Il buddhismo entrato in Cina attraverso l'Asia
centrale ha lasciato impronte storiche stupende e colossali. Tra le più spettacolari vi
sono i templi scavati nelle grotte della Cina settentrionale. Basterebbe ricordare le
Grotte di Mogao nelle vicinanze di Dunhuang, iniziate da alcuni monaci nel 366, le Grotte
di Longmen, scavate nel fianco di una collina, a 20 km da Luoyang, celebri soprattutto per
le sculture scavate nella roccia, le Grotte di Yungang, 16 km a ovest di Datong, con oltre
50.000 sculture in arenaria e le Grotte di Maijishan, vicino a Tianshui.
Queste ultime si trovano sui fianchi del Monte Maiji, 45 km a sud-est di Tianshui, una
città fra Xi'an e Lanzhou sull'antica via della seta. Ebbero inizio durante la Dinastia
dei Qin Posteriori, tra il 384 e il 417, e furono attive fino al XIX secolo.
Dutante il regno di Xuanzong (712-756), 7° imperatore della dinastia Tang, nel 734 un
terribile terremoto distrusse tutta la parte centrale delle grotte risparmiando però,
anche se danneggiate, le grotte orientali e occidentali. Attualmente vi sono ancora 54
grotte nella zona orientale e 140 in quella occidentale.
Un enorme patrimonio artistico di circa 7200 statue in terracotta e in pietra e oltre 1300
mq di affreschi e dipinti murali che documentano e testimoniano la cultura, l'arte e la
fede buddhista in Cina. In queste grotte, essendo la roccia della montagna molto friabile,
prevalgono le statue in terracotta.
Le statue, che spaziano in un arco storico di
circa 1000 anni, sono un documento accurato dello stile, dello sviluppo e della tecnica
della scultura religiosa cinese.
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