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SCRITTI DI CHAO GE

Breve saggio sull’arte

La nostra epoca è piena di espressioni artistiche “retiniche”, quali l’arte cinematografica, i programmi televisivi, la fotografia e le immagini pubblicitarie. La pittura sta subendo varie trasformazioni di adattamento, in un contesto di grande sviluppo degli strumenti meccanici.

Il punto di partenza dell’arte della “retina” applicato alla pittura fu l’epoca successiva al Rinascimento. Si è iniziato a cogliere e raffigurare scene istantanee, da Caravaggio a Johannes, fino a giungere all’invenzione della macchina fotografica. Nell’arte contemporanea, l’adattamento all’immagine ha in realtà indebolito le caratteristiche della pittura stessa. L’arte di Caravaggio esprime la visualizzazione di ciò che l’essere umano vede con gli occhi e, nel contempo, lo sviluppo della pittura a olio testimonia la maggiore sofisticazione dello spirito umano.
Le grandi arti plastiche esistevano all’epoca dell’antico Egitto e dei Greci, quindi precedentemente al Rinascimento.
Oggi, il maggiore pericolo per l’arte non è costituito dalla creatività di per sé, ma risiede nelle caratteristiche umane dell’arte.
I rapidi mutamenti della nostra epoca indicano che l’arte ha schiacciato gli artisti nella ricerca del valore perpetuo, che esiste ed è in stretta correlazione con la realtà.
Nell’arte antica, l’essenza della pittura veniva coltivata nei comportamenti nei confronti della natura. Tuttavia, questo tipo di pittura non implica il piegarsi alla natura.
La pittura durevole e immortale deve esistere per la grande vita spirituale.
La mia arte ha ampiamente presentato l’intensa condizione del valore centrale del mondo e le forti risposte dei protagonisti.
È controversa la questione se un artista sia sensibile all’epoca contemporanea, cosa diversa dai metodi e mezzi rappresentativi esistenti nel presente.
Il valore intrinseco della pittura è duraturo.
La mia opera mira a fornire alla pittura realistica uno scenario concreto dalla profonda valenza ideale spirituale, grande rispetto per l’umanità, nonché il più ossequioso riesame del valore universale della storia dell’umanità.
La “Grande Arte” scaturisce solitamente da una brillante personalità, che è il significato negativo conferito dall’arte. Logica storica oscura che è in realtà la luce nelle tenebre.
Annetto grande valore alla mia esistenza e spesso mi esamino profondamente, perché sono molto sensibile alla luce e alle tenebre, che sono alla radice del mio valore e della mia immaginazione artistica.
La grande sfida della mia vita consiste nella ricerca della profonda verità spirituale nella realtà veloce e secolarizzata, migliorarmi e compiere progressi in questo tipo di valore perpetuo.

A prima vista, la mia opera artistica appare confusa e disattenta; tuttavia, dopo lunga concentrazione, riesco a sentire l’esistenza di una qualche intenzione profonda.
Ho utilizzato nuove tecniche, cosicché la mia pittura riesce a catturare l’attenzione visiva, che è ciò che volevo ed ha la semplice qualità che ho a lungo perseguito. Questa sorta di sensazione visiva ha contenuto l’esistenza della luce, dello spazio e dello spirito nella forma più semplice.

Nelle mie composizioni pittoriche, pongo l’essere umano nella posizione più prestigiosa.
Quello cui tendo è l’arte della visione, ma non cerco l’arte della retina. Ritengo che ciò che è più vicino all’originale non sia l’arte migliore. Quella che perseguo è l’arte del cuore. La buona arte può dare alle persone la sensazione di ampi spazi, il senso dell’altezza e della distanza.
Tutti gli oggetti che raffiguro sono stati elaborati, cosa che ritengo un processo artistico avanzato. Tali oggetti elaborati racchiudono i fattori principali degli elementi e della scena ma, nel contempo, appaiono indipendenti e naturali.
La perennità che perseguo non è soltanto la perpetuità delle forme spaziali, bensì anche quella dell’esistenza spirituale.
Conferisco a questi dipinti di figure un non so che di empirico ed originale.
Ove dalla realtà contemporanea provenga una qualsiasi richiesta all’essere umano, soltanto la ricerca di ideali imperituri da parte dell’uomo può mantenere il senso del valore dell’umanità. Spero che la pittura possa restituire alla gente un senso di rispetto.
Per quanto concerne il linguaggio pittorico, non ho rispetto per il linguaggio sofisticato moderno. Soltanto il linguaggio antico e semplice riesce a evocare l’umanità e la forza dei personaggi.
I Cinesi comprendono la pittura a olio a livello tecnico ed emozionale, ma non riescono a comprenderne gli ideali più profondi.
I miei dipinti riescono a comunicare i sentimenti del soggetto con la visione più semplice e ad eliminare il più possibile l’aspetto descrittivo delle cose.
Per quanto concerne i colori, faccio del mio meglio perché questi abbiano le caratteristiche della luce, dello spirito ed altre caratteristiche intrinseche difficili da esprimere.
Disprezzo i comportamenti estremi dell’arte contemporanea che, a mio avviso, denotano la perdita di serenità ed interesse nei giudizi di valore confidando maggiormente nei comportamenti sorprendenti.
Non apprezzo neppure l’edonismo dell’arte classica europea che, a mio modo di vedere, rappresenta il degrado del pensiero e dei sentimenti essenziali dall’umanità a meri desideri.
Quello della creazione artistica è un lungo processo di comportamenti intellettivi. Non mi piace correlarlo a profitti materiali nella realtà di qualsiasi momento. Nella mia vita, considero la creazione artistica persino più importante dell’esibizione del talento artistico, poiché è carica del valore e delle possibilità dei comportamenti mentali nel mondo fisico. Nel corso dell’intera carriera artistica, ho cercato di trarre un reale significato dalla dura esistenza dell’arte e dell’essere umano e dall’introspezione del valore dell’essere umano, su una strada irta di ostacoli.
Attualmente, la grande sfida relativa al valore dell’essere umano risiede in alcuni valori basilari dell’umanità: l’amore, l’onestà, il senso del futuro ed il valore dell’esistenza subiscono pressioni senza precedenti. Ciò che cerco sempre di fare è unificare la pittura con il valore centrale dell’umanità, in modo da renderla un’entità significativa.
Mi aspettavo un profondo rispetto per il valore dell’umanità ed ho sviluppato gradatamente una sorta di spirito artistico e mondo ideale per questo tipo di aspettativa. Se questi valori venissero distrutti, ci troveremmo di fronte a un tragico poema eroico.

Chao Ge

 

L’esistenza immortale dello spirito e l’essenza della pittura

Arte visiva ed arte retinica

L’arte rinascimentale e quella delle epoche precedenti poteva essere considerata arte visiva: è così per l’arte dei dipinti murali egizi, per quelli greci, per i dipinti murali romani, per la pittura medievale e pre-rinascimentale.
Anche la pittura cinese può essere considerata arte visiva. Da un lato, l’arte visiva deriva dalla natura, come quella di Giotto nel primo Rinascimento; dall’altro, le caratteristiche dell’arte visiva sono indipendenti dalla natura quanto ai fattori e all’autodeterminazione della pittura. Cos’è l’arte retinica? A mio parere, dopo Caravaggio, tutta la pittura europea si è volta all’espressione del riflesso del mondo nel bulbo oculare. Si tratta di un’arte che raffigura l’immagine retinica. Quindi, di una vera e propria imitazione del riflesso sul bulbo oculare in termini di luce, colori ed altri elementi della natura. Sulla base delle mie conoscenze, da Caravaggio al XIX secolo, questa forma espressiva ha caratterizzato gran parte della produzione artistica europea. Un esempio tipico è la pittura di Vermeer, che costituisce un’imitazione e raffigurazione quasi perfetta degli oggetti. Questo tipo di arte ha raggiunto il suo apice nel XIX secolo ed ha ispirato anche il Naturalismo pittorico: la forza della pittura risiede più nell’autonomia della retina dalla natura e nelle relazioni tra imitazione e raffigurazione. La proposta di fotografie, filmati e computer grafica viene avanzata proprio perché anche queste sono forme di arte retinica. Qual è la via da seguire in un’epoca in cui la pittura è oggetto di tante pressioni? Come deve fare per mantenere la propria autonomia? Ritengo che conservare le caratteristiche visive possa costituire nella pittura la giusta via per mantenere le proprie caratteristiche intrinseche.

