Nell’ambito de La Festa di
Primavera 2006, la mostra “La rinascita
dei classici: Chao Ge”, ospitata dall’8 al 23
giugno nella Sala Giubileo del Complesso del
Vittoriano, vuole ripercorrere l’intero cammino artistico
di Chao Ge, uno dei grandi maestri della pittura
contemporanea cinese, attraverso una sessantina di opere tra
olii e disegni realizzati dagli anni Ottanta ad
oggi.
La Provincia di
Roma si apre all’oriente. La mostra “La rinascita dei
classici: Chao Ge” si propone l’obiettivo di offrire
al grande pubblico una lettura assolutamente originale
dell’identità di un Paese, la Cina, oggi sotto i riflettori
internazionali per il grande sviluppo economico, ma ancora
poco conosciuto nei suoi contesti culturali e artistici di cui
Chao Ge è un grande interprete.
La mostra “La
rinascita dei classici: Chao Ge” è promossa dal
Presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra e
dall’Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di
Roma Vincenzo Maria Vita. Il coordinamento e
l’organizzazione generale sono a cura di Comunicare
Organizzando di Alessandro Nicosia.
La
mostra
Come afferma il
Presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra,
“è una Cina diversa quella
che appare nei quadri di Chao Ge, è una Cina che oggi il mondo
occidentale ha brama e voglia di conoscere, è la Cina
dell’arte e dei pittori contemporanei, è la Cina che oggi si
sta aprendo ad una nuova stagione culturale”.
In Cina in questi
anni si sono susseguiti ad un ritmo vertiginoso fortissimi
cambiamenti a livello politico, sociale ed economico. Il
diversificato cammino artistico di Chao Ge è un esempio
di come i vari mutamenti si rispecchino nell’opera
d’arte.
Chao
Ge nasce nella Regione
Autonoma cinese della Mongolia Interna: in lingua mongola il
suo nome significa “fuoco”. Le sue origini e la vita nelle
praterie ne formano la personalità di artista taciturno ed
emotivo. È’ tipica la sua voglia di non fermarsi alla
superficie delle cose, ma di giungere alla loro essenza. I
paesaggi vasti e naturali delle praterie mongole lo portano a
percepire un poetico senso della natura e della bellezza,
l’opposto della rumorosa vita metropolitana. Nel primo periodo
della sua produzione artistica, la volontà di Chao Ge è
mettere in collegamento l’arte con la mente e con lo spirito.
Scrive lo stesso artista: “l’influenza della natura sulla mia anima costituisce
almeno la metà dell’effetto che il mondo ha su di me. Ho
tratto infinita ispirazione dalla grande poesia mongola delle
praterie, così toccante, con i suoi paesaggi poetici dei
pascoli. Nei miei paesaggi spero di riuscire a illustrare il
mio sentimento della natura. I paesaggi sono espressione
dell’orgoglio e della fierezza per la terra, fonte di
sussistenza per l’uomo.”
Negli anni in cui
l’arte cinese si risveglia dall’autarchia della rivoluzione
culturale e dai limiti delle politiche culturali imposte dal
governo, Chao Ge ed i suoi, con lo slogan “Imparare dai
Maestri”, mostrano al mondo l’ideale artistico della nuova
Cina. All’inizio della carriera, negli anni Ottanta, dopo aver
prescelto la tecnica a olio, diversamente da altri artisti
cinesi che adottano la stessa tecnica ma si aprono alla sola
influenza degli artisti dell’ex Unione Sovietica e degli
Impressionisti europei del XIX secolo, Chao Ge studia
soprattutto i grandi maestri del primo Rinascimento, in
particolare Botticelli e Dürer, studiandone le tecniche
pittoriche da adottare quale propria fonte espressiva e
dipingendo soprattutto ritratti fatti di colori puri e linee
definite.
Negli anni Novanta,
il boom cinese del consumismo stravolge la concezione del
valore dell’opera d’arte; Chao Ge appartiene al novero
degli artisti che esprime nella propria opera il conflitto
psicologico e le difficoltà spirituali di una
intelligentsia, che si sente esclusa dalle
trasformazioni in atto: i protagonisti dei suoi dipinti sono
distaccati dall’ambiente circostante e rispecchiano il rovello
psicologico del pittore, che ha perso le sue certezze.
“Nei dipinti degli anni
’90, ho valorizzato i sentimenti più intimi, ho iniziato a
esprimere un forte senso di conflitto interiore. Così, ho
iniziato a fare dei miei dipinti “l’anima” delle culture
sociali e delle realtà mutevoli. Naturalmente, ciò si rifà
allo spirito storico nazionale di un’epoca. Nelle mie
composizioni pittoriche, pongo l’essere umano al centro.
Quello cui tendo è l’arte della visione, ma non cerco l’arte
della retina. Ritengo che ciò che è più vicino all’originale
non sia l’arte migliore. Quella che perseguo è l’arte del
cuore…”
Chao
Ge, secondo l’artista
Zhou Yuejin, è il primo pittore contemporaneo cinese ad
analizzare ed esprimere i comportamenti psicologici dei
soggetti, compiendo un’analisi psicologica. Il realismo
psicologico di Chao Ge, nel panorama artistico
contemporaneo cinese, presenta valore e rilevanza
unici.
Chao
Ge mutua l’arte
tradizionale attraverso una rivisitazione moderna
dell’immaginario culturale. Conosce l’arte tradizionale locale
di cui conserva la severità della linea e dell’esecuzione ma
la rielabora alla luce dei suoi numerosi viaggi che lo portano
a conoscere l’arte egiziana, l’arte classica e rinascimentale
nonché le correnti europee contemporanee.
Nel 2000, un
viaggio che tocca dieci paesi europei, conduce Chao Ge
a riflettere sulle origini dell’arte europea e a percepire la
grandezza semplice ed assoluta dell’arte antica. Il suo
approccio si modifica: dalla prospettiva personale ed
interiorizzata degli anni Novanta passa ad una visione più
ampia della spiritualità umana, dalla pittura ad olio passa
alla tempera, che meglio gli permette di ricreare gli effetti
dell’affresco. Come lui stesso scrive “la mia arte ricerca
le caratteristiche dell’arte antica: la capacità di diventare
eterna”.
Scritti
di Chaoge
Fan
Di'an, direttore della Galleria Nazionale Cinese su Chao
Ge
Il
richiamo delle montagne lontane: breve commento sull’arte di
Chao Ge
INCONTRO CON LA
STAMPA: mercoledì 7 giugno ore 12.30 Roma, Complesso del
Vittoriano, Via San Pietro in Carcere INAUGURAZIONE:
mercoledì 7 giugno ore 19.00 Roma, Complesso del
Vittoriano, Via San Pietro in Carcere
Orario: dal lunedì alla domenica 9.30 –
18.30 INGRESSO
GRATUITO Per informazioni: tel. 06/6780664
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Novella Mirri: tel.
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Paola Saba, Allegra Seganti
Roma, giugno
2006
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