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ECONOMIA E DIRITTO

APPENDICE - Information e communication technologies in Cina

Le caratteristiche demografiche della Cina, numero di abitanti, fasce d’età, ripartizione tra zone urbane e rurali hanno dimensioni tali che ogni dato statistico riferito a tale contesto finisce per assumere un significato particolare. Basti pensare che un aumento di 3 punti nella percentuale della popolazione che possiede un PC significa 39 milioni di computer in più, ovvero una cifra che, fino a qualche anno fa, non trovava riscontro nemmeno in tutto l’Occidente sommato a Giappone e Taiwan. Per questa ragione, gli operatori del settore ICT seguono con particolare attenzione quanto avviene in Cina, relativamente ai seguenti aspetti:

- capacità tecnologiche interne;
- tassi di incremento dell’hardware installato;
- modalità di acquisizione del software;
- capacità di progettazione e sviluppo del software.

Per quanto riguarda le capacità tecnologiche interne, la recente scelta di Steve Chen1 , uno dei più noti progettisti di supercomputer nato a Taiwan e da molti anni operante in America, di tornare in Cina perché reputa stimolanti le prospettive scientifiche e tecnologiche di quel paese, è un chiaro indice di come la Cina stia cercando di qualificarsi come uno dei Paesi all’avanguardia nella tecnologia ICT (Information and Communication Technologies). Si aggiunga il fatto che, solo quest’anno, il numero degli studenti cinesi che si candidano per gli studi di PhD negli USA è sceso del 40%2 . In proposito va certamente considerato il fatto che è diventato più difficile ottenere lo stato di residente in America, tuttavia non sembrano esservi dubbi sul fatto che una parte del calo di domande sia motivata dall’ampliamento dell’offerta di studio disponibile in patria.
A questi fatti, già per sé indicativi, si aggiunga che, secondo i dati della Banca Mondiale3 , nel 2003 l’export cinese relativo a prodotti ad alta tecnologia ha raggiunto la quota del 25% delle esportazioni totali. È vero che su questa cifra vi sono da fare una serie di considerazioni che ne riducono la portata, ma se si pensa che il dato analogo per l’Italia, comunque lo si calcoli, è inferiore al 10%, l’idea della Cina come Paese arretrato tecnologicamente riceve un duro colpo.
Inoltre i dati della Banca Mondiale4 indicano che tra il 1995 e il 2002 il numero dei PC è passato da 2,3 a 27.6 per ogni 1.000 persone, il numero di PC presso istituzioni formative da 315.000 a 3.555.157. Nello stesso periodo il numero complessivo di utenti Internet è cresciuto da 60 mila a 68 milioni. Gli ultimi dati disponibili, riportati dal China Internet Network Information Center, indicano la presenza di 87 milioni di utenti Internet e 626.000 siti web.
Interessante è il rating che la World Bank assegna al governo cinese circa la priorità che esso attribuisce all’ICT: in una scala da 1 a 7 il voto è 5,3 (Italia:4,6).5   Il Financial Times, riporta una dichiarazione della banca di investimenti Morgan Stanley secondo cui la Cina è il secondo mercato del mondo per l’ICT con 207 milioni di cellulari in funzione, 100 milioni di abbonati alla TV via cavo e 214 milioni di linee telefoniche.

MONDO CINESE N. 121, OTTOBRE-DICEMBRE 2004

Note

1 J. Morkoss, “Technology; Have Supercomputer, will travel”, New York Times, 1 novembre 2004.
2 Quotidiano del Popolo,16 marzo 2004, cit. nel sito www.wais.stanford.edu/USA/ usa03282004.htm.
3 Cfr. www.worldbank.org/data/. Si veda in proposito anche il sito del Ministero del commercio estero cinese.
4 World Bank 2004 World Development Indicators, p. 294.
5 Development Data book, World Bank, ICT at Glance, China 10 marzo 2003.

 

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