La rispettabilità della pittura

Ho osservato l’intero scenario della produzione artistica occidentale dominante del XX secolo. Mi sembra che le immagini del XX secolo siano piene di post-industrializzazione, sciocchezze, terrore e disperazione e che abbiano ingenerato un senso di disagio nelle persone. Il fenomeno più diffuso e pervasivo consiste nel fatto che la gente ha perso il proprio rispetto per l’arte. Se confrontata con le arti degli ultimi mille anni di storia umana, resto scettico circa la preoccupante funzione di questo tipo di immagini. A mio avviso, nel corso dell’ultimo millennio, la pittura ha svolto un ruolo fondamentale e importantissimo, perché ha raffigurato il mondo correlato ai convincimenti delle persone ed ha espresso l’essenza del pensiero e dei sentimenti degli esseri umani. Per illustrare questo tipo di espressione artistica, non sono necessari troppi esempi: è ciò che il XX secolo ha perso. Ritengo che, affinché la pittura possa svolgere un ruolo di rilievo nel cuore delle persone, deve esservi un gruppo di artisti di grande calibro capace di conferire nuova vitalità alla pittura e al processo di espressione dei sentimenti essenziali e dei comportamenti psicologici dell’essere umano con il suo grande talento.

Un viaggio in dieci Paesi

Nel 2000, seguendo l’ordine dello sviluppo della cultura occidentale, mi sono recato in Egitto, Grecia, Italia, Francia, Germania ed in altri paesi. L’ho definito “il viaggio in dieci paesi”. Mi è sembrato di percepire la grandezza e la fortuna delle arti plastiche. Nel corso di quel viaggio, ho potuto constatare appieno i traguardi raggiunti dalle arti plastiche nel corso degli ultimi mille anni, così come le loro interrelazioni. In tal senso, musica e letteratura sono più difficilmente percettibili ma, delle arti plastiche, è possibile ammirare ancora i primi templi, fino alle più recenti meraviglie. Si può sentire distintamente il pulsare del processo di crescita delle arti plastiche ed il loro valore. Durante il mio viaggio nei dieci paesi, ho potuto osservare il percorso seguito dall’arte nel suo sviluppo dell’ultimo millennio ed apprezzarne l’importanza per l’essere umano. Ritengo che ciò sia gradatamente venuto meno nel XX secolo il che, a mio avviso, non è normale. Dovremmo continuare a far battere il cuore dell’arte. Oggi, il cuore degli uomini brama questa grande arte, che può offrire un forte sostegno per la vita degli individui; la parte relativamente intelligente e di valore dell’arte può riflettere la fiducia ed i comportamenti psicologici dell’essere umano. L’arte del XX secolo esprime soltanto schizofrenia, manie, disagio e vacuità, in quanto insignificante raffigurazione della personalizzazione. Questo tipo di arte mostra serie lacune e limiti. Il XX secolo deve essere forse fiero dell’insulsaggine, della schizofrenia e dell’auto-tortura? Il XX secolo deve utilizzare un linguaggio scarno e limitato per confrontarsi con i grandi risultati dell’arte nello scorso millennio?

La mia recente ricerca dell’arte

Negli ultimi anni, ho rinunciato ai fattori secolari della pittura ed ho posto l’accento sulla contemplazione e sulle caratteristiche essenziali della pittura. Perseguo la perennità della pittura e la valorizzazione della vita spirituale, cercando di fare del mio meglio per conferire alla pittura maggiore forza spirituale. Ho realizzato più di trenta opere. Le ritengo una sorta di risposta al fenomeno della perdita dei valori spirituali universali. Ricerco in queste opere l’esistenza immortale della pittura e lo spirito dell’umanità. Ho scelto e pratico l’arte figurativa più avanzata, immortale e raffinata.

Le mie nuove immagini

Queste immagini non sono state realizzate perché la gente dia loro una fugace occhiata: presentano la caratteristica della durevolezza. In queste immagini, ho ridato vita quelle che sono le caratteristiche di sempre di un certo tipo di pittura. I miei sforzi non sono volti a creare un eguale valore per l’epoca secolare: ho compiuto questo sforzo per la cosa più profonda dal valore universale. Ho concentrato l’attenzione sull’intera storia dell’umanità e ne ho tratto ciò che ritengo abbia un particolare valore. In queste opere, ho espresso il progresso della mente e le opere stesse sono l’emblema della seria razionalità e dell’esistenza dei convincimenti umani. Forse sono destinato alla solitudine, perché non ho realizzato opere di grande rilevanza commerciale; né ho perseguito i superficiali dettami della moda. Però, queste opere esprimono ciò cui ho sempre anelato e possono sostenere uno sguardo infinito. In queste opere mi sono confrontato con le modalità più note delle arti figurative nel senso più vasto del termine ed ho costruito un senso personale dell’arte.

Arte eterna

La mia arte non è fatta per essere apprezzata a un primo sguardo. Ho coltivato un’essenza durevole della pittura. L’arte duratura è sempre accettata con difficoltà inizialmente, ma esplora la più alta esistenza. Mi piacerebbe dare vita a un’arte in grado di sostenere uno sguardo molto a lungo. Ricerco le forme artistiche più avanzate, l’arte delle tecniche preminenti e non superficiali.
Nelle forme più semplici e rigorose, ricerco la pittura e lo spirito: un modo completamente nuovo di dipingere. Disprezzo la secolarizzazione diffusa e lo scadimento dell’umanità nella mia stessa vita.

Lo strato superficiale della pittura

Sullo strato superficiale dei dipinti, ho realizzato una sorta di pitture murali o affreschi, che possono “respirare”, al fine di evitare il linguaggio superficiale del genere “corte reale”. Spero che questi dipinti presentino qualche caratteristica dell’affresco; è per questo che ho adottato una struttura molto rigorosa ed ho sfruttato le peculiarità della tempera. Oggigiorno, l’immagine mentale della gente è entrata in uno stato ipnotico e si fa sempre più superficiale. Il risultato estetico raggiunto con la superficie patinata ed uniforme dei materiali industriali nella pubblicità e nella vita, è diventato un’abitudine visiva per gli esseri umani. Sono infatuato di una pittura simile alla terra, avvicinabile, semplice e pura. Sono inoltre proclive al senso del tempo dei marmi. Il marmo opalino è quello che preferisco: mi dà un senso di sublimazione.

Il valore intrinseco

Oggi, ritengo che il più grande cambiamento per l’uomo consista nel fatto che la gente stia perdendo, abbastanza rapidamente, il senso del valore intrinseco.
Il riflesso dell’arte contemporanea su tale mutamento consiste nell’emergere di diverse modalità artistiche anomale, le quali sono lo specchio della realtà in momenti di transizione. Ritengo, in effetti, che questa realtà necessiti davvero di persone positive che insistano sul valore intrinseco e l’arte rispettosa, nonché sulla persistenza e la valorizzazione di una parte preziosa dello spirito dell’individuo. È questa la risposta più provocatoria all’ondata secolare. Credo che, sin dai tempi più remoti, il valore essenziale dell’uomo in tutte le civiltà del mondo sia stato lo stesso. Alcuni dei pericoli cui l’individuo contemporaneo deve far fronte sono il riflesso della perdita di questo tipo di valore. In un contesto di insoddisfazione e ricerca, ho constatato lo scadimento dei convincimenti artistici, l’ostentazione e la boria nel perseguimento della notorietà e dell’interesse.

Il mio stile pittorico è un ritorno allo stato primario di calma e quiete. Ricerco un aspetto critico dello spirito umano, mentre tutta l’arte contemporanea è prigioniera della scena corrotta dell’ultimo giorno. Quello che esploro e cerco sono i principi spirituali sempre esistiti a sostegno dell’umanità. Forse ne esistono soltanto pochissimi, ma ciò che importa è che esistano. I miei umili tentativi non sono volti a creare qualcosa dello stesso valore di quest’epoca secolare, bensì qualcosa che abbia un valore più profondo, universale. Ho fornito risposte alla sensazione di calma e solennità nei primi anni, con questi personaggi dall’apparenza vulnerabile.

