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frecciablu.gif (887 byte) Punti di interesse
Jinan
Qingdao
Qufu
Taishan
Zhenjiang

Il suo nome significa l'"Est montuoso". Confina con le province dello Hebei, Anhui e Jiangsu. Ha la maggiore densità di popolazione dopo il Jiangsu. Più volte soggetta alle inondazioni disastrose dello Huanghe (Fiume Giallo).

Risorse
Pesca, grano, riso, cotone, tabacco, arachidi. seta detta "shantung", ferro, carbone, bauxite, rame, sale, petrolio (a Shengli il secondo complesso petrolifero cinese).

Capoluogo

Jinan (Tsinan): sulla riva destra del Huanghe, non lontano da una delle 5 montagne sacre della Cina, il Taishan. Jinan ha origini molte antiche, venne decantata da Marco polo per i mercanti, la seta e i suoi giardini. E' centro culturale con l'Università dello Shandong e la Scuola di Medicina. Jinan è conosciuta come la città delle sorgenti. Durante la dinastia Jin (1115-1234), venne eretta una stele che elencava 72 fonti, ma attualmente la città ne conta più di 100.

La Baduoquan (Sorgente del Getto d'Acqua) è probabilmente il luogo più grazioso della città. Passeggiando sulla sponda del lago o sui graziosi ponticelli si possono notare tre sorgenti che scaturiscono dal sottosuolo, infrangendo la superficie dell'acqua.

La Heihuquan (Sorgente della Tigre Nera): si trova all'interno di un parco e il suo nome deriva da tre teste di tigre, scolpite nella roccia, dalle quali zampilla l'acqua sorgiva.

Il Daminghu (Lago Daming): si trova all'interno delle vecchie mura ed è alimentato dalle numerose acque sorgive che lo circondano. Le sue molte isolette ospitavano case da tè, teatri ove funzionari civili e militari, letterati, artisti e commercianti si davano alla bella vita.

Il Li Qingzhao Ji Nian Guan (o Museo Li Qingzhao): è il museo della più famosa poetessa cinese, nata in questa città nel 1084. Dopo avere sposato il letterato e poeta Zhao Mingcheng, a causa dell'invasione dei Jin dovettero abbandonare Jinan per andare a sud. Dopo la morte del marito (1129), Li Qingzhao compose dei Ci (poema simile alla canzone medievale) di una tristezza struggente e piene di amore per il marito. Questa fu una innovazione letteraria; solitamente i Ci non cantavano l'amore coniugale, erano invece dedicati a lodare le cortigiane e le favorite. Nel museo, oltre ad alcuni antichi ritratti della poetessa, che morì in esilio nel 1151, vi sono anche edizioni antiche delle sue opere.

Il Beijimiao (Tempio Beiji): vi si accede per mezzo di una tripla scalinata in pietra.

La Qianfoshan (Montagna dei Mille Buddha): si trova nella parte meridionale della città. Sulle rocce della collina sono scolpite centinaia di immagini di Buddha, di discepoli e di altri personaggi.

La Huangshiya (Scogliera di Pietra Gialla): altra raccolta di sculture sul fianco della montagna, il nome deriva dal colore della roccia.

La Fohuishan (Montagna della Saggezza di Buddha): con sculture risalenti alla dinastia Tang (618-907). Queste sculture sparse sulle montagne che circondano Jinan ci permettono di studiare l'evoluzione religiosa buddhista locale, dai Wei del Nord fino ai Song del Nord.

Altri centri

Linzi. Capitale dell'antico stato di Qi (859-221 a.C.), fu una delle più grandi città della Cina di quel tempo, con fiorenti industrie del bronzo, ferro e tessili. Sono state ritrovate nei dintorni 150 antiche tombe e uno specchio tutto di bronzo, che risale a più di 2000 anni fa, il più grande finora ritrovato in Cina, la cui parte posteriore è decorata con fiori e draghi.

Qingdao (Isola Verde): è il maggiore centro industriale dello Shandong. Dotata di un ottimo porto, si trova nella parte meridionale della penisola dello Shandong, sulla baia di Jiaozhou. E' la stazione balneare più rinomata della Cina settentrionale. Il suo sviluppo commerciale, industriale, navale inizia con la presenza della Germania (1898) e poi del Giappone (1914). Ha il più interessante acquario della Cina (piante marine, pesci ecc.) e un Istituto Oceanografico. La birra che qui si produce e che è chiamata Qingdao è conosciuta in tutta la Cina.

