzo si trovano una meridiana e una misura di capacità, due simboli della giustizia imperiale, alcune tartarughe e gru bronzee, simboli di longevità, una torretta in bronzo dorato e lei treppiedi, pure in bronzo dorato. All'interno del palazzo, sopra il trono, si può ammirare l'ideogramma zheng da guang ming, che si appella a un sovrano retto che tutto illumini. Si racconta che, a partire dal periodo di governo di Yongzheng, dietro questa lastra si celasse un nascondiglio in cui l'imperatore poneva il proprio testamento recante il nome del successore designato.

Nel secondo edificio, Jiaotaidian (palazzo della Grande Unione, 10), nelle occasioni ufficiali l'imperatrice riceveva gli auguri presentati dalle principesse e dalle concubine imperiali. In questo luogo si Possono oggi ammirare venticinque sigilli imperiali di epoca Qing un orologio in bronzo ad acqua e un orologio con carillon. II soffitto a cassettoni è di particolare bellezza.

Il Kunninggong (palazzo della Tranquillità Terrena, 11), fungeva da camera da letto per le imperatrici di epoca Ming. Qui si impiccò Fimperatrice Zhou, consorte dell'ultimo imperatore Ming, allorché, alla fine del periodo Ming, i contadini in rivolta occuparono Pechino. L'imperatore Shunzhi della dinastia Qing fece trasformare il palazzo secondo gli usi e i costumi mancesi in un luogo destinato all'adorazione del dio del focolare, dove ogni mattina e ogni sera veniva offerto in sacrificio un maiale, cucinato poi in una caldaia sistemata in una sala secondaria a nordest dell'edificio. Nell'ala orientale del Kunninggong si trova il Dongnuange (sala del Calore Orientale), e cioè l'appartamento nuziale imperiale. Gli imperatori Kangxi, Tongzhi e Guangxu vi trascorsero probabilmente le prime quattro notti successive alle nozze. Esso è riccamente decorato con intagli in legno e ovunque, sulle pareti e sulle lampade, comparA il carattere Xi, che significa «felicità» e «fecondità». Il colore rosso dominante simboleggia la gioia e le nozze.

Lasciando il Kunninggong e passando attraverso la Kunningmen (porta della Tranquillità Terrena, 12), si entra nello Yuhuayuan (Giardino imperiale, 13). Esso venne sistemato già durante l'epoca Ming e, con la sua superficie di 12.000 mq, è un tipico esempio delle tradizione cinese nell'arte del giardinaggio. 1 complessi rocce artificiali, i padiglioni, gli abeti e i cipressi secolari, i fiori e i bambù creano un insieme armonioso.

Al centro del giardino sorge un tempio taoista, Qin'andian (palazzo della Pace Imperiale, 14), dove gli imperatori della tarda dinastia Ming prendevano parte ai riti taoisti. Particolarmente degne di nota sono le decorazioni della terrazza marmorea, una delle più belle di tutto il Palazzo imperiale. A oriente della terrazza si trovano lo Yujingting (padiglione del Paesaggio Imperiale), la Chizaotang (sala della Scrittura Slanciata), il Fubiting (padiglione del Verde al Tramonto), il Wanchunting (padiglione dell'Eterna Primavera) e la Jiangxuexuan (veranda della Peonia Purpurea). A occidente del Qin'andian si trovano invece lo Yanhuige (padiglione della Continua Magnificenza), il Chengruiting (padiglione della Pura Gioia), il Qianqiuting (padiglione della Longevità) e lo Yangxingzhai (studio del Perfezionamento Morale). Il giardino contiene una ventina di costruzioni di diversa grandezza.

Attraverso la Chengguangmen, semplice porta guardata da due elefanti in bronzo dorato, e la Shunzhenmen si lasciano i giardini imperiali. Sulla destra e sulla sinistra dei tre palazzi posteriori si trovano gli stupendi Dongliugong (sei palazzi dell'Est), fatti erigere dagli imperatori Ming, e i Xiliugong (sei palazzi dell'Ovest), dove abitavano l'imperatore, l'imperatrice e le concubine. Verso la fine dell'epoca Ming, qui risiedevano migliaia di concubine, sorvegliate da un numero ancora maggiore di eunuchi. A parte poche eccezioni, queste donne conducevano una vita davvero triste: una volta entrate a palazzo, esse rimanevano infatti completamente isolate dal resto del mondo, e alcune addirittura in tutta la loro vita non vedevano l'imperatore neppure una volta.

Ogni palazzo costituiva un elemento a sé stante. A nord dei sei palazzi dell'Est vi sono il Zhongcuigong (15) e il Jingyanggong (16), cui seguono il Chengqiangong (17) e lo Yonghegong (18) e, a sud, il Jingrengong (19) e lo Yanxigong. Quest'ultimo è chiuso al pubblico, mentre gli altri ospitano i musei della Porcellana e dell'Artigianato artistico di epoca Ming e Qing. Del complesso degli edifici orientali fanno parte anche il Zhaigong (20) e il Fengxiandian (21).

