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PORCELLANE DI CINA DELLA DINASTIA QING
6 maggio - 18 giugno 2005

Dal 6 Maggio al 18 giugno 2005 Goffi Carboni Antiquariato terra' nella sua galleria a Roma in Via Margutta 9 una mostra di Porcellane di Cina della Dinastia Qing (1644-1911).
L'esposizione, la prima a Roma dedicata esclusivamente a questo tema, presentera' una selezione di opere relative ad un epoca in cui l'arte della porcellana ha raggiunto la sua massima espressione. Tra gli oggetti esposti spiccano una coppia di rarissimi vasi mirror black di epoca Kangxi (1662-1722) e una coppia di terrine del XVIII secolo, con identica forma e decoro Imari, ma una in porcellana di Cina e l'altra in maiolica italiana, Manifattura Rubati. Verranno anche esposti altri tipi di oggetti tra cui un paravento dipinto su seta e montato in Inghilterra nel XVIII secolo e un abito del XIX secolo ricamato con vasi di fiori.

La famiglia Goffi Carboni è erede di una lunghissima tradizione antiquaria, forse la più antica d'Italia, essendo giunta alla sesta generazione. Nella famiglia ricordiamo Francesco Simonetti, avo degli attuali titolari, che ottene la licenza di argentiere nel 1828. Suo figlio, Attilio Simonetti, pittore e antiquario, fu allievo del grandissimo artista catalano Mariano Fortuny. In tempi più recenti Manlio Goffi fu il primo presidente della Federazione Italiana Mercanti. Ubaldo Carboni poi, nella sua galleria a Piazza Augusto Imperatore dal 1967 fino al 1997, ha ricoperto la carica di Vicepresidente dell'Associazione Romana Antiquari e Consigliere della Federazione Italiana Mercanti d'Arte. Dal 1997 la galleria si e' spostata a Via Margutta. Siamo membri dell'Associazione Antiquari d'Italia.

La galleria Goffi Carboni si è sempre interessata, anche se non in modo esclusivo, all'arte orientale, con particolare riferimento al mondo giapponese e cinese con dipinti, lacche, avori, bronzi e porcellane. Siamo tra i pochissimi mercanti in Italia ad aver frequentato il mercato internazionale dell'arte orientale partecipando da decenni alle aste specializzate all'estero.

Nell'aprile del 2004 abbiamo presentato in Galleria una mostra di stampe giapponesi del XIX secolo costituita da 60 incisioni di Utagawa Kuniyoshi che illustravano Il romanzo di Genji, capolavoro della letteratura giapponese dell'XI secolo. La mostra ha riscosso un notevolissimo successo e la più importante rivista specializzata in Italia, Il giornale dell'Arte, ne ha parlato diffusamente nel numero di maggio 2004.

PRESENTAZIONE

Paradossalmente, la fragile porcellana è il più duraturo dei materiali. La sua lucentezza e il suo decoro rimangono brillanti nei secoli.

Daniel Nader, China to Order

Le porcellane di Cina hanno sempre esercitato un fascino straordinario sul mondo occidentale. Sin dal trecento fecero la loro comparsa in Europa e l’impressione che suscitarono fu tale che a Firenze si tentò subito di imitarle realizzando quella che fu poi conosciuta come la Porcellana Medici. Solo nel settecento ne venne scoperto il segreto in Germania ma, malgrado ciò, la porcellana di Cina continuò ad essere spesso preferita a quella europea, da cui si è sempre differenziata. Il fascino della sua bellezza era tanto forte al punto che con il termine China si indicava nella lingua inglese tanto il paese che questo prezioso prodotto.

In Italia quest’arte è stata sempre conosciuta ed apprezzata anche se è mancata, a differenza del resto dell’Europa, una vera e propria Compagnia delle Indie italiana che l’importasse direttamente. Nel nostro paese le porcellane e il gusto per l’oriente sono rimasti a lungo un fatto d’elite, storicamente confinati nelle collezioni delle grandi famiglie. Ciò non ne ha favorito la diffusione e non è un caso che in una città come Roma non sia stata mai realizzata, prima di oggi, una mostra dedicata esclusivamente alle porcellane di Cina.