Qingdao è sede del comando della flotta settentrionale. A circa 30 km da Qingdao ci sono le Montagne di Laoshan con il Tempio di Taiqing. Qui sgorga l'omonima acqua (acqua minerale Laoshan) conosciuta in tutta la Cina per i suoi benefici effetti terapeutici.

Qufu. E' la città natale di Confucio (551-479 a.C.), nome latinizzato di Kongzi e il centro del suo insegnamento. Dopo la sua morte divenne un luogo sacro, meta di numerosi pellegrinaggi. La città è sempre stata protetta dagli imperatori cinesi come luogo sacro.

Nel 478 a.C. il duca Ai del principato di Lu vi fece costruire un tempio dedicato alla memoria di Confucio, nel punto stesso in cui sorgeva la sua dimora costituita da tre piccole stanze. Da allora il tempio è stato ricostruito e ampliato 60 volte. Gli ultimi lavori risalgono al XVIII secolo.

Il tempio, con le sue nove file di cortili, è lungo un chilometro e copre una superficie di 210.000 metri quadrati. Comprende 640 strutture di vari tipi e 54 aperture di accesso. Insieme con il Palazzo Imperiale di beijing e la residenza estiva degli imperatori a Chengde costituisce uno dei tre migliori esempi dell'architettura antica.

Il Kongmiao (Tempio di Confucio) fu eretto secondo lo stile dei Palazzi Imperiali. E' circondato da mura rosse, con una torre ai quattro angoli. Gli edifici principali seguono un asse Sud-Nord (per i cinesi il Sud è buono e il Nord è cattivo), mentre quelli importanti sono distribuiti in maniera simmetrica sui lati orientale e occidentale. E' anche il più bel monumento di Qufu ed è il più importante museo di storia, di letteratura e di arte della nazione. Ecco una breve descrizione seguendo la cartina stilizzata e indicando con numeri progressivi i vari punti importanti da visitare.

1. Lingxingmen (Porta dell'Orsa Maggiore): introduce sull'asse Sud-nord che attraversa tutto il complesso delle costruzioni più importanti del tempio. I palazzi e le porte aumentano gradualmente in altezza fino a raggiungere la quota maggiore con il tempio dedicato a Kongzi. Questo è un segno di grande rispetto.

2. Porta Occidentale: su questa porta sono incisi i quattro caratteri Dao guan gu jin (Il Dao governa il passato e il futuro). Il Dao (da noi conosciuto come Tao) è la via, la Norma che regola la vita dell'uomo nel taoismo e quindi anche nel confucianesimo.

3. Porta Orientale: questa porta per simmetria con l'altra ha anch'essa quattro caratteri: De mou tian di (La virtù rende uguali la terra e il cielo).

4. Il triplice ponte sul ruscello: il suo nome cinese è Bishui.

5. I tre Porticati: all'interno vi sono esposti molti oggetti trovati negli scavi archeologici in città e nei dintorni di Qufu. Ma le cose più importanti sono le sculture in bassorilievo risalenti alla dinastia Han. Accanto ai padiglioni vi è anche una imponente collezione di stele di importanza storica per i testi che riproducono e artistico-letteraria perlo stile della lingua usata e il tipo di caratteri incisi.

6. Guiwenge (Padiglione della Costellazione dei letterati): l'edificio è in legno e venne edificato sotto la dinastia Jin nel 1990. Spesso viene chiamato Cangshulou (Padiglione della Biblioteca) o Xiyidian (Sala per prepararsi alle Cerimonie). In questo edificio vi sono conservate alcune preziose edizioni di libri antichi. Il secondo nome viene dal fatto che i sacerdoti si preparavano in questo ambiente alle cerimonie più importanti e quindi più complicate ripetendo i gesti, i movimenti, i rituali fino a raggiungere la sicurezza e la perfezione che distinguevano i riti nel tempio di Confucio. La costruzione è alta 25 m ed è coperta da un tetto triplice.

7. Nel cortile retrostante si trovano 13 costruzioni, tutte uguali, che costiuiscono le yubei (Stele imperiali): sono solo alcune delle tante (più di 1000) sparse nei vari cortili e palazzi del tempio.

8. Dachengmen (Porta della Grande Perfezione): introduce nel cuore di questo monumento.

9. Un poco sulla destra, appena superata la porta, vi è un albero che i cinesi chiamano Kuai (è una specie di ginepro). Secondo la tradizione sarebbe stato piantato dallo stesso Confucio; infatti accanto a esso vi è una stele che dice "Xian shi shou zhi kuai" (kuai piantato dalla mano del maestro); è del periodo Ming (1368-1644).