Per quanto concerne la pittura, crea uno strato superficiale pittorico con la tecnica dell’affresco, che respira, evitando così quello stile regale prodotto dalla pittura a olio. I miei dipinti non sono realizzati perché vi si rivolga uno sguardo fugace e superficiale. Hanno caratteristiche durature, perché ho conferito loro una “dignità”che ho sempre cercato nei dipinti. Tutti i miei sforzi non sono volti a creare qualcosa che abbia un valore per quest’epoca, bensì opere che abbiano un significato di ampia portata ed un valore universale. Ho analizzato l’intera storia dell’umanità e ho individuato quelli che per me sono gli elementi più preziosi.
In queste opere esprimo la nostra sublimazione generale e ne faccio il simbolo della ferrea razionalità e della fede umana.
Sono nato solitario. Non ho mai lavorato ad alcunché che avesse un significato per il mercato generico e non ho perseguito ideali superficiali e popolari. Quello che ho fatto è stato incarnare gli spiriti alti.
Queste opere sono ciò a cui io aspiro riuscendo a superare la prova del trascorrere del tempo.

 

Chao Ge
Ottobre 2004

I disegni a carboncino sono un grande e semplicemente meraviglioso spettacolo.
Quando mi spremo il cervello nel modo giusto ed ho gli occhi lucidi e la vista acuta mi metto a disegnare, utilizzando i metodi più semplici per generalizzare la complessità delle cose. Nella storia della pittura dell’ultimo millennio vi sono molti grandi autori di disegni. Come guardare all’essenza del disegno a carboncino? Credo siano un atteggiamento onesto ed una personalità grintosa a lasciare il segno in un mondo mutevole. Tra tutte le abilità artistiche, il disegno a carboncino è un grande e semplicemente meraviglioso spettacolo.

Chao Ge
Gennaio 2006

 

L’influenza della natura sulla mia anima costituisce almeno la metà dell’effetto che il mondo ha su di me. Ho tratto infinita ispirazione dalla grande poesia mongola delle praterie, così toccante, con i suoi paesaggi poetici dei pascoli.

Tali paesaggi poetici sono ricchi di nuove idee, mai esistite prima, nonostante siano ben noti alla gente. Nei miei paesaggi spero di riuscire a illustrare il mio sentimento della natura. I paesaggi sono espressione dell’orgoglio e della fierezza per la terra, fonte di sussistenza per l’uomo.

Chao Ge
Gennaio 2006

 

Nei dipinti degli anni ’90, ho valorizzato i sentimenti più intimi, ho iniziato a esprimere un forte senso di conflitto interno con scioltezza e ad acquisire la forza della catarsi. In Cina ero considerato il primo in questo settore.
Così, ho iniziato a fare dei miei dipinti “l’anima” delle culture sociali e delle realtà mutevoli. Naturalmente, ciò si rifà allo spirito storico nazionale di un’epoca. La mia mente era prigioniera di un senso di soffocamento, del quale non sono riuscito a liberarmi per tutti gli anni ’90. Questa sensazione ha fatto sì che i miei dipinti fossero pervasi da un sottile flusso di coscienza.
La mia arte è la realizzazione di sogni sui conflitti tra esistenza umana e tragedia realistica.

– sui dipinti a olio degli anni ‘90

Chao Ge
Gennaio 2006

Il mio viaggio in Italia

Ho imparato prestissimo a conoscere Roma dalla famosa descrizione di Goethe: Roma è magnificenza. Ma venendo a Roma, 7 anni fa, sono stato molto colpito da questo luogo tanto illuminato dalla luce del sole. Questo senso di luce solare è diventato per me un elemento chiave di comprensione della civiltà europea. Ho capito che l’arte antica della Roma repubblicana deve essere nata nella stessa luce. Ho potuto ammirare tanti edifici splendidi, che rappresentano preziosi tesori della civiltà creati dall’uomo. Sono tutti pieni di luce. Mi sono persuaso ancor più del fatto che l’arte repubblicana dell’antica Roma e la splendida cultura romana di oggi traggono origine dalla stessa luce solare.
L’arte romana dell’epoca repubblicana ha influenzato notevolmente la realtà sociale della Cina moderna e contemporanea. Consiste nella volontà dell’uomo di condurre una vita pubblica giusta ed irreprensibile. Ho constatato grandi cambiamenti nella società cinese degli ultimi 30 anni. Cambiamenti che mi fanno chiaramente comprendere la diversa percezione spirituale di un’esperienza umana e mi sprona a esplorare, come artista, le difficoltà sociali dell’uomo e le sue grandi potenzialità. Sono lieto di essere qui, non solo perché Roma è un’antica capitale, una capitale della cultura e dell’arte. Sono un orientale alla ricerca di cultura e valori umani e, per questo, sono particolarmente attratto dall’arte repubblicana che una volta caratterizzava Roma ed il lavoro svolto, per lunghissimo tempo, per creare una Repubblica. A mio avviso, il valore più nobile di quel periodo storico è la realizzazione di un sistema che tiene sotto controllo gli effetti negativi solitamente prodotti dal potere e garantisce ai cittadini il rispetto quasi integrale della loro dignità umana.
Per me, Roma o l’Italia significano l’affermazione e la diffusione della cultura classica, soprattutto rinascimentale. Ritengo che, sia in Oriente che in Occidente, la cultura classica costituisca sempre il canone cardine della civiltà umana. L’uomo ha bisogno di ideali e la cultura e l’arte del nostro tempo sono il prodotto della costante evoluzione di questi ideali. L’epoca attuale imprevedibile, un’epoca che perde sempre più di fiducia e certezze. Nel mondo della pittura di oggi, esiste un pericolo sin troppo grande di incubi e scoppi emotivi. Sono sempre più contrario all’idea che l’arte esprima soltanto gli impulsi di un individuo e sono contrario alla tendenza alla secolarizzazione universale. Spero che l’arte torni a essere un soggetto sociale e cessi di essere un oggetto e faccia propri i valori ed il significato di cui è stata portatrice sin dall’antichità. Con queste opere semplici ed austere spero di aver saputo esprimere il mio atteggiamento nei confronti di questo mondo caratterizzato da valori confusi. L’arte permette di assumere un atteggiamento nei confronti di valori umani fondamentali.
Ho rappresentato queste immagini umane piene di dolore con grande solennità, traendole dalle mie esperienze come testimonianze della complessa realtà e di tutte le sofferenze che caratterizzano la vita dell’uomo. Ho deciso di utilizzare queste figure umane semplici, ma solenni, per esprimere le mie riflessioni sulla sofferenza umana e le mie attese nei confronti dell’umanità. Con i miei sentimenti più intimi ho creato questi personaggi che lottano per l’eternità. Tutti i miei sforzi sono volti alla conservazione dei valori umani eterni attraverso queste figure. Anelo all’eternità: l’eternità dell’arte, l’eternità dell’umanità e l’eternità dei valori. Non riesco a immaginare come potrebbe essere il mondo senza di essi. Forse questo è tutto ciò che può fare un artista.
Mettendo a confronto i grandi dipinti antichi orientali ed occidentali, ho individuato alcuni elementi comuni, lo stesso atteggiamento nei confronti del mondo. La compostezza dell’arte orientale antica e la solennità dell’arte occidentale rappresentano i sentimenti preziosi dell’uomo del passato. Nei dipinti rinascimentali scorgo qualità che oggi non abbiamo più. La nostra epoca è caratterizzata da una sorta di atteggiamento patologico dell’arte.
Con mio sommo dispiacere, dalla seconda metà del XX secolo, gli artisti orientali hanno sempre cercato di seguire le tendenze occidentali, causando il declino di cultura ed idealismo. Ritengo deplorevole che il mondo si trovi imprigionato nel pantano dei conflitti tra forze militari ed economiche. Forse gli artisti non hanno abbastanza forza per cambiare il mondo, ma ritengo che gli artisti debbano fare in modo che la loro arte si sforzi di occupare un posto importante nella vita spirituale dell’uomo e tenda a rappresentare tale vita spirituale. Nutro la speranza di vedere ancora nell’arte occidentale i grandi martiri ed il martirio che hanno tenuto viva la vita spirituale sublime dell’umanità.

