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LA MIA VITA - WO ZHE YI BEIZI
Cinquant’anni di storia cinese nelle vicende di una famiglia normale

Milano, 11 maggio 2011

Cinquant'anni di storia della Cina moderna (1900-1949), dalla fine della dinastia Qing alla Liberazione del 1949, vista attraverso la vita di un modesto poliziotto pechinese, della sua famiglia e dei suoi vicini. Quella narrata nel film La mia vita (Wo zhe yi beizi - 我这一辈子 - 1949-1950, cinese sottotitolato italiano), è la vicenda amara (ma a volte anche divertente) della sopravvivenza di un uomo perso nelle tempeste della storia, interpretata da un attore straordinario, Shi Hui, divenuto così popolare nella Cina degli anni Quaranta e Cinquanta da essere soprannominato “l’Imperatore del teatro”. 

La pellicola (nella versione restaurata nel 2005 in occasione della 62a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia) sarà proiettata mercoledì 11 maggio dalle 10.00 alle 12.30 nell’Aula magna del Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano (piazza Montanelli 1, Sesto S. Giovanni, MM1 Sesto Marelli). Realizzato a partire dal 1949, il film è anche un documento unico sui primi mesi della Repubblica popolare cinese: pur essendo stato criticato per il tono "pessimista" con il quale ripercorre la storia della "povera gente" pechinese, rimane uno dei più commoventi momenti del cinema cinese e la testimonianza dell'immenso talento del suo attore-regista.
A presentarlo per la prima volta al pubblico milanese sarà Marie-Pierre Duhamel, sinologa, critica, programmatrice e insegnante di cinema, membro del comitato di selezione della Mostra del cinema della Biennale di Venezia dal 2008.

L’evento, a ingresso libero, è organizzato in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano nel quadro degli insegnamenti di Cultura cinese dell’Università degli Studi di Milano e si terrà all’interno delle giornate conclusive (11, 12 e 13 maggio) della II edizione del concorso Docucity, rassegna/festival di documentari internazionali dedicati al tema delle città realizzata presso il Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il CTU, il Corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale, la Biblioteca del Polo, la Sede di Via Noto, lo IED e con il patrocinio del Comune di Sesto.

La mia vita (Wo zhe yi bei zi -
我这一辈子 - 1949-1950) 
b/n, 110 minuti 
cinese sottotitolato italiano
Sceneggiatura: Yang Liuqing (ispirato all'omonimo racconto di Lao She
老舍 - 1937)
Fotografia: Ge Weiqing, Lin Fa
Produzione: Wenhua dianying zhipianchang
Cast: Shi Hui ("Io"), Shen Yang (Shen Yuan), Cheng Zhi (Huli), Wei Heling (Zhao), Li Wei (Haifu, figlio di "Io"), Cui Chaoming (Sun Yuan)

Una notte di tormenta a Pechino, alla fine degli anni Quaranta. Un vecchio vagabondo (Shi Hui) giunto alla fine delle proprie forze si accascia al suolo e rievoca la sua vita... Il narratore ("Io") lavora come artigiano prima di diventare poliziotto nella speranza di un futuro più sicuro. Nel 1900, la Cina è ancora "imperiale". Il poliziotto manda avanti la famiglia nei quartieri popolari di Pechino. L'impero cade, gli anni 20 e 30 vedono il regno dei signori della guerra e l'occupazione giapponese... Rimasto vedovo, e dopo aver cresciuto un figlio che raggiunge la guerriglia anti-giapponese e rivoluzionaria, "Io" viene arrestato e torturato dai nazionalisti del KMT. Dopo la prigione, "Io" sarà ridotto a mendicare prima di morire, nella notte invernale sulla quale si apriva il film, mentre le truppe comuniste marciano su Pechino...

Shi Hui
石挥, nato Shi Yutai 石毓涛 nel 1915 a Tianjin, divenne così popolare come attore negli anni 40 e 50 che fu sopranominato "L'Imperatore del teatro". A partire dal 1940, a Shanghai, recita anche in alcuni dei più bei film del cinema di quegli anni, come Gioie e pene della mezz'età (哀乐中年 Ai le zhong nian - 1949) e Evviva la Signora (太太万岁 Tai tai wan sui - 1947) di Sang Hu, o La finta fenice ( 假凤虚凰 Jia feng xu huang - 1947) di Huang Zuolin. A partire del 1945 dirige film come regista presso la Wenhua di Shanghai. La campagna "Anti-Destra" (che mise fine alla parentesi dei "Cento fiori") non risparmia l'attore-regista malgrado la sua fama. Viene duramente criticato per il film Guan Lianzhang (Capitano Guan - 1951) e anche in occasione della sua messa in scena di un testo teatrale di Lao She (l'autore di La mia vita) giudicato troppo critico nei confronti dei quadri del Partito. Shi Hui si suicida nel 1957. Filmografia come regista: Matrimonio celeste 天仙配 (Tian xian pei - 1955); La lettera con le piume 鸡毛信 (Ji mao xin - 1954); Capitano Guan 关连长 (Guan lian zhang - 1951); La mia vita 我这一辈子 (Wo zhe yi bei zi - 1949-1950); La madre 母亲 (Mu qin - 1949).

Marie-Pierre Duhamel, laureata in storia e sinologia delle università di Parigi, Shenyang e Nanchino, ècritica, programmatrice e insegnante di cinema. Dal 2008 è membro del comitato di selezione della Mostra del cinema della Biennale di Venezia.


SI RINGRAZIA LA BIENNALE DI VENEZIA PER IL PRESTITO DELLA COPIA.

Per maggiori informazioni: 
Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano
tel. 02.50321675 (lunedì – venerdì, dalle 10.00 alle 13.00)
info.confucio@unimi.it
www.istitutoconfucio.unimi.it 

CONTATTO PER I GIORNALISTI: Emma Lupano, 335.7835402, emma.lupano@unimi.it 

 
 

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