10. Xingtan (Altare dell'Abicocco): in un'opera filosofica di Zhuangzi, scritta intorno al 300 a.C., vi è un brano ove si dice che Confucio era solito insegnare ai suoi discepoli all'ombra di un albicoco. Questo spiega la costruzione di questo insolito tempietto. L'albero che si vede oggi risale al 1732 ma si dice che sbocciò sulle vecchie radici che non erano mai morte da quando Confucio lemise nel terreno.

11. Dashengdian (Grande Sala di Confucio): è il padiglione più importante, più imponente e anche il più alto. La sua altezza raggiunge i 26 m, mentre il lato più lungo (anteriore e posteriore della sala) è di 47 m. Coperto da un doppio tetto. Ma l'occhio viene subito colpito dalle dieci grande colonne in marmo bianco che sostengono, sul davanti della sala, la parte inferiore del primo tetto. Le colonne sono scolpite con lunghi draghi che giocano con la perla, attorcigliandosi attorno al fusto. La leggenda sostiene che quando l'imperatore veniva al tempio per le cerimonie in onore di Confucio, le dieci colonne venivano coperte con damasco rosso, per non fare sfigurare quelle dei palazzi imperiali della Città Proibita. All'interno, il tetto è sorretto da dodici enormi colonne (dodici come i mesi dell'anno e le ore del giorno) ricavate dal Nan, un legno prezioso esistente in Cina.

Il primo tempio in onore di Confucio venne costruito subito dopo la sua morte (479 a.C.) ed era di dimensioni modeste.

Nel 739, sotto la dinastia Tang, venne edificato un grande tempio sul luogo del precedente che si trovava vicino all'albicocco.

Nel 1018, al tempo della dinastia Song, se ne costrù un altro.

Nel 1724, sotto la dinastia Qing, un colpo di fulmine incendiò e distrusse il tempio. Nello stesso anno si iniziò la ricostruzione che portò all'edificio che oggi vediamo, un vero modello classico dello stile architettonico mancese.

Nel Dachengdian vi è una delle chiavi di lettura più importanti della cultura cinese. Qui si tocca con mano l'influenza del confucianesimo, del suo culto (non religione) sul quotidiano di questa società. Si comprende come questa filosofia di Stato veniva magnificata, sostenuta, diffusa da riti solenni, complicati, sfarzosi, di cui lo stesso imperatore era il primo celebrante.

Appena varcata la soglia appare la statua di Confucio, collocata sotto un baldacchino riccamente scolpito. Questa statua divenne per molti secoli il modello di tutte le rappresentazioni del grande maestro.

Davanti alla statua una tavoletta porta incisi otto caratteri "Zi sheng xian xi kong zi shen wei" (Venerabile tavoletta del saggissimo antico maestro Kong). Il tipo di tavoletta è lo stesso di quello usato per il culto degli antenati. In antico si credeva che scrivendovi il nome del defunto una delle sue anime (è difficile dire se credessero all'esistenza di 2 o 3 anime) prendesse dimora nella tavoletta che diveniva così oggetto di culto.

Ai lati di Confucio vi sono i quattro seguaci (Si pei). Da sinistra: Kong Ji, nipote di Confucio e autore di due dei quattro classici confuciani; Mencio, che dopo Confucio è il più grande filosofo del confucianesimo, autore del quarto classico confuciano "Le conversazioni filosofiche" che anche nel titolo ricordano i "Colloqui" di Confucio (Mengzi, italianizzato in Mencio, vuol dire semplicemente Maestro Meng). Alla destra della statua del Maestro Kong troviamo: Yan Hui e Zeng Sen, i due discepoli prediletti di Confucio i cui nomi ricorrono spesso nei Colloqui. Il gruppo di statue accanto rappresenta i 12 discepoli, anche se in realtà i discepoli sono undici e il dodiceimo è Zhuxi (1130-1200), un altro grande filosofo confuciano che ampliò la filosofia del maestro arricchendola e organizzandola sistematicamente, cosa che gli creò l'inimicizia dei conservatori confuciani che sotto i Ming e i qing cercarono di distruggere il suo lavoro senza però avere molto successo presso gli intellettuali. L'altare di legno davanti alla statua è del periodo qing. Su questo altare l'imperatore stesso offriva il sacrificio a Confucio.