Devo ammettere di nutrire queste speranze perché ritengo che, oggi, la vita dell’uomo sia permeata da un eccesso di secolarizzazione. L’arte dovrebbe rappresentare i traguardi più alti dello spirito umano e divenire l’espressione ultima della vita spirituale dell’uomo.

Chao Ge

Chao Ge: un uomo con grande sensibilità e profondi convincimenti

La storia dell’arte viene spesso definita come un processo caratterizzato da una vasta varietà di nuove forme artistiche, che si affermano senza sosta sostituendo quelle precedenti. In Cina, sebbene negli ultimi due decenni del XX secolo l’arte non sia svanita negli scaffali della storia, ha comunque vissuto profondi mutamenti, alla stregua di quanto è avvenuto nel Paese a livello politico ed economico, nonché nella società e nello stile di vita. Quindi, anche i mutamenti artistici di quel periodo sono stati radicali: una sorta di condensazione di un periodo storico in un intervallo di tempo talmente breve che la “realtà” era composta essenzialmente dalla contemporanea coesistenza di ogni tipo di storia dell’arte. L’accettazione delle eterogenee culture occidentali e la presenza della cultura e delle tradizioni cinesi si sono intrecciate, dando luogo a molteplici concezioni ed espressioni artistiche. Ne è scaturita una visione miracolosa dell’arte contemporanea cinese.

Gli artisti cinesi che vivono un periodo come quello attuale sono molto fortunati: hanno vissuto i grandi cambiamenti sociali, possono beneficiare dell’apertura della società, dell’informazione e della comodità della nuova epoca, utilizzando ogni tipo di risorsa artistica disponibile e pronta all’uso. Tuttavia, nel contempo, si trovano dinanzi a problematiche particolari: è infatti facile perdersi tra i prodotti culturali della storia o contemporanei. L’influenza della storia passata rischia di intrappolare l’artista nella spirale dell’arte tradizionale e renderlo il successore di una certa forma artistica; le culture del mondo reale sono come un fiume. Esso può condurre l’artista verso uno stato di confusione mentale. E’ quindi divenuta un termine di confronto per la valutazione delle conoscenze culturali degli artisti cinesi, nonché del loro coraggio artistico e della loro capacità di penetrazione: come selezionare e dotarsi di ciò di cui si necessita per nutrire la propria arte e, nel contempo, come concentrarsi sulla propria espressione artistica. Prima del Rinascimento, gli artisti europei non venivano considerati umanisti, mentre alcuni artisti dell’antica Cina erano già stati definiti artisti dell’Umanesimo. Si riteneva che se un artista era innanzitutto un intellettuale, doveva essere in grado di giudicare con chiarezza un sistema di valori confrontandosi con la storia e la realtà del suo tempo. Quindi, all’immagine dell’opera devono essere conferiti un intento spirituale e delle precise connotazioni dell’autore. Se venissero utilizzati questi parametri per valutare gli artisti contemporanei cinesi, Chao Ge, professore presso l’Accademia Centrale delle Belle Arti, potrebbe essere considerato un artista rappresentativo degli artisti dell’Umanesimo.

Chao Ge ha iniziato la sua carriera studentesca negli anni ’80 del ‘900, momento in cui la Cina si apriva al mondo esterno. Così come altri artisti hanno condiviso esperienze comuni nel loro processo di crescita, Chao Ge si è trovato dinanzi a due problematiche da risolvere, due aspetti della sua arte: la tecnica ed i contenuti. Dopo aver prescelto la tecnica a olio, diversamente da altri artisti cinesi tra cui alcuni dei suoi maestri, che adottavano la stessa tecnica ma si aprivano alla sola influenza degli artisti dell’ex Unione Sovietica e degli Impressionisti europei del XIX secolo, Chao Ge presta maggiore attenzione ai capolavori degli artisti del Rinascimento, dei quali inizia a studiare le tecniche pittoriche da adottare quale propria fonte espressiva. A sostegno della propria scelta di superare i vincoli culturali di quell’epoca, lui ed i suoi colleghi di studio hanno lanciato lo slogan: “Imparare dai grandi Maestri”. In un periodo in cui in Cina si conferiva nuovo slancio all’arte dopo l’autarchia politica della “Grande Rivoluzione” e si viveva un’epoca di politiche culturali più liberali, quello slogan rappresentava indubbiamente i nuovi ideali che Chao Ge e la sua generazione di artisti speravano di vedere affermarsi. Nello studiare i capolavori dei Maestri occidentali, Chaos Ge si abbandonava allo stile di Sandro Botticelli, primo Rinascimento, Albrecht Durer, artista nordeuropeo ed altri.
In molti dei suoi ritratti di quel periodo, si riscontrano l’analisi e l’interpretazione della figura unitamente a un buon senso del colore e dei contorni della figura stessa, attraverso i quali è possibile individuare chiaramente l’identità sociale del soggetto ritratto. Le sue opere di quel periodo hanno dato vita a una nuova tendenza popolare, definita Neorealismo dagli ambienti artistici cinesi, tramite la quale aveva maturato una forma espressiva originale nel suo stile iniziale.

Chao Ge è mongolo. È nato nella Regione Autonoma cinese della Mongolia Interna. In lingua mongola, il suo nome significa “fuoco”. Le sue origini e la vita nelle praterie ne hanno formato la personalità di artista taciturno ed emotivo. È tipica anche la sua voglia di non fermarsi alla superficie delle cose, ma di giungere alla loro essenza. I paesaggi vasti e naturali delle praterie mongole lo hanno portato ad assumere una mentalità aperta, un poetico senso dell’entusiasmo ed una forte aspirazione alla natura della bellezza. A seguito del trasferimento in una metropoli per motivi di studio e di vita, il suo pensiero e la sua emotività hanno acquisito un istinto razionale con la speranza di trascendere la realtà. Quindi, il suo modo di raffigurare gli oggetti è costituito da una rappresentazione dell’essenza nella semplicità. In realtà, questa ricerca è altresì volta a provare il suo grande interesse per il tema dell’umanesimo nella sua arte. Ha asserito: “sento che la contemplazione sugli esseri umani da soli, nel significato autentico ed originario, è come pensare a una creatura nella desolazione in un deserto arido. Questo mondo è rapidamente entrato in un mondo materialista. Credo che l’arte debba essere in grado di esplorare la vita spirituale degli esseri umani, analizzandone i conflitti spirituali ed emotivi alla radice. Soltanto in questo modo è possibile realizzare le migliori opere d’arte”.

Ciascun artista ha una propria idea di ciò che significa perseguire la realizzazione della “migliore opera d’arte”. Le esperienze artistiche di Chao Ge costituiscono lo svolgimento della sua analisi profonda del significato della pittura, che mostra anche le responsabilità di un artista erudito. La sua è una visione “socio-psicologica” dell’arte. Ritengo che egli intenda richiamare il “rapporto tra la pittura ed un mondo spirituale, una vita ed un comportamento psichici ed una esistenza sociale nel vero senso del termine”. Negli anni ’80, ha scelto i mongoli quali soggetti per le sue opere, realizzando così “Il figlio del pastore”, “Vestirsi” ed altri lavori. Facendo riferimento a un certo tipo d’immagine di nazionalità, queste opere mostrano le caratteristiche del suo popolo rendendole semplici e comuni. Nell’analizzare la psiche dei soggetti, l’artista esprime anche la propria personalità.
L’ultimo decennio del XX secolo rappresenta anche la seconda fase creativa di Chao Ge. In un momento in cui la società si avventurava sulla via del consumismo, il sistema dei valori sociali subiva notevoli cambiamenti, così come l’arte. Molti artisti di questo periodo iniziano a esprimere la loro sofferenza ed insoddisfazione del mondo attraverso l’arte. Emergono così molteplici forme espressive e stili di artisti diversi. Alcuni restano intrappolati in un’espressività molto individualista ed emotiva, raggiungendo limiti estremi. Utilizzano la “pop art” per degradare la storia, soprattutto l’ideologia dominante che aveva svolto un ruolo fondamentale e dominato a lungo la società cinese. Tuttavia, alcuni danno vita alle loro opere dalla prospettiva della critica sociale del rapporto esistente tra uomo, società e storia. Nelle opere figurative dal titolo “L’uomo sensibile”, “La parte occidentale” e “Due persone”, così come in altre, l’emozione repressa viene tradotta in immagini visive e, solitamente, i soggetti delle sue opere si propendono verso l’osservatore, come per guardare un oggetto da distanza ravvicinatissima con una prospettiva straordinaria. I soggetti appaiono a disagio e preoccupati, persino leggermente nervosi. Una miscela di colori soggettivi, linee astratte e pennellate trasmette allo spettatore i gravi sentimenti dell’artista nei confronti dell’epoca e dell’ambiente sociale in cui vive. Le opere di questo periodo sono pervase da conflitti psicologici e possono essere considerate un autoritratto dell’intellettuale cinese emarginato o combattuto dal dilemma che scaturisce dal cambiamento sociale in atto. I soggetti dei suoi quadri vengono tenuti a una certa distanza dal contorno e ciò può essere indice di una loro profonda attività contemplativa, di discussione o negazione, ovvero di una sensazione di solitudine ed esclusione dal mondo esterno.

