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CINEPRESE A SHANGHAI E DINTORNI
In scena a Milano il cinema cinese sconosciuto

Milano - 28 aprile e 5-6 maggio 2010

Non solo intrighi di palazzo, storie kung-fu (gongfu) ed epopee militari. Il cinema cinese, quello di ieri e quello di oggi, offre tematiche, modalità espressive, scelte stilistiche e linguaggi molto vari, ma poco noti a chi frequenta le sale italiane. Per scoprirli, e per guardare alla settima arte cinese da angolazioni nuove, l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano ha in programma una serie di iniziative tutte dedicate al cinema cinese: da conferenze con esperti a proiezioni di lungometraggi, dalla visione dei documentari più recenti all’analisi delle pellicole più antiche.

I primi appuntamenti avranno per protagonisti il cinema cinese degli albori, da una parte, e, dall’altra, uno dei generi più interessanti del panorama cinematografico contemporaneo: il documentario indipendente.

IL CINEMA CINESE DEGLI ALBORI

Mercoledì 28 aprile Fabio Scarselli, esperto di cinema orientale, ripercorrerà con il pubblico la storia del cinema cinese delle origini, dall’agosto del 1896 (data della prima proiezione in Cina) fino alla fondazione della Repubblica popolare, nel 1949. Una storia affascinante e pionieristica, che vede protagonista la città di Shanghai: area di concessioni straniere dove appassionati americani ed europei introdussero la nuova arte in un clima di fermento culturale e sociale. Ecco allora le prime proiezioni nelle case da tè ma anche i tentativi dei governanti di bandirle, la nascita di società di produzione miste e la realizzazione di corti e lungometraggi con troupe e cast cinesi e non solo.

Negli anni Trenta, il cinema di Shanghai raggiunge la piena maturità, con pellicole tuttora considerate capolavori del realismo cinese. Le immagini di quella Cina – urbana, borghese, ricca – saranno però rinnegate dal Partito comunista cinese. Dal 1949 il cinema inverte la rotta: le pellicole devono rispondere alle esigenze comunicative della nuova leadership, lavorare nel settore diventa una scelta politica. Le ragioni dell’arte devono piegarsi a quelle del governo.

Aprirà la conferenza una raccolta di immagini tratte dalle pellicole del cinema delle origini.

Ad aggiungere fascino alla serata sarà la location prescelta: gli spazi suggestivi del Cineforum del Circolo Familiare di Milano (www.cineforumdelcircolo.it), già promotore di rassegne inedite che hanno contribuito a introdurre i milanesi al cinema cinese e alla sua storia.

L’incontro si terrà il 28 aprile 2010 alle ore 21.00 al Cineforum del Circolo Familiare in viale Monza 140, Milano (MM 1 Turro). Ingresso libero.

IL DOCUMENTARIO INDIPENDENTE

A una delle espressioni più promettenti del cinema cinese di oggi, il documentario indipendente, sono invece dedicate le proiezioni in programma mercoledì 5 e giovedì 6 maggio, all’interno della quarta edizione di DocuCity, rassegna/festival di documentari internazionali dedicati al tema delle città realizzata nel Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il CTU, la Biblioteca del Polo, la Sede di Via Noto, lo IED, il Comune di Sesto San Giovanni e l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, che ha anche curato la sezione dedicata alla Cina.

Il 5 maggio saranno proiettate due pellicole ambientate nel mondo metropolitano (rispettivamente Pechino e Canton): Bumming in Beijing – The Last Dreamers di Wu Wenguang (1990, 70’) e Floating Life di Huang Weikai (2005, 93’).

Bumming in Beijing filma le vite, le discussioni e le opere di giovani artisti, scrittori, registi e intellettuali (oggi famosi) nella Pechino del 1989, l’anno della strage di piazza Tian’anmen. Ammassati in locali minuscoli negli hutong (vicoli) della città vecchia, i protagonisti si dibattono tra il proprio fermento creativo e la pesantezza del controllo da parte del governo.

Il lavoro di Huang Weikai, invece, segue per tre anni, dal 2002 al 2005, la vita di un cantante venuto dalla campagna in città per cercare fortuna. Con lui, si segue la corsa della metropoli verso la modernità, ma anche le vicende di un artista che lotta per emergere, che si innamora e che viene arrestato perché non ha lo hukou, il permesso di residenza necessario in Cina per vivere altrove rispetto al proprio luogo d’origine.

Il 6 maggio saranno le campagne cinesi le protagoniste dello schermo, con i documentari The Sun in Winter di Zhao Gang (2002, 76’) e Villagers Documentary Films di Wu Wenguang (2005, 99’).

The Sun in Winter, ambientato nella provincia del Sichuan, teatro del tragico terremoto del 2008, racconta l’esistenza dei contadini di un piccolo villaggio e della loro lotta per raggiungere la felicità. La telecamera segue i protagonisti nelle lunghe riunioni per discutere i loro problemi e votare i leader locali, ma si apre anche sugli incantevoli paesaggi della Cina rurale.

In Villagers Documentary Films i contadini sono allo stesso tempo oggetto e soggetto delle riprese. Dopo una breve formazione, il regista ha affidato la cinepresa agli abitanti di villaggi di diverse zone del Paese perché ciascuno filmasse la propria vita e la propria storia. Il documentario a più voci è così un collage sperimentale che conduce negli angoli più disparati della Cina e nel cuore della realtà di questi registi non professionisti.

La selezione dei documentari è a cura della sinologa Silvia Pozzi.

Le proiezioni si terranno il 5 e 6 maggio 2010 dalle ore 16.00 alle ore 19.00 nell’Aula magna del Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano, piazza Montanelli 1, Sesto San Giovanni (Milano). Ingresso libero.

Per informazioni:
Tel. 02-50321675 (lunedì – venerdì, dalle 10.00 alle 13.00)
info.confucio@unimi.it 
www.istitutoconfucio.unimi.it

Fabio Scarselli, laureato in Lingue e Civiltà Orientali all’Istituto Universitario Orientale di Napoli con una tesi sulla Storia del cinema cinese degli anni ’50, si occupa di cinema da molti anni, collaborando con società di produzione e distribuzione cinematografica. Ha iniziato studiando cinema all’Istituto Paolo Valmarana di Bassano del Grappa, diretto da Ermanno Olmi, e ha continuato la sua ricerca teorica e pratica sulla storia e sulla produzione cinematografica, prima alla Beijing Film Academy di Pechino, in seguito con il Master EMAM, che gli ha permesso di lavorare per varie società di distribuzione nazionali e straniere nella selezione e successiva acquisizione di titoli per la distribuzione.

CONTATTO PER I GIORNALISTI:
Emma Lupano
Tel. 335.7835402
emma.lupano@unimi.it

 

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