Nel tempio vi sono nolti vasi sacrificali (Shi gong) preziosi per manifattura e per antichità. Si può osservare anche una raccolta di strumenti musicali antichi, tipici cinesi, che venivano impiegati nelle cerimonie ufficiali, nei riti, nelle feste.

12. Qindian (Sala del Sonno): conosciuta anche come sala degli appartamenti privati, è dedicata alla moglie di Conficio. All'interno vi è solo una tavoletta funebre e molti oggetti d'arte.

13. Shengjidian (Sala della Sacra Presenza): è l'ultima costruzione che si incontra sull'asse centrale del Tempio. Su quattro grandi lastre si possono leggere i seguenti caratteri: "Wan shi shi biao" (Maestro e modello per un'infinità di generazioni), le generazioni stando al carattere wan sarebbero 10.000, ma è solo un numero simbolico come il noto "Mao Zedong wan sui" non è tradotto "10.000 anni di vita a Mao Zedong" ma "Lunga vita a Mao Zedong". I quattro caratteri riproducono esattamente la calligrafia dell'imperatore Kangxi, che nel 1687 scrisse di suo pugno l'elogio per Confucio. All'interno della sala, su 105 lastre di pietra, è narrata la storia di Confucio, una vera agiografia con testo, illustrazioni, storia, aneddoti, leggende, che si è arricchita e sviluppata lungo i secoli.

Benchè le sculture più antiche non siano anteriori al 1592, tuttavia alcune di esse sono una copia esatta di opere precedenti distrutte dal tempo o dalla furia dell'uomo.

14. Qishengmen (Porta di colui che annuncia il Saggio): si riferisce al padre di Confucio che ricevette, nel 1330, il titolo di "Colui che annuncia il Saggio".

15. Jingsitang (Sala delle sete e dei metalli): molto tempo fa l'edificio era usato come deposito degli strumenti musicali a corda (sete) e a percussione (metalli);

16. E' la penultima costruzione del settore occidentale, si chiama Qishengdian (Tempio di colui che annuncia il Saggio) ed è dedicata al padre di Confucio, effigiato in una statua all'interno del tempio.

17. Per ultimo la Qindian (Sala del sonno): questa piccola costruzione è dedicata alla madre di Confucio.

18. Shilitang (Sala dei Riti e delle Poesie): si trova nel settore orientale del tempio, vicinissima alla casa di Confucio. Ricorda un episodio storico tra il padre e il Maestro che si sarebbe ritirato in questo luogo a studiare i riti "per poter formarsi un buon carattere" e le poesie "per imparare a esprimere le sue idee".

19. Kongzi gujing (Pozzo di Confucio).

20. Lubi (Muro di Lu): all'interno di questo muro vvennero nascosti dal 9° successore di Confucio i libri confuciani per salvarli dalla distruzione ordinata da Qin Shihuangdi. Furono ritrovati più tardi quando il Principe Gong del regno di Lu fece demolire il muro per ampliare il suo palazzo.

21. Tempio dei cinque antenati di Confucio: coontiene le cinque statue dei personaggi di cui è difficilee dire se fanno parte della storia o della leggenda del loro illustre successore.

22. Jiamiao (Tempio della Famiglia): è l'ultimo edificio del settore orientale in cui sono raccolte le tavolette funebri dei membri della famiglia di Confucio che si sono distinti per meriti partucolari.

A un chilometro dalla città vi è il cimitero della famiglia di Confucio. Qui sono seppelliti il Maestro, suo figlio Bo Yu, il nipote Kong Ji e la maggior parte dei suoi discendenti. Lungo il viale lastricato, sono disposti 2 pantere, 2 grifoni, 2 custodi: simboli dei più alti onori funebri. Tutte le tombe sono immerse in una foresta di 22.000 tra pini e cipressi a cui vanno aggiunti i 40.000 alberi di vario tipo piantati nell'opera di rimboschimento iniziata nel 1949. Oltre alle tombe e alle sculture di animali vi sono più di mille stele che costituiscono un documento letterario e storico. Questa estensione di alberi è la più vasta e antica che l'uomo abbia costruito e conservato.

Tai'an: si trova ai piedi del Monte Tai (Taishan, 1532 m), venerato dai tempi antichi come la prima tra le 5 montagne sacre della Cina e considerato come una divinità regolatrice dei fenomeni naturali, principio della vita e della morte. Ha ispirato poeti e pittori cinesi ed è simbolo di grandezza (infatti delle 5 montagne sacre è la più grande) e di stabilità (un detto popolare cinese dice: "Essere stabile come il Taishan"). Secondo la tradizione cinese, le montagne sono considerate sede di divinità.

