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È una regione autonoma (dal 1° settembre 1965) e confina con il Xinjiang, Qinghai,
Sichuan, Yunnan e con Birmania, India, Butan e Nepal.
II nome cinese Xizang (l'ovest di Zang) deriva dal tibetano zangpo cioè
"fiume" e si riferisce al Mar Zangpo, iI nome dato dai tibetani al Brahmaputra
che nel corso superiore bagna la regione. Il nome tibetano della regione è Bodyul; quello
occidentale Tibet deriva, attraverso l'arabo, dal nome Tobot (cinese Tufan) dato alla
regione durante la prima unificazione, nel sec. VII d.C., attuata da Songtsen Gampo. In
questo periodo si afferma la scrittura tibetana, derivata da quella indiana (Songsten
Gampo aveva sposato una nepalese) e il buddhismo.
Il Tibet è stato, fino a qualche decennio fa, il simbolo di un "mondo isolato e
inviolabile", centro delle antiche tradizioni religiose del lamaismo o Vajrayana che
è un'interpretazione tibetana del buddhismo. Scopo del Vajrayana è la liberazione
dell'uomo daI dolore realizzabile solo con l'illuminazione interiore. Figura tipica del
Iamaismo è il boddhisattva che pur avendo raggiunto la totale liberazione vi rinuncia per
tornare ciclicamente sulla terra, tramite reincarnazioni, per aiutare gIi altri. La chiesa
Iamaista, influenzata daI buddhismo, ha permeato la cultura e l'organizzazione sociale dei
tibetani. La regione è piena di monasteri lamaisti. A capo del governo teocratico vi era
iI Dalai Lama {Oceano di saggezza), detentore dell'intero potere spirituale, politico ed
economico e reincarnazione dei suoi predecessori. La seconda autorità era iI Panchen
Lama.
I due tradizionali alimenti tibetani sono iI tè e Io tsampa. Il tè viene fatto
bollire per ore con salnitro e soda; poi prima di berlo si aggiunge burro di yack. Lo
tsampa è invece a base di chicchi di orzo soffiati sulla sabbia calda, vengono anch'essi
mescolati con il burro di yack.
Rísorse
AIIevamento: yack (simile ad un bue), pecore, montoni; tappeti.
CLIMA
Il Tibet è visitabile tutto l'anno in condizioni climatiche mutevoli, ma sempre
accettabili. In inverno l'escursione diurna si fa particolarmente sensibile, in quanto la
temperatura - di notte - scende fino a 15-20 gradi sotto lo zero, per poi salire fino a
12-15 gradi sopra lo zero nel corso della giornata. Gli alberghi sono riscaldati inmodo
sufficiente. Gli itinerari invernali sono particolarmente interessanti per gli incontri
con la popolazione che nei mesi freddi lascia gli alti pascoli per spostarsi a valle
dedicandosi ai pellegrinaggi: i monasteri sono dunque, in questa stagione, un affollato
crogiolo di razze provenienti da tutto il Tibet. Inoltre in inverno non piove mai e quasi
non c'è una nuvola in cielo, consentendo viste uniche sulla catena himalayana. La neve,
il cui limite si attesta intorno ai 6000 metri, impedisce solo l'attraversamento via terra
della catena hilalayana, ma tutta l'area compresa tra Lhasa, Tsetang e Shigatse rimane
percorribile.
In estate la catena himalayana fa da schermo sufficiente alle più basse nuvole
monsoniche provenienti dai versanti indiano e nepalese. Le piogge sono dunque limitate,
anche se possono essere presenti, soprattutto nel periodo luglio/agosto. In questa
stagione occorre dunque essere muniti di mantelline impermeabili e scarponcini adatti a un
clima che può rivelarsi umido e piovoso. Inoltre i fiumi, ingrossati dallo scioglimento
delle nevi in quota, possono rendere più difficoltoso il transito lungo le strade in
terra battura. Le temperature sono molto gradevoli, comprese tra i 25 e i 28 gradi di
giorno e i 3-4 gradi la notte. Sui passi è sufficiente un leggero maglione, ma va tenuta
a portata di mano una giacca a vento, soprattutto per i villaggi in quota dove si
effettuano dei pernottamenti.
Monastero di Sakya
Si trova a 155 km da Shigatse, non lontano dalla strada che porta al confine con il
Nepal e quindi a Kathmandu. Il significato di Sakya in tibetano è "terra
grigiastra", per il colore del terreno intorno.
Il Monastero di Sakya rappresentò il centro di influenza della Setta Rossa Sakyapa,
che dominò sul Tibet a più riprese intorno al 13° secolo, una setta monastica
particolarmente versata nella stregoneria e nelle pratiche magiche. Il monastero andò
distrutto negli anni della Rivoluzione Culturale e i monaci superstiti si rifugiarono in
India. Oggi la vita monacale sta lentamente riprendendo. Il monastero contiene pregevoli
opere d'arte, soprattutto affreschi e statue, ma anche libri, vasi e altri oggetti di
valore. La cappella principale misura circa 6000 metri quadrati e può ospitare
cinquecento monaci.
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