Nei primi anni della sua carriera artistica, Chao Ge è interessato all’arte dell’antico Egitto, del Medioevo e del primo Rinascimento. Nel 2000, il viaggio in Europa costituisce l’occasione per riconsiderare l’arte europea, soprattutto attraverso le esperienze emotive delle origini. Trovandosi dinanzi al patrimonio delle arti visive europee, avverte “una forza potente e dinamica”, percepisce il significato dell’infinito e del simbolo. Tuttavia, le espressioni visive dell’arte egizia hanno suscitato in lui un senso di turbamento e rispetto. Dinanzi ai capolavori delle grandi civiltà umane ha riconsiderato i rapporti in generale tra le arti quali, ad esempio, il rapporto tra arte greca ed egizia, il confronto tra arte dell’antica Grecia e quella delle altre aree d’Europa, le caratteristiche dell’arte dell’area tra il Tigri e l’Eufrate, nonché il rapporto tra arte tradizionale ed arte moderna. L’amore di Chao Ge per l’arte del periodo naïf corrisponde, in sostanza, a questa continua ricerca sulle tematiche principali relative alla pittura e segnatamente quelle correlate alla spiritualità umana. La storia non smette di offrire nuove cose dopo aver rimosso lo strato di polvere. La spiritualità è sempre storica e soltanto la spiritualità è in grado d’interpretare la storia. Per vedere una cosa nella sua essenza è necessario andare oltre la superficie. Ora questa cosa esiste, esisteva in passato ed esisterà in futuro. Ciò che è legato all’anima umana è la speranza o la fede, che comportano buona volontà, il credere nell’amore e l’aspirazione alla verità, alla giustizia e all’equità. Nel mondo spirituale di Chao Ge, è la fede che gli ha consentito di trovare una nuova prospettiva, servitagli come base di partenza. Qualsiasi forma materialistica scomparirà nel mondo fisico; soltanto la fede mossa dalla spiritualità può legare il passato al presente ed al futuro.
Durante il viaggio in Europa, Chao Ge s’interessa maggiormente ai dipinti murali ed all’architettura, forme artistiche in cui sente “la forza semplice e dinamica” dell’arte antica, soprattutto un’estensione della nobile spiritualità che permea i dipinti classici europei. Ciò lo conduce ad abbandonare le forme espressive estremamente individualistiche ed emotive adottate dagli anni ’90 e a dedicarsi all’analisi di problematiche molto più comuni correlate alla spiritualità dell’uomo. La svolta appare evidente dal cambiamento di tecnica pittorica. Infatti, dal 1998 Chao Ge abbandona la tecnica a olio per utilizzare la tempera. Le tecniche pittoriche classiche consentono di riprodurre meglio il segno grafico degli affreschi antichi europei ed un senso di gravosità storica. Rispetto alla pittura a olio, che implica sufficiente vicinanza e distanza, uniformità e vera armonia di colore sulla tela, la tempera abbassa l’indice del colore sulla tela, richiamando le qualità fisiche del rilievo. L’effetto visivo è più delicato e dà un senso di respiro. Grazie a un lavoro costante, la pittura di Chao Ge raggiunge gradatamente uno stato di “unificazione, ritmo ed armonia”. I suoi soggetti presentano un volto cauto, elegante e silenzioso, il colore dei suoi dipinti si fa più delicato dando all’osservatore una sensazione di concentrazione e consapevole pace. Attualmente, la sua pittura non è volta a comunicarne le emozioni ma, piuttosto, a instillare i propri sentimenti gradatamente nella tela, nel tentativo dare forma a un legame visivo tra un linguaggio pittorico semplice e la pura spiritualità.

Ritengo che, dinanzi alla varietà di espressioni artistiche della Cina contemporanea ed al loro avvicinarsi alla situazione artistica internazionale attuale, il significato della produzione artistica di Chao Ge abbia una grande rilevanza, per due ordini di ragioni. Innanzitutto, egli nutre ancora rispetto per la pittura e crede che la pittura, in quanto linguaggio artistico con una lunga storia di uomini, possegga una vitalità infinita. Ciò che oggi gli artisti devono fare è “comprendere le ossequiose caratteristiche di alcuni dipinti del lontano passato”. Nell’uso diffuso che oggi si fa di un’ampia varietà di supporti, la creazione d’immagini nelle arti visive ha sempre più luogo tramite ripartizioni, collage e duplicazioni. Il valore dell’arte per l’uomo viene gradualmente volgarizzato dalla cultura di massa, se non addirittura sostituito da espressioni filistee. Questo pericolo, in termini di processo di civilizzazione dell’uomo, è una realtà. A tale riguardo, Chao Ge ha una visione molto chiara. Si dedica a “l’unica pittura” che ne mostra l’atteggiamento responsabile in quanto intellettuale ed artista. Ci consente altresì di speculare su come “rivitalizzare” le forme artistiche dei maestri nel contesto culturale odierno. In secondo luogo, non solo egli crede nella pittura, ma anche nella spiritualità. In particolare, è un custode della fede per la sua sensibilità ed i suoi convincimenti, unitamente a un bagaglio di artista.

Riflettendo e sperimentando la produzione artistica, ha elaborato una metafora molto efficace: alcune forme d’arte appartengono “all’arte retinica”; ad esempio, quando la pittura a olio ha raggiunto la sua maturità in Europa, è stata lentamente trasformata in uno strumento d’imitazione della natura; “se la pittura a olio viene considerata retinica, le immagini sono riflessi della natura sul cristallino del bulbo oculare di ciascuno”.

Per analizzare l’arte contemporanea da quest’ottica, Chao Ge esamina le espressioni fortemente emotive e sincere di singoli artisti e movimenti artistici, presentando nuove tecniche quali simboli della rivoluzione, in quanto “superfici uniformi e superficiali che la gente ha utilizzato in senso visivo in un’epoca post-industriale ed urbana”. “Ma la mia arte va in direzione opposta, nel tentativo di individuare gli elementi di trascendenza temporale nelle opere d’arte antiche”.