In Cina sono cinque le montagne considerate sacre:

1. il Songshan (Picco del centro), nella provincia dello Henan;

2. il Taishan (Picco dell'est), nella provincia dello Shandong;

3. lo Hengshan (Picco del Sud), nella provincia dello Hunan;

4. lo Huashan (Picco dell'Ovest), nella provincia del Shaanxi;

5. lo Hengshan (Picco del Nord), nella provincia del Shanxi.

Ma il Taishan è certamente la più sacra di tutte perchè presiede, protegge, controlla tutto l'Oriente, in altre parole è alla sorgente della vita perchè il sole nasce a oriente. Secondo lo storico Sima Qian (145-86 a.C.), al tempo della dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.), il Taishan era trattato con gli stessi onori riservati ai tre più alti funzionari della corte imperiale che venivano chiamati i "tre duchi".

Nel 725, sotto la dinastia Tang (618-907) l'imperatore Xuan Zong gli conferisce il titolo di "Re uguale al Cielo" (Tian qi wang).

Nel 1008, durante la dinastia Song del Nord (960-1127), l'imperatore Zhen Zong aggiunge altri titoli al precedente e il Taishan diventa così, "Re buono e santo, uguale al Cielo" (Ren sheng tian qi wang).

Nel 1011, altra promozione. Si sostituisce il titolo di re (wang) con quello di imperatore (di). Il Picco dell'Est diventa così "L'Imperatore uguale al Cielo, buono e santo" (Tian qi ren sheng di).

Nel 1291, gli onori aumentano ancora. Il Taishan viene chiamato "Imperatore uguale aI Cielo, grande produttore di vita, buono e santo" (Tian qi da sheng ren sheng di). Ma nel 1370 l'irnperatore Taizu, fondatore della dinastia Ming, conosciuto anche con il nome di Hungwu (1368-1399), pose fine a questa inflazione di titoli Iasciando solo iI nome di "Dong yue tai shan" (Picco dell'Est, Taishan). Sul Taishan si trovano non meno di 252 monumenti che sono sparsi tra Ia città di Tai'an e il Picco dell'Est.

Noi ne indicheremo solo i più importanti:

-Il Dai Miao (Tempio Dai, antico nome del monte Tai): occupa ancora oggi quasi un quarto della vecchia città di Tai'an, racchiuso entro le antiche mura. Avvicinandosi al tempio da sud si incontra l'Arco di trionfo del Picco delI'Est (Dong yue fang), costruito sotto la dinastia Qing (1644-1911) ai tempi dell'imperatore Kangxi (1662-1723). Sul lato meridionale della cinta di mura si aprono tre porte:

-la grande porta che guarda a Sud (Zhengyangmen) al centro;

-la porta che si apre sulla grandezza (Jiandamen) a sinistra;

-la porta da dove si ammira I'altezza (Yanggaomen) a destra.

Entrati nel primo cortile si notano numerose stele, due delle quali di particolare grandezza e importanza:
quella di destra, la stele di Xiangfu, risale al 1013, è alta 13,6 m e Iarga 2,2 m, ricorda l'editto dell'imperatore Zhenzhong che promuoveva il Taishan dal titolo di re a quello di imperatore. È conosciuta anche come la stele di Zhenzhong; quella di sinistra, la stele dell'era Xuanhe, è alta 9,52 m e larga 2,1 m. Venne scolpita e collocata nel 1124 per ricordare Ia ricostruzione del tempio, sotto i Song del Nord (960-1127). Nel 1588 furono aggiunti sul lato posteriore quattro caratteri: "Wan dai shan yang" (Diecimila generazioni ti portano rispetto).

Sempre nel primo cortile si trovano tre grandi costruzioni: il palazzo al centro, dedicato al dio Taishan si chiama: Porta di colui che è associato al Cielo (Peitianmen). La costruzione che si trova alla destra è la Sala dei tre marchesi divini (Sanlinghoudian).

I marchesi sono i "censori" della dinastia Zhou (1122-770 a.C.) che sarebbero riapparsi in questo luogo nel 1008. Il secondo cortile è il più vasto di tutto il tempio. Una volta, attaccate alle mura che lo recingono, erano state costruite delle piccole celle che rappresentavano i 75 tribunali dell'inferno. Ciascuna di esse dava un esempio dei diversi modi in cui erano puniti i malvagi.

