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RECENSIONI

Recensioni

La Cina nelle lastre di Leone Nani (1904-1914), a cura di Giuliano Bertuccioli, Grafo, Brescia, 1994, pp. 151.

In occasione delle manifestazioni per la promozione degli scambi culturali ed economici tra la città di Brescia e la Cina, la Fondazione Civiltà Bresciana ha pubblicato questo pregevole volume di fotografie eseguite da padre Leone Nani, durante la sua decennale permanenza in Cina al principio del secolo.
L'ampia scelta di splendide fotografie, corredate da puntuali didascalie ad opera di Giuliano Bertuccioli, è preceduta da una breve presentazione a cura del Presidente della Camera di Commercio di Brescia, Francesco Bettoni, da un saggio del curatore sulla situazione che Nani trovò allorquando, poco più che ventenne, giunse ad Hangzhou, da una nota di Angelo S. Lazzarotto circa l'attività missionaria svolta dal sacerdote nella provincia dello Shaanxi e infine da una ricostruzione, a cura di Giovanna Calvenzi, dell'attività di fotografo che il missionario svolse in Cina.
Un antico adagio cinese dice: "udire cento volte, non equivale a veder una sola volta". Così scorrendo le bellissime immagini riusciamo per un attimo ad immergerci in una Cina senza tempo, dando contorni definiti a paesaggi naturali, volti ed ambienti familiari, di cui abbiamo potuto leggere infinite descrizioni nella letteratura di quel paese o nelle memorie che ci hanno lasciato i viaggiatori, senza tuttavia riuscire ad immaginarceli in tutta la loro, a volte, cruda realtà.
Le montagne avvolte dalla nebbia (p. 48), un gruppo di minatori feriti dalla luce all'uscita da una galleria (p. 74), tre donne di diverse generazioni in posa davanti all'obiettivo del fotografo straniero (p. 103), ed infine il nostro sacerdote che conferisce il battesimo ad un gruppo di neonati urlanti (p. 142), sono solo alcune delle oltre cento immagini che il curatore ha voluto raccogliere in tre sezioni: l'ambiente, la vita e la missione, consentendo a noi lettori di questo scorcio di secolo di essere per una volta anche veri spettatori di un mondo le cui tracce sono state completamente cancellate dal tempo.
L'edizione in tre lingue, italiano, inglese e cinese, di tutti i testi inclusi nel volume, permetterà certamente a quest'opera di fornire un vivido contributo alla conoscenza della vita e dei costumi di una Cina per noi cosi lontana.

Federico Masini

ANNA MARSDEN, Cinesi e Fiorentini a confronto. Prefazione di Massimo Livi Bacci, Firenze Libri, Firenze 1994, pp. 212.

L'immigrazione in Italia dai paesi del Terzo Mondo e dall'Europa Orientale, non controllata, non selettivamente pianificata, va prendendo proporzioni tali che dovrebbe costituire materia di attenta e preoccupata riflessione da parte delle autorità governative. Non sembra però che finora ciò avvenga e che esse intendano provvedere sollecitamente a disciplinarla con leggi, meno permissive delle attuali, col risultato che un paese come l'Italia, che poteva vantarsi un tempo d'esser "una di lingua, di sangue, di altare..." ora va avviandosi allegramente a divenire una terra multirazziale con tutti gli inconvenienti che questo fatto comporta. Primo fra tutti l'insorgere degli odiosi sentimenti razzisti nella popolazione "indigena", cioè negli Italiani. Sembrava che essi fossero esenti da questo brutto male e infatti lo erano stati fintanto che "i diversi" erano una esigua minoranza, che passava inosservata o al massimo era oggetto di curiosità. Ma quando il numero dei diversi cresce oltre un certo limite, fatalmente scatta la molla del razzismo: un istinto connaturato purtroppo nella natura umana, come lo sono quello di proprietà, quello sessuale, quello di conservazione. Resta sopito, latente, pronto a scattare, come avviene ora, quando "i diversi" sono troppo numerosi, siano essi negri o cinesi o zingari o arabi. Chi scrive ritiene di aver tutte le carte in regola per rintuzzare eventuali accuse di razzismo. Ritiene però anche che è inutile prendersela solo ed esclusivamente con gli stupidi giovinastri che di tanto in tanto aggrediscono qualche "diverso" e che si dovrebbe invece risalire più in alto prendendosela con chi ha permesso per miopia o indifferenza, che si creassero certe situazioni.
Il libro della Marsden tratta del problema della immigrazione cinese in Toscana: un fenomeno di notevoli proporzioni, tanto che sembra che in un paese gli immigrati cinesi stiano per sopravanzare gli "indigeni". La Marsden, che è antropologa e non sinologa, documenta la sua opera con statistiche e dati e la correda con un'ampia bibliografia, in cui però sorprende non veder citato l'articolo che lo scrivente e la dr.ssa Maria Novella Rossi dedicarono su Mondo Cinese n. 77 (marzo 1992) al paese di Campi Bisenzio, dove l'immigrazione cinese è particolarmente intensa. Secondo quanto scrive la Marsden, la maggioranza degli immigrati proviene dalla provincia di Zhejiang e in modo particolare dal distretto di Wenzhou. A questo proposito può valer la pena di ricordare anzitutto che il nostro Martino Martini S.J. si scagliava nel suo Novus Atlas Sinensis del 1655 proprio contro gli abitanti di Wenzhou, che egli diceva affetti dai peggiori vizi della natura umana. Speriamo che col tempo siano migliorati, almeno quelli che vengono nel nostro paese! Inoltre vale anche la pena di ricordare che sul finire del secolo scorso il governo italiano si era messo in mente di avviare una politica di espansione e conquista anche in Cina e precisamente proprio nella provincia del Zhejiang, dove aveva intenzione di costruire una base navale (come avevano fatto l'Inghilterra con Hong Kong e Weihaiwei, e poi la Francia e la Germania). Chiese pertanto al governo cinese la località di Sanwen Wan che avrebbe dovuto costituire un centro per i nostri traffici e per l’emigrazione italiana in Estremo Oriente. La richiesta fu respinta dal governo cinese e il nostro incassò lo smacco (prevedibilissimo dato che non avevamo potuto appoggiare la pretesa con la forza), ma in compenso, dopo quasi cento anni, per una singolare nemesi storica, sono proprio i Cinesi del Zhejiang che adesso invadono pacificamente la Toscana.

Giuliano Bertuccioli

 

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