Questa esposizione viene presentata con il desiderio di fare conoscere quello che è stato il periodo più importante della sua storia. Sotto la dinastia Manciù, che regnò dal 1644 al 1911, quest’arte raggiunse la sua più perfetta espressione e gli scambi continui della Cina con l’Europa contribuirono al suo grande sviluppo. Il risultato di questo scambio tra tradizioni così diverse è di fronte ai nostri occhi. La bellezza di questi oggetti li ha preservati e protetti nel tempo, malgrado la loro delicatezza, permettendogli di giungere fino a noi.

Galleria Goffi Carboni Antiquariato
Via Margutta, 9
ROMA

Inaugurazione: giovedi' 5 maggio alle ore 18.
Orario mostra: 10-13 e 16,30-19,30. Chiuso il lunedi' e festivi.
Il catalogo sara' disponibile in sede.

Per ulteriori informazioni:
tel. e fax 06.322.71.84
e-mail: info@gofficarboni.com
www.gofficarboni.com


Le porcellane di Cina, forme e decori

La porcellana, questo nobile e duttile materiale, si è prestato nei secoli ad assumere le forme e i decori più diversi per rispondere alle esigenze di raffinati artigiani e dei loro esigenti committenti. Le prime porcellane esportate dalla Cina in Medio Oriente alla fine della dinastia Yuan (1279-1368), avevano un decoro bianco e blu e recavano, in alcuni casi, delle iscrizioni in persiano. Il blu, derivato dal cobalto, probabilmente importato dalla stessa Persia, era il colore dominante utilizzato per realizzare piatti, coppe, bottiglie, e versatoi che avevano una tipica forma islamica. In alcuni rari casi si utilizzava anche l’ossido di rame per ottenere un rosso ruggine.

Con la dinastia Ming (1368-1644) la porcellana sviluppò decori che includevano animali mitologici, fiori e simboli buddisti. All’inizio del cinquecento i portoghesi giunsero al porto di Canton e furono i primi europei a sviluppare un commercio regolare con la Cina. Ma furono gli olandesi che gli subentrarono alla fine del secolo, con la loro Compagnia delle Indie Orientali, a creare un vero e proprio mercato di porcellane in Europa. La kraak porcelain (porcellana trasportata dalle navi caracche) invase l’Europa sia con forme tradizionali che con altre come le teiere, le bottiglie con la pancia allargata e i kendi, un tipo di versatoio molto popolare in Asia. Il decoro di questi oggetti studiati approfonditamente da una italiana, Maura Rinaldi, era tipicamente in bianco e blu, spesso con riserve a motivi animali e con personaggi.

Ma è alla fine dell’epoca Ming e poi con la successiva dinastia Qing che l’evoluzione della porcellana subì un’accelerazione. Soprattutto nel XVIII secolo un lungo periodo di pace e di relativa stabilità in Cina favorì lo sviluppo delle arti ed in particolare quello della porcellana. Il successo in Europa di quella giapponese a decoro Imari, blu, rosso ed oro, spinse la Cina ad imitarla. Contemporaneamente si svilupparono i monocromi, da soli o in combinazione con riserve a smalti policromi, e nacquero le cosiddette famiglie.

Famiglia verde, famiglia rosa, famiglia nera e famiglia gialla erano le denominazioni usate in occidente per identificarle, a seconda dei particolari colori e decori impiegati. Le forme diventavano sempre più differenziate, dalle figurine alle grandi garnitures, anche se in Europa la richiesta maggiore era riservata ai servizi da tavola. Il collezionismo impazzava sotto Luigi XIV e le più importanti famiglie europee facevano a gara per chi possedesse le porcellane più belle. La concorrenza della Cina, prima della diffusione delle manifatture europee, era così forte che come scriveva Michel Beurdeley nel libro Porcelain de la Companie des Indes i vasai di maiolica erano spinti a “…sollecitare ripetutamente la fine di tale importazione”.

Si ordinavano decori armorial, con gli stemmi delle famiglie, e le compagnie delle indie orientali dei diversi paesi fornivano disegni, stampe e modelli degli oggetti da realizzare, diversi a seconda della destinazione. I gesuiti, presenti da tempo in Cina, proponevano la rappresentazione di scene tratte dal Nuovo Testamento. A loro volta i cinesi portavano in occidente le immagini e i simboli della loro cultura. La moda per la Cina raggiunse gli Stati Uniti, la Russia e il Brasile.

Nel frattempo in Europa, dall’inizio del settecento in poi, si erano sviluppate delle manifatture autonome mentre in Cina si continuavano a creare forme e decori più legati alla loro sensibilità. La porcellana aveva ormai conquistato il mondo.

 

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