“Ciò che mi sforzo di fare non è di produrre cose dello stesso valore nel mondo temporale, bensì creare qualcosa in comune con un valore penetrante. Ho concentrato l’attenzione sulla storia dell’uomo in generale, al fine di ottenere qualcosa che io ritengo prezioso”.
Dinanzi all’odierna psicologia sociale e culturale dell’ondata popolare, la “fede” di Chao Ge costituisce naturalmente un suono molto debole, ma fermo e penetrante. Nel quadro dell’arte contemporanea cinese, la sua esperienza originale e la riflessione sull’umano, l’umanità ed il valore, costituiscono senza alcun dubbio la rappresentazione di un’arte “individualista” e “contemporanea”.
Per il primo biennio del XXI secolo, la pittura di Chao Ge ha mostrato solidità attraverso la forza interna e la comunicazione visiva. Le immagini visive sono diventate questo o quel significante spirituale. Egli continua a raffigurare paesaggi e persone. Sebbene i soggetti continuino a provenire dalla prateria o vivano in città ed i paesaggi ritraggano sempre praterie o città, l’identità del soggetto non è il fulcro della sua rappresentazione. La figura è lì, mai inclinata in avanti, ma con un volto che esprime pace ed eleganza. È difficile per noi leggere il reale significato dell’espressione di quei volti. Tuttavia, riusciamo a sentire la natura infinita dello spirito ed il senso di gravosità storica che emana dai dipinti murali in rilievo. Ciò che abbiamo visto nella sua pittura è non soltanto l’esistenza di un singolo soggetto, ma anche il soggetto in quanto tale, ricco di spiritualità comune agli esseri umani. Queste opere sono molto diverse da quelle degli anni ’90. Sebbene egli dipingesse sempre paesaggi in maniera realistica, ciò che emerge dalle sue composizioni, dal colore, dall’espressione pittorica e dalle emozioni sulla tela sono due condizioni psicologiche diverse. Il passaggio dall’espressione dei propri sentimenti ed emozioni più importanti alla concentrazione delle sensazioni sulla tela è emblematico del passaggio dell’artista dall’incertezza, dalle domande e dalle contraddizioni all’irresistibile e sicura ricerca della fede.

In questo mondo esistono persone che usano la loro grande anima e la loro etica onesta per conoscere il mondo; nel contempo, rappresentano la loro fede e le loro emozioni con il pensiero razionale. Questa modalità di pensiero consente ai cervelli di liberarsi dalla schiavitù, mettersi in posizione più elevata ed osservare il mondo. Quando un artista dipinge il proprio soggetto non solo con gli occhi, ma anche con emotività e razionalità, lo scenario del mondo può richiamare la luce della libertà. L’arte di Chao Ge è proprio questo: “un’arte calda, con una speranza per l’umanità diffusa sullo sfondo”.

Fan Di’an
Direttore della Galleria Nazionale Cinese

 

Il richiamo delle montagne lontane: breve commento sull’arte di Chao Ge

Nell’intero panorama dell’arte cinese contemporanea, Chao Ge è un artista caratterizzato da forti convincimenti ed ideali. Grazie alla sua ferma volontà, al suo discernimento ed al continuo lavoro, ha dato vita a uno stile personale ed originale. Sono molti gli studiosi dell’arte contemporanea cinese che hanno dedicato grande attenzione a Chao Ge e alla sua arte.

Premura umanistica

L’arte rappresenta un sentiero che conduce a uno stato dello spirito trascendente e sacro, che illumina l’uomo in ordine all’esistenza della verità. Solitamente, l’artista vive a metà strada tra gli esseri umani e gli dei. Utilizza il proprio idioma nazionale per esprimere l’essenza della “poesia”. L’atteggiamento di Chao Ge nei confronti dell’arte è colmo di fede ed onestà come quella di un credente. Ritiene che l’arte debba entrare nella vita spirituale dell’uomo, che debba costituire una vitamina spirituale per la vita quotidiana delle persone, ma non rappresentare un ornamento o un elemento decorativo delle nostre case, né un’abilità. Nel mondo di oggi, Chao Ge intende riscoprire i valori dell’umanità sempre esistiti nella storia ed illustrare l’evoluzione spirituale di un periodo o di una nazione, utilizzando una forma visiva originale.
Chao Ge è diventato un noto disegnatore e pittore verso la fine degli anni ’80, periodo in cui le arti visive cinesi vivevano grandi cambiamenti a seguito dell’apertura all’Occidente. Influenzati da diversi movimenti artistici moderni occidentali, molti artisti provenienti dalle diverse regioni della Cina hanno iniziato a prendere parte a mostre di gruppo e ciò ha rappresentato un notevole scossone per l’arte dominante della Cina continentale, per le modalità espositive, nonché per l’arte legata all’ideologia dominante ed alla propaganda.
Dinanzi a tali tendenze artistiche, Chao Ge insiste nell’utilizzo della pittura a olio adottata quale mezzo espressivo proprio ed inizia a condurre studi e ricerche sul significato primario della pittura a olio. Egli, insieme ad altri artisti, anche loro insegnanti di diverse scuole d’arte, viene considerato il maestro del “Neoclassicismo” cinese. Come dalla definizione coniata da alcuni esperti, i “Neoclassici” sono caratterizzati dall’utilizzo di una forma espressiva tipica del classicismo occidentale e segnatamente la pittura a olio, per ritrarre i loro soggetti, elogiare la purezza umanistica, porre l’accento su perfezione ed espressione e mantenere una certa distanza dalla realtà sociale. I soggetti ritratti da tali artisti sono sovente costituiti da giovani e belle donne, dalla figura elegante, che trasmettono una qualche suggestione romantica.
Chao Ge è stato incluso in questo gruppo, in una certa misura, per una buona ragione. Infatti, in alcune delle sue opere sperimentali sul nudo, quale ad esempio “Nudo seduto”, la sua viene considerata l’espressione più rappresentativa del Neoimpressionismo cinese. Tuttavia, la sua opera non ha mai inteso essere un prodotto d’intrattenimento, che offre rilassamento ed eleganza alla classe medio borghese. L’artista pone l’accento sul cambiamento e le differenze con cui si sono scontrati l’Umanesimo ed il tempo. È questa la differenza più radicale tra Chao Ge e coloro i quali dipingono donne pigre in ambienti interni confortevoli, con stile realista.
Alla fine degli anni ’80, egli realizza il dipinto a olio dal titolo “Grande Qi”. Il Romanticismo e la vastità che permeano la sua opera stanno a rappresentare la portata dell’apertura e del revival umanistico della Cina di quel periodo.
Chao Ge ha cercato di esprimere un’esistenza di grandezza attraverso la sua opera ed una speranza mobile come l’aria. Il nudo femminile, come la statua della libertà dell’opera di Eugene Délacroix dal titolo “La Libertà che guida il popolo”, simboleggia la vittoria dell’Umanesimo con la sua posa simbolica. Chao Ge ha sempre correlato la sua opera artistica a una certa realtà del suo tempo. La difficoltà nell’arte risiede nello stabilire un buon rapporto tra pensieri e sensazioni dell’epoca, un’emozione impalpabile ed incommensurabile ed un’essenza spirituale, su cui egli ha lavorato molto e la sua opera ingenera una sensazione di gravosità storica. Perché l’uomo ha lavorato per centinaia di migliaia di anni per realizzare opere d’arte? Soltanto per conservare dei ricordi, alcuni valori ed i sentimenti acquisiti e provati nel corso della vita.
Secondo Chao Ge, “il cambiamento più profondo che caratterizza l’uomo contemporaneo è rappresentato dalla rapidissima perdita del senso dei valori. Il riflesso di tale processo sull’arte contemporanea è costituito dal fatto che si risponde alla realtà con una serie di forme artistiche anomale proprio in ragione della crisi di valori. Invero, ritengo che ciò di cui abbiamo bisogno oggi sono delle persone con un sistema di valori, un’arte da rispettare ed un qualche tipo di spirito umano dal valore inestimabile sul quale porre l’accento. È questa la risposta più provocatoria alle tendenze attuali”. In realtà, il mondo odierno ha alcuni valori fondamentali in comune con i tempi più antichi, le diverse civiltà del mondo. Tutte le crisi della nostra realtà contemporanea non sono che una risposta a tale perdita di valori.
In un mondo sempre più materialista, sentiamo profondamente che le “persone” che hanno ispirato opere letterarie e pittoriche stanno subendo profondi mutamenti. Alcuni degli elementi importanti della natura umana si stanno disgregando, perdendo, o vengono disprezzati e derisi, mentre vengono esaltate, enfatizzate ed apprezzate le debolezze dell’essere umano. L’uomo moderno è come una pianta isolata nel deserto. Nella sua arte, Chao Ge pone l’accento sull’analisi della vita cerebrale dell’uomo, sui conflitti e i desideri della vita quotidiana. Egli va alla ricerca dell’esistenza ed umanità insiti in tali processi mentali, scegliendo ed adottando lo stile dell’esistenza permanente. Ciò che cerca è il concetto di umanità sostenibile. Questo ne fa un guardiano spirituale, con pochi amici del cuore nel panorama artistico contemporaneo.
All’inizio degli anni ’90, Chao Ge realizza alcune opere, tra cui “L’uomo sensibile” o “”La parte Occidentale”, “Due persone”, “Persone accanto al muro” e “Giovane volto”. Definiti “cercatori della verità”, tutti i soggetti dei quadri rappresentano delle persone reali con le loro anime.
La più rappresentativa di tutte è senz’altro “L’uomo Sensibile”, che esprime il disequilibrio fisiologico dell’uomo comune e lo shock culturale causato dai cambiamenti rapidi e senza precedenti vissuti dalla società cinese di quel periodo. Da allora, Chao Ge ha delineato un percorso di disegno e pittura in quanto a metodologie di studio psicologico ed espressionismo per la pittura moderna cinese. Le sue opere hanno influenzato lo stile di pittori più giovani, tra cui i ritratti di professori realizzati da Mao Yan.
In quegli anni, era appena entrato in contatto con lo stile rappresentativo psicologico di Freud, un pittore inglese. Diversamente da Freud, però, Chao Ge non utilizza pennellate aspre e marcate per trasmettere una sorta di shock visivo. Al contrario, egli mette a punto uno stile espressivo assolutamente personale. Attraverso l’accurata composizione del quadro, utilizzando una tecnica fatta di spinte ed espansioni, egli diffonde l’effetto delicato del colore da una zona delimitata a tutta l’opera. L’uso del colore si differenzia da quello della pittura a olio occidentale moderna che ci delizia gli occhi. Trasmette la sensazione di pace ed unione tipica degli affreschi classici.
Negli anni ’90, le opere di Chao Ge hanno una forte influenza sulla vita sociale. Alcuni elementi dei suoi quadri hanno un forte impatto sulla mente della gente. Tuttavia, in seguito, egli modifica le proprie modalità espressive, poiché ritiene che ogni uomo debba avere dei convincimenti profondi. L’arte moderna tende ad agire secondo la regola del “carpe diem” e ciò è profondamente negativo per i processi psicologici e mentali degli individui. Dopotutto, l’arte è un’espressione più avanzata dei processi mentali dell’uomo e non deve essere perpetua o sostenibile. Inoltre, essa può rappresentare un prolungamento della nostra attività cerebrale. I grandi artisti occidentali si sentono spesso molto soli rinchiusi nelle loro anime; non v’è quindi alcun dubbio che l’arte moderna cinese ne sia influenzata e non possa trovare alcun conforto nella natura, nella vita dell’uomo o in alcun altro luogo.