Il Zhaigong (palazzo dell'Astinenza) venne eretto durante il governo di Yongzheng (1723‑1736) e accoglie oggi il museo dei Bronzi. Nel Fengxiandian (sala del Culto degli Antenati) erano esposte le epigrafi celebrative degli antenati imperiali. Accanto ai sei palazzi dell'Est si trova il complesso del Ningshougong (palazzo della Quiete e della Longevità, 22). Per giungervi, si attraversano due porte, Jingyunmen (23) e Xiqingmen (24). Fatto costruire all'inizio della dinastia Qing, il palazzo fu dotato di sfarzosi arredi solo sotto l'imperatore Qianlong. Costui, dopo aver affidato il governo al proprio successore nel 1796, vi trascorse gli ultimi tre anni di vita. Alla sua morte, il palazzo rimase vuoto per quasi cento anni, e solo alla fine del XIX secolo la vedova imperiale Cixi decise di abitare queste stanze. Il complesso è strutturato in una parte meridionale e una settentrionale. Accanto alla Xiqingrnen si diparte il jiulongbi (muro dei Nove Draghi, 25), lungo 30 m e alto 4,5, eretto nel 1773 dall'imperatore Qianlong in mattonelle di maiolica lavorate in rilievo. Esso rappresenta nove draghi che giocano tra le onde del mare. Attraverso la Huangjimen (porta della Supremazia Imperiale, 26) si giunge nel cortile del complesso Ningshougong. La Ningshoumen (porta della Quiete e della Longevità, 27) conduce a sua volta in un cortile interno circondato da porticati, al cui centro sorge il Huangjidian (padiglione della Supremazia Imperiale, 28), completato nel 1776: nel 1894, la vedova imperiale Cixi vi festeggiò il sessantesimo compleanno e in occasione del settantesimo vi ricevette gli ambasciatori di diversi paesi occidentali e del Giappone. Quando morì, la sua bara vi rimase esposta per un anno intero, finché non fu giunto il momento più propizio per la sepoltura. In questo edificio e nel Ningshougong si trova oggi parte della pinacoteca imperiale.

La Yangxingmen (29) conduce nella parte settentrionale del complesso, dove si trovano abitazioni, padiglioni e il cosiddetto giardino Qianlong, creato secondo i modelli tipici della Cina del Sud.

A nord della Yangxingmen si incontrano lo Yangxingdian (palazzo del Nutrimento del Carattere, 30), cui segue la Luoshoutang (palazzo della Gioia e della Longevità, 31), nel cui cortile si possono ammirare opere calligrafiche incise su pietra. Sempre proseguendo verso nord, ci si imbatte nella Yihexuan (veranda della Fusione della Armonie, 32), dove si recavano probabilmente gli imperatori Qianlong e Jiaqing per comporre le loro poesie e le loro opere calligrafiche. In tutte e tre gli edifici sono esposti pezzi del tesoro imperiale (sala del Tesoro). Verso oriente si erge imponente il Changyinge (padiglione dei Suoni Piacevoli), con palcoscenici su tre piani, particolari botole e aperture nel soffitto, una sorta di teatro voluto da Cixi.

Nel cortile posteriore del complesso della sala del Tesoro si trova il pozzo della concubina Zhen, una favorita dell'imperatore Guangxu. Nel 1900, allorché le truppe alleate entrarono a Pechino, la vedova imperiale Cixi, poco prima di fuggire, vi fece gettare la concubina Zhen, probabilmente una sostenitrice del movimento riformistico del 1898.

Nei Xiliugong (sei palazzi dell'Ovest) vivevano le imperatrici e le concubine imperiali. Il Chuxiugong (palazzo delle Eleganze Accumulate, 33) contiene invece la camera da letto della vedova imperiale Cixi, che vi festeggiò il proprio cinquantesimo genetliaco, dopo aver fatto stupendamente restaurare tutto il complesso per l'occasione. Nel Chunxiugong, nel Tihedian (palazzo dell'Armonia Fisica, 34) e nello Yikungong (palazzo della Benevolenza della Terra, 35) sono conservati stupendi dipinti e lavori d'intaglio di diverse epoche. Anche nel Taijidian (palazzo della Suprema Esaltazione, 38) si possono ammirare stupendi lavori in legno intagliato e un interessante ventilatore azionato da una molla a spirale, fabbricato verso la fine dell'epoca Qing.

A sud dei sei palazzi dell'Ovest si trova lo Yangxindian (palazzo del Perfezionamento dello Spirito, 39), costruito durante la dinastia Ming e residenza prediletta degli imperatori Qing. L'imperatore Yongzheng, che regnò dal 1723 al 1735, dopo aver conquistato il trono combattendo aspramente contro il fratello, trattava qui gli affari di Stato, nel continuo timore di subire un attentato, e anche le consultazioni con i massimi funzionari avevano luogo in questa sede. Nella zona occidentale estrema del palazzo, l'imperatore Qianlong si fece costruire un piccolo studiolo che, benché misurasse solo 8 mq, era una delle sue stanze preferite, chiamata la «stanza dei Tre Gioielli». Nel 1861, la vedova imperiale Cixi esercitò il proprio potere nell'ala orientale del complesso, assumendo la reggenza prima in nome dell'imperatore Tongzhi e successivamente dell'imperatore Guangxu. Il suo trono si trovava dietro a quello imperiale, celato da una tenda. Dopo la rivoluzione del 1911, qui visse il deposto imperatore Puyi, finché, nel 1924, non venne cacciato dall'esercito del generale Feng Yuxiang.

Oltre ai palazzi, alle sale e ai padiglioni sopra citati, esiste una serie di altri edifici, sistemati a una determinata distanza dall'asse centrale. Si tratta di residenze di ex imperatrici e concubine, di biblioteche, uffici amministrativi, abitazioni per il personale di servizio, di officine ecc.

A nord del complesso del Gugong si erge la Shenwumen (porta del Genio Militare, 40), costruita nel 1420 e restaurata sotto l'imperatore Kangxi (1662‑1723); dai sovrani veniva varcata solo in circostanze misteriose o in casi di estrema gravità.

 

 

CENTRORIENTE - P. IVA 07908170017
Copyright Centroriente 1999-2018