-II tempio del dono celeste (Tiankuangdian) o tempio di colui la cui grandezza è giunta al sommo (Junjidian): è preceduto da tre terrazze. Il tempio, con copertura in tegole di ceramica gialla su due piani, è stato costruito sotto gli Han, ingrandito sotto i Song e restaurato numerose volte, l'ultima delle quali, forse la più importante e più estesa, nel 1956. AIl'interno del tempio vi è la statua deI dio Taishan, vestita di giallo. L'imperatore celeste tiene in mano Ie tavolette, simbolo della sua autorità. Importante, sia per la fattura che per la documentazione storica, é l'affresco che si snoda sulle pareti, alto 3,3 m e lungo 62 m. Partendo dal muro occidentale, passando su quello meridionale per finire sull'orientale, vi è il racconto fotografico deI viaggio dell'imperatore dal suo palazzo fino alla montagna sacra. Appartiene alla dinastia Song (960-1279). Passato il muro di cinta, si entra in un piccolo cortile dove vi è il tempio della camera da letto (Qingong). La costruzione è dedicata alla moglie del dio Taishan. All'interno vi è la statua di Taishan e della sua sposa. Questa divinità femminile è apparsa più tardi, porta il titolo di imperatrice perfetta e intelligente (Shuminghou).

Rimangono ora le due fasce laterali del tempio, anch'esse suddivise da mura che formano piccole corti. Cominciando da destra, si incontrano 6 antichissimi alberi tuja (bo). Secondo la leggenda sono stati piantati sotto l'imperatore Wu, della dinastia Han Occidentale, nel 110 a.C. Molte poesie ricordano questi stupendi alberi.

Tempio del duca Bing ling: costui era il terzo figlio di Taishan (BingIinggong).

Sala dei tre fratelli Mao (San Maodian): si trova nel secondo cortile. Nella fascia laterale sinistra, all'interno del primo cortile, vi è una stupenda acacia (Acacia arabica), probabilmente importata dall'India al tempo della dinastia Tang (618-907) più di dieci secoli fa.

Tempio dell'uomo vero (Yanxidian): vi si venera un santone taoista che venne associato al culto di Taishan ai tempi di Kaiyuan (713-741).

Il cortile è una vera biblioteca di pietra. I muri sono ricoperti di lastre con poesie, talvolta anche autobiografiche, di famosi letterati cinesi. Il padiglione si chiama Huangyongting (II padiglione in mezzo ai poemi).

Non resta che uscire dalla porta che si apre al centro del muro settentrionale. La Porta del rispetto di Lu (Luzhanmen) ricorda alcuni versi del libro dei canti (Shijing) ove si dice "Il Taishan è alto, tutti i villaggi di Lu lo contemplano".

Diamo qui una breve descrizione, con note storiche, dei punti di maggior interesse di questa interminabile, ma affascinante, scala che si snoda lungo i fianchi del Taishan, come un enorme drago formato da 7000 gradini di roccia, intervallata da archi, tempietti, case, grotte, brevi spianate e tortuosi sentieri.

Daizongfang (Arco di Daizong): antico nome di Taishan. Da questo punto inizia la salita. Costruito sotto la Dinastia Ming, tra il 1567 e il 1572, venne ricostruito nell'ottavo anno di regno di Yongzheng (1730) della Dinastia Qing.

Lao Jun tang (Sala di Lao Jun): dedicata al maestro Laozi, fondatore del Taoismo ed autore del classico Daodejing. Wang mu chi (Stagno della regina Madre) o "Stagno di Giada" o "Tempio della Celeste Regina Madre": tutti nomi che indicano un piccolo monastero che un tempo ospitava monache scelte per la loro bellezza; famoso per una sorgente d'acqua limpidissima. Venne costruito nel 1053.

Lu zu lou (Torre del Patriarca Lu) : conserva al suo interno una statua di Lu Dongbin, personaggio vissuto sotto i Tang e più tardi entrato nel pantheon taoista. Il tempio risale alla Dinastia Ming.

Lu zu dong (Grotta del Patriaca Lu): è il luogo ove si era ritirato questo santone.

Qiu xian dong (Grotta del drago senza corna) : secondo la leggenda il drago veniva spesso a leggere le poesie che il patriarca, vicino di grotta, scriveva sulle pietre. Un giorno Lu Dongbin, commosso da tanta fedeltà, con un colpo di magia lo trasformò in un vero drago con corna e ali e questi se ne andò felice nell'immortalità.