Unità culturale e coerenza storica

Nella carriera artistica di Chao Ge è possibile individuare due periodi di particolare rilevanza. Il primo corrisponde agli inizi degli anni ’90, periodo in cui egli mette a punto uno stile pittorico che coniuga elementi di espressionismo ed analisi psicologica. Egli riesce ad aprire il mondo interiore dell’uomo con un’espressione artistica assolutamente originale. Il suo linguaggio artistico svolge inoltre un ruolo essenziale nell’evoluzione della pittura a olio cinese di quegli anni. Una rivista d’arte dal titolo “Art Magazine” che pubblica le opere di Chao Ge diviene un punto di riferimento importante per gli studenti delle scuole d’arte. Guang Jun, famosissimo realizzatore di stampe, ritiene che Chao Ge abbia ispirato molti giovani artisti, i quali hanno imparato molto dalle sue opere. Numerosi eccellenti giovani artisti contemporanei hanno addirittura assunto le opere di Chao Ge quali modelli da copiare. Il comune denominatore consiste nel porre l’accento su come la pittura a olio sia una pittura tradizionale e l’artista debba dipingere seguendo la propria anima.
Sebbene si muova nel panorama dell’arte moderna e sia un vero idolo per alcuni giovani pittori degli anni ’90, Chao Ge critica molto aspramente alcuni aspetti dell’arte moderna. Nel XX secolo, ritiene infatti ci siano molte cose incompiute. Si pone l’accento sul potenziale dello stile artistico, sperimentando continuamente nuove tecniche e mezzi espressivi, ma dimenticando gradatamente quale sia la funzione precipua dell’arte per l’uomo: l’arte è il traguardo più elevato nell’animo umano. Questo concetto non era stato tramandato attraverso i secoli dall’arte antica e queste forme artistiche sono state pian piano abbandonate. All’inizio degli anni ’90, Chao Ge iniziò una fase di riflessione. Formulò nuove considerazioni circa le invenzioni legate a un forte espressionismo, sperando di riuscire ad adottare uno stile espressivo più ampio, del completo stato psicologico dell’uomo, passando attraverso i sentimenti degli individui. Quindi, si recò più volte in Europa, al fine di studiare le fonti spirituali dell’arte europea e segnatamente il rapporto spirituale esistente tra l’arte egiziana ed arte rinascimentale. Attraverso una serie di analisi e studi, si formò il convincimento secondo cui la fonte dell’arte umanistica occidentale potesse essere costituita da un elemento religioso. Cercò di riscoprire i valori tradizionali e risolvere le problematiche di quell’epoca, in modo da dar luogo a una rinascita di quei valori semplici dell’arte originaria. In Cina, sono pochi gli artisti contemporanei che lo farebbero. Uno dei nodi centrali è costituito dal fatto che, attualmente, si pone l’accento sull’esasperazione dell’individualità e l’arte viene profondamente disorientata: questa è diventata l’espressione della vita quotidiana. Molti non nutrono più alcun interesse per i grandi valori dell’uomo, ritenendo, al contrario, che l’esperienza quotidiana individuale possa sostituire la più ampia riflessione dell’umanità.
Per quanto concerne la storia e la tradizione dell’arte mondiale, Chao Ge nutre maggiore interesse per le forme artistiche con elementi orientali quali, ad esempio, quella egiziana, l’arte greca più antica e l’arte del primo Rinascimento. Studiando la storia dell’arte, potremmo rilevare il ruolo fondamentale svolto dalla scultura. L’unica ragione per cui l’arte egizia suscita in lui profonde emozioni è rappresentata dal grande valore simbolico della scultura; tuttavia, alcuni artisti contemporanei preferiscono la metafora illustrata da simboli visivi. Forse qualcuno lo definirebbe un artista tradizionale. Però, la sua arte non è vecchia, né può essere definita una copia acritica dell’arte del passato. L’arte di Chao Ge è una risposta al presente ed all’arte creativa radicata nel suo animo. Utilizzando metodi anacronistici, ai margini dell’arte predominante più attiva, egli mette a punto modalità espressive radicali quasi inconsapevolmente.
Basata sullo schizzo, la sua arte ha una forte espressività soggettiva, che stimola l’immaginazione artistica. La definirei “Immaginazione Orientale”. L’Immaginazione Orientale è qualcosa di diverso dall’immaginare l’orientale. In quanto la sua Immaginazione Orientale mostra una forte volontà di tornare all’arte, che pone l’accento sulla relazione di sangue esistente tra l’immaginazione individuale e l’arte tradizionale, enfatizzando altresì ciò che si può definire creatività artistica libera. È come una sorta di risveglio sotto il controllo della cultura occidentale del secolo scorso. È anche una sorta di fiducia in sé ed atteggiamento artistico saldo e certo. Dopo aver subito la dilagante e profonda influenza della cultura occidentale negli anni ’80, i giovani artisti cinesi iniziano ad analizzare la realtà in rapida evoluzione in maniera più autonoma. L’immaginazione dell’arte contemporanea cinese torna al proprio background culturale sganciandosi dall’Occidente.
Nell’analizzare il senso meditativo della sua arte, non è possibile ignorare la forte influenza dell’ambiente geografico cinese sulla sua opera. Molti pensano che Chao Ge sia un artista proveniente dalla Mongolia Interna ma, in realtà, è un pittore dalla grande spiritualità interiore e dal forte temperamento sviluppati in diverse regioni. Egli non pone mai l’accento sulla narrazione. Negli ultimi cinque o sei anni, Chao Ge tende a enfatizzare valori e pensieri universali. È indubbio che la maestosità della composizione di un quadro e lo stato mentale traggano origine da uno spirito grande e generoso, dal temperamento nomade degli antichi Mongoli che vivevano in una dimensione di grandi distanze. Si tratta del concetto di cultura romantica che svolge un ruolo rilevante nella comunicazione culturale del mondo di oggi. È insostituibile ed è il punto di partenza per andare oltre i popoli e le nazioni alla scoperta del mondo mentale e psicologico dell’uomo.
