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RECENSIONI

Recensioni

di Piero Corradini

Ming Qing Yanjiu, edited by Paolo Santangelo, Dipartimento di Studi Asiatici, Istituto Universitario Orientale e Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, Napoli - Roma, 1994, pp. 172.

Nell'ambito del progetto di una grande Encyclopedia of Chinese History and Culture, il Dipartimento di Studi Asiatici dell'Istituto Universitario Orientale e l'Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente continuano a fornire, con la pubblicazione di questi volumi annuali, delle "anticipazioni" (almeno così è dato capire), di quello che dovrà essere il contenuto dell'enciclopedia. Ma prescindendo dagli scopi che si prefigge la pubblicazione, resta il fatto che si tratta di una benemerita iniziativa che raccoglie contributi di studiosi italiani e stranieri.

Il volume del 1994 presenta uno studio di Giorgio Casacchia ("The Xi Ru Er Mu Zi by Nicolas Trigault: a missed opportunity to have dictionaries alphabetically arranged in Ming China", pp. 9-17), interessante per la storia dei primi tentativi di romanizzazione del cinese. Segue poi un saggio di William Dolby ("Wang Shifu's influence and reputation", pp. 19-45), illuminante contributo alla storia del teatro dell'epoca Yuan.

Molto interessante è il saggio di Clara Wing-chung Ho ("Conventionality versus dissent: designation of the titles of women’s collected works in Qing China", pp. 47-90) dove l'autrice trae conclusioni nuove sulla storia della mentalità cinese ed in particolare sull'evoluzione dell'autoconsiderazione delle donne scrittrici durante l'ultima dinastia imperiale.

Concludono il volume uno studio di Dian Murray sul commercio internazionale cinese al tempo delle dinastie Ming e Qing ("Silver, ships and smuggling. China's international trade of the Ming and Qing Dynasties", pp. 91-143) ed una bibliografia su Macao a cura di Roderick Ptak ("Portuguese trade along the China coast and in Macau during the Ming period: a bibliography of useful secondary works in western languages", pp. 145-169).

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ENRICA COLLOTTI PISCHEL, Storia dell'Asia Orientale, 1850-1949, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994, pp. 294, Lire 34000.

Con la consueta bravura, Enrica Collotti Pischel ci offre, con questo saggio, una visione organica di quella che fu la disgregazione dell'impero cinese, la nascita del Giappone moderno, lo svilupparsi e il successivo crollo del colonialismo in Asia Orientale, dall'India all'Indonesia.

Le vicende cinesi sono così inserite in un contesto più vasto e vengono meglio comprese proprio perché parte integrante di una vicenda che travalicò i confini del Paese di Mezzo.

Le doti di scrittrice e le capacità di analisi storica dell'Autrice sono ben conosciute ed il libro è all'altezza della sua fama. Lo si raccomanda sia agli studiosi specializzati che agli studenti ed a tutti coloro che sono interessati alle vicende del continente asiatico.

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GUIDO SAMARANI, La Cina verso il 2000, Editrice Cafoscarina, Venezia, 1994, pp. 203, Lire 24000.

Guido Samarani, che era conosciuto soprattutto come uno specialista della Cina del Guomindang, questa volta affronta le problematiche della Cina contemporanea, con un saggio che si distingue per la chiarezza dell'esposizione, l'uso attento e approfondito delle fonti originali e la lucida analisi dei problemi.

Questa analisi ruota attorno a tre punti fondamentali: il partito, lo stato e l'esercito. Di questi descrive la struttura organizzativa, la dirigenza e i quadri e le loro azioni e interazioni nella politica di riforme adottata negli anni ottanta, fino ai fatti di Tian’anmen ed oltre, spingendosi a delle previsioni sugli sviluppi futuri. Anche questo volume si raccomanda sia agli studiosi specializzati che agli studenti ed a tutti coloro che sono interessati alle vicende cinesi.

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PAOLO SANTANGELO, Storia della Cina dalle origini ai nostri giorni, Tascabili Economici Newton, Roma, 1994, pp. 89, Lire 1000.

Paolo Santangelo è stato capace di ridurre l'intera storia cinese in 89 pagine! L'impresa, che sarebbe potuta sembrare pazzesca, gli è riuscita grazie alla sua padronanza della materia, alla lucidità di espressione e alle capacità di sintesi. Naturalmente si tratta sempre di un saggio brevissimo che potrà servire soltanto ad avere una idea generale dello sviluppo storico della Cina. Ma l'Autore non è caduto né in facili generalizzazioni né in sintesi arruffate. Venduto nelle edicole e nelle stazioni, il volumetto rappresenta un esempio di come si può fare divulgazione senza scendere a compromessi umilianti per lo studioso.

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ANDRA CAMPANA, Sitting on the Fence: Italy and the Chinese Question. Diplomacy, Commerce and Political Choices 1941-1971, Graphicalito, Firenze, 1995, pp. 54.

Andra Campana ha riesaminato, in questo breve ma denso saggio, un trentennio di politica estera italiana nei confronti della Cina. Il lavoro è basato essenzialmente sulle fonti archivistiche italiane e getta luce sugli ambigui rapporti dell'Italia con i diversi regimi cinesi degli anni '40, sulle incertezze della nostra politica estera degli anni '50 e sul riavvicinamento successivo. Dalla lettura emerge chiaramente come l'Italia non abbia mai avuto una "politica cinese". Per questo il volume è utile: proprio per contrastare questa tendenza e spingere politici ed intellettuali del nostro tempo a prendere finalmente atto della realtà cinese, con tutte le sue implicazioni mondiali e con gli interessi particolari dell'Italia, che da uno sviluppo dei rapporti non potrà che beneficiare.

MONDO CINESE N. 88, GENNAIO-APRILE 1995

 

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