Guandi miao (Tempio dell'imperatore Guan): dedicato al dio della guerra (Guan Yu) che pur essendo un generale aI tempo della Dinastia Han, morto nel 219 a.C., è diventato il simbolo della fedeltà assoluta al sovrano.

Yi tian men (Prima Porta Celeste): l'arco è stato costruito in pietra nel 1717, 56° anno di regno dell'imperatore Kangxi della dinastia Qing.

Kongzi deng lin chu (Luogo ove Confucio iniziò la salita): sono i cinque caratteri scritti sul successivo arco di pietra, costruito sotto il regno di Jiajing della Dinastia Ming, nel 1560. Ricorda la visita di Confucio al Taishan.

Tian jie (Arco dei Gradini Celesti) : è il terzo arco di pietra costruito dallo stesso imperatore Jiajing, tre anni dopo. Talvolta è detto anche la "Scala del Cielo".

Hong men gong (Palazzo della Porta Rossa): chiamato così per il colore di due pietre accanto al palazzo. Ricostruito nel 1626, sotto il regno di Tianqi, della dinastia Ming, è formato da diversi padiglioni: la sala della "Dea della Nuvola Azzurra"; il padiglione della "Breve Sosta" o del "Cambio dei Vestiti", la sala di "Maitreya" e infine il padiglione "Ove si radunano le nuvole". Sul sentiero vi è il padiglione "Dove volano le nuvole", uno dei posti più spettacolari per vedere l'alba.

Bai luo zhong (Tomba della mula bianca): nel 726 l'imperatore Xuanzong (713-741), della Dinastia Tang, salì fino alla cima del Taishan e vi ridiscese sul dorso di una mula bianca. Accaddero due cose strane: l'imperatore non accusò nessuna fatica per il viaggio; la mula morì improvvisamente appena I'imperatore scese di sella. Costui, impressionato dai due fatti che considerò soprannaturali, fece nominare la mula generale e diede ordine di costruire una tomba che ricordasse ai pellegrini l'avvenimento straordinario.

Wan xian lou (Torre dei 10.000 immortali) : costruita a metà della strada che porta alla cima, nel 1620; ospita la statua della "Celeste Regina Madre" attorniata dagli Immmortali. Sulle quattro pareti sono state poste 63 tavole di pietra con brani di storia e di Ietteratura, incise con caratteri di stile antico. È stata restaurata nel 1953.

Dou mu gong (Tempio della dea dell'Orsa Maggiore): dopo aver passato una roccia con due grandi caratteri (vento e luna), scritti in modo incompleto per indicare che qui Ia bellezza della natura non ha limiti, si arriva al tempio, una volta residenza di una comunità di monache buddhiste che curavano iI culto della dea stellare, attorniata da un corteo di quaranta divinità stellari. Costruito col nome di Longquan (Sorgente del Drago), prese il nome attuale quando fu ricostruito nel 1542, durante il regno di Jiajing, della Dinastia Ming.

Gao lao qiao (Ponte di Gao): dedicato ad un personaggio taoista.

Shi jing yu (Valle deI Sutra nella roccia). Fatti incidere da Wu Ping (570-576), della Dinastia dei Qi del Nord, secondo Io stile deI calligrafo più famoso al tempo dei Qi, riportano iI testo del "Sutra di Diamante" (Jingangjing) in 2500 caratteri, ciascuno dei quali misura mezzo metro quadro. Attualmente ne rimangono solo 1043 Ieggibili, gIi altri sono stati lavati via dall'acqua e dal tempo. Quasi a unire buddhismo e confucianesimo, aI tempo dei Ming, un ignoto studioso ha fatto incidere ai piedi di questi grandi caratteri, un paragrafo dell'opera di Confucio il Da xue (Studi Superiori).

Hui ma ling (Dove i cavalli ritornano indietro) : noto anche come il "Passo di pietra", è iI luogo dove la mula bianca dell'imperatore stramazzò senza vita. In realtà questo era iI punto più alto raggiungibile dai cavalli che giunti qui dovevano tornare indietro.

Er tian men (Seconda Porta Celeste): conosciuta anche come Ia "Porta a metà strada verso il Cielo" (Zhangtianmen). Siamo a metà percorso nella salita al monte Tai.

Zhan yun jian (Spada che taglia le nuvole) : la grande roccia appuntita che si protende sulla valle è un segnale meteorologico: se le nubi sono così basse da essere tagliate dalla spada allora piove, se invece sono alte il tempo rimane bello.

Wu da fu song (Ufficiale di Quinta Classe): questi quattro caratteri, incisi sull'arco di pietra, ricordano un fatto storico. L'imperatore Qin Shihuangdi nel 219 a.C., durante una visita al Taishan venne a trovarsi neI pieno di una tempesta e si riparò sotto un grande pino. Per essere stato protetto e riparato dalle intemperie l'imperatore nominò il pino "Signore di Quinta Classe", equivalente aI titolo di "Ufficiale di nono grado" sotto la Dinastia Qin.

Yuan jun dian (Sala della dea della Nuvola Azzurra): si tratta dí un ambiente che può accogliere 20 persone e che una volta conteneva una statua della dea. Anticamente era chiamata "Sala di fronte al sole".

Wan zhang bei (Stele dei centomila piedi): iI nome deriva dal fatto che ogni carattere inciso sulla parete di roccia è alto circa 3 piedi (1 metro circa).

Dui song shan (Pini di fronte alla montagna): una pineta da cui si può avere uno dei migliori panorami deI Taishan, almeno così scrisse in un poema l'imperatore Qianlong.

Sheng xian fang (Arco che rende immortali): una gradinata in pietra di proporzioni monumentali che si snoda tra pareti di roccia. In alto si staglia neI cielo Ia "Porta celeste meridionale".

Nan tian men (Porta Celeste Meridionale): conosciuta anche come "Terza Porta deI Cielo". Costruita nel 1264 sotto il regno di Zhong Tong, della Dinastia Yuan. (1271-1368). La parte superiore della porta è chiamata col nome poetico di Mo tian ge (Padiglione che Iambisce le nuvole). Sulla lastra in pietra, posta a sinistra della porta, vi è un poema di Du Renjie, della Dinastia Yuan, che dice: "Ho ammirato lo spettacolo che appare dalla Terza Porta Celeste e si estende per i cieli senza fine. La scalinata dai mille gradini mi ha portato ad una vista incantevole: mille cime di monti".

Bi xia gong (Tempio della Nuvola Azzurra) : un gruppo di costruzioni edificate circa mille anni fa, sotto il regno di Dazhong Xiangfu, della Dinastia Song. Allora si chiamava "Tempio della Verità che illumina", mentre I'attuale nome gli fu dato sotto la Dinastia Qing. Vi sono la torre della Campana e la torre del tamburo. Di fronte aI Tempio della Nuvola Azzurra, due grandi stele in bronzo. Quella di sinistra, posta nel 1615, ha questa iscrizione: "Palazzo aureo della dea del Taishan". La stele di destra, eretta neI 1625, ha inciso invece: "Palazzo della benedizione del dio Taishan".
Nella sala principale deI tempio vi è una stupenda statua in bronzo, di squisita fattura, della Dea della Nuvola Azzurra che le donne cinesi vanno a pregare per ottenere il dono della fertilità.

Kongzi miao (Tempio di Confucio): costruito sotto i Ming, rifatto nel 1714, è stato restaurato circa 35 anni fa.

Yu huang ding (Imperatore di Giada) o Tian zhu feng (Sommità della Colonna del Cielo) : è il tempio dedicato alla figura mitica dell'Imperatore di Giada, divinità taoista, rappresentato all'interno da una statua in bronzo dorato. Su una tavoletta posta davanti alla statua si legge: "Yu huang shang di da tian zun" (Statua del grande dio, sovrano di giada, imperatore dell'alto). Importanti gli affreschi sulle pareti: a destra gli "Otto immortali", a sinistra i "Cinque vegliardi".

Ri guan feng (Picco per ammirare il sole): tra i molti posti panoramici sparsi sulla cima del Taishan, dalla roccia che indica la stella polare al picco per guardare la luna, allo spiazzo per ammirare la provincia dello Shandong, questo è certo il più popolare e forse il più spettacolare.

Zhonggong: ad una ventina di chilometri da Jinan. Vi è la "Grande Muraglia di Lu", costruita nel V sec. a.C. e che costituisce certamente la più antica muraglia cinese. I principali monumenti sono:

1. la Lunghuta (Pagoda del Drago e della Tigre);

2. la Simenta (Pagoda a Quattro porte), con 4 statue di Buddha seduto;

3. la Qianfoya (Scogliera dei Mille Buddha): serie di sculture, scolpite nella roccia, di Buddha e di defunti.

 


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