Con questo tipo di visione romantica la storia dell’arte acquisisce uno sguardo a 360 gradi, tale da cogliere l’evoluzione della civiltà classica. Per ogni popolazione, la civiltà classica costituisce il patrimonio spirituale più prezioso, perché il suo valore culturale protetto ha un significato duraturo. In un certo senso, l’arte classica più alta diventa il fattore culturale della cultura di ogni popolo che può continuare a crescere. Su queste basi vengono realizzate un numero infinito di immagini artistiche. Grazie al suo personale atteggiamento nei confronti dell’arte, Chao Ge ha saputo acquisire molti elementi preziosi dall’arte cinese e soprattutto dall’arte paesaggistica. Alle fondamenta dell’arte cinese, risalendo ai periodi delle dinastie Song e Yuan, v’è l’arte paesaggistica. Oggigiorno, si ha senz’altro un buon senso delle cose, la natura, che stimola più che in passato. Ad esempio, Geortor ha già inaugurato una nuova epoca per molti versi. Le opere pittoriche rappresentative del periodo, quali ad esempio quelle di alcuni maestri del Rinascimento, hanno forte slancio. Chao Ge presenta un vigore spasmodico ed una grande visione ed ha forti legami con questo tipo di scenario artistico. Ha rilevato la superiorità delle arti visive cinesi delle origini, che non verrà soppiantata dalla fotografia nell’era dei media. Nelle sue creazioni, ricerca l’essenza interiore dell’arte tradizionale cinese. I suoi paesaggi presentano un legame con le opere antiche cinesi, elaborando stati d’animo e sensazioni molto sofisticati; quelle montagne e quei fiumi, la calma e la quiete che emanano dai suoi paesaggi, riflettono l’atteggiamento dei pittori dell’antichità cinese nei confronti della natura.
Dagli anni ’80, inizia a realizzare numerosi disegni a carboncino e dipinti a olio sulle grandi praterie, traendo ispirazione diretta dalla natura e coniugando l’ampio orizzonte dei panorami con il pensiero umano più profondo. In tal modo, egli dimostra una sorta di soggezione nei confronti della natura e dà luogo a una nuova paesaggistica nella pittura moderna cinese, facendo assurgere l’arte paesaggistica ad arte simbolica dell’arte umanistica. Nel corso di questi 20 anni, i suoi paesaggi hanno sempre posto l’accento sulle caratteristiche topografiche di vastità tipiche delle praterie interne, come si rileva dall’opera “Il sole di Kelunnu”, dalla poesia del dipinto “Il Lago Ejinuoer”, dal sentimento di nostalgia della terra natia che promana da “L’ombra della città natale”. Utilizza questo tipo di pittura paesaggistica per esprimere l’orgoglio del popolo mongolo per la loro abitazione, il loro amore per fiumi e montagne; quindi, con il pretesto dell’espressione poetica, le sue opere pittoriche filtrano anche il cambiamento storico.
Diversi dai paesaggi occidentali, i suoi non s’interessano alla geografia e alle caratteristiche della terra. Al contrario, ispirandosi ai dipinti paesaggistici antichi cinesi, ne deriva una memoria culturale nazionale, un atteggiamento di apprezzamento per la natura scevro da intenzioni materiali: insomma, una sorta di imponente campo visivo. Rispetto alle raffigurazioni di soggetti umani, i paesaggi sono più semplici e caratterizzati da maggiore slancio. Ai suoi occhi, il paesaggio e l’uomo sono uguali nella natura: sono entrambi espressione dell’animo umano. Le sue figure sono più spiritualizzate ed idealizzate. Nei suoi paesaggi, il tempo è un fattore di grande rilevanza. Infatti, questi paesaggi possono acquisire la capacità di restare immutati, grazie all’alto valore ed all’obiettiva espressione del colore. Essendo caratterizzati dagli elementi di cui sopra, le opere paesaggistiche di Chao Ge sono molto di più di semplici scene naturali. I paesaggi vengono rappresentati sotto il profilo storico e psicologico.
Egli ha una visione dell’arte molto particolare, che gli consente di cogliere il nesso tra la dilatazione di parte dell’arte contemporanea ed il vuoto dell’animo. Mantiene le distanze da una certa parte dell’arte contemporanea, ma ciò non significa che lui e la sua opera si allontanino dall’arte dominante del suo tempo. In realtà, anch’egli affronta alcuni dei problemi attuali. In quanto artista, avverte con la sua sensibilità che oggigiorno le persone e soprattutto gli studiosi, subiscono molte pressioni e stress. È possibile asserire che egli non miri a recuperare cose passate, bensì a far tornare in vita alcuni aspetti del Classicismo. Dinanzi alla crisi dell’uomo contemporaneo, Chao Ge inizia a ricercare ciò che di prezioso esiste per l’uomo odierno. Far tornare in vita vecchie cose significa a volte utilizzare qualcosa di antico per creare qualcosa di nuovo, in modo da dar vita a una nuova tendenza senza seguire le mode passeggere (ad esempio, il movimento di Han Yu per la prosa antica, sotto la Dinastia Tang).
Nelle sue opere più recenti, cerca di conferire nuovo vigore a elementi semplici e spirituali di grande valore che dominarono la storia dell’arte antica. Si tratta di un significativo cambiamento, riscontrabile nelle sue ultime realizzazioni. Esprime il proprio gusto e l’analisi psicologica del mondo cerebrale dell’uomo. A dire il vero, da uno dei suoi capolavori dal titolo “L’uomo sensibile” risalente agli anni ’90, ha espresso una sorta di desiderio mentale di vita psicologica o umanità. Questo tipo di espressione correlato all’analisi psicologica resta tuttora una sua caratteristica espressiva assolutamente originale. Se, ad esempio, si considera l’opera dal titolo “Due persone nel 2000”, persino le due persone raffigurate nel quadro hanno un legame familiare, mantenendo pur tuttavia una certa distanza l’una dall’altra. Ciò che Chao Ge esprime in queste opere è proprio quello cui egli annette maggiore importanza. Perché oggi le persone si sentono più sole, pur avendo facilità di comunicazione e buone condizioni di trasporto? I personaggi dei suoi quadri sono stressati ed studiati, in un certo senso. Tutto ciò è il riflesso dello stato mentale universale dell’uomo di oggi. Le sue opere sembrano tornare alla semplicità dell’antichità, ma è proprio tale semplicità che conferisce loro una dimensione storica più ampia ed una maggiore durata temporale. Ciò potrebbe sembrare leggermente contraddittorio. L’arte egizia sembra semplice e lineare, ma si tratta più di spirito religioso; rispetto a questo tipo d’arte, l’arte tridimensionale dà il senso fisico delle cose e della realtà della vita del mondo.

Spirito moderno

Alla fine degli anni ’90, le opere di Chao Ge descrivevano le tensioni di un’epoca e penetravano nel profondo della società. Agli inizi egli desidera rendere le sue opere le fotografie di un’epoca e crede nella propria capacità di esprimere il pensiero, i sentimenti e le ideologie del momento. Tuttavia, entrando nel nuovo secolo, Chao Ge inizia a pensare a quanto di perpetuo possa esistere. Oggi, stiamo pian piano perdendo ogni fiducia nell’esistenza eterna. Viviamo vite effimere. Questa visione dei valori ingenera tensioni ed egoismo. Inoltre, una vita nell’opulenza ed un sistema avanzato di cure sanitarie ci consentono di vivere più a lungo, ma il perseguimento della ricchezza e della fama abbrevia ed impoverisce la nostra vita cerebrale e psicologica. Molti perdono interesse nello studio della storia, dell’arte e delle scienze, perseguendo invece la notorietà effimera ed il guadagno tramite la politica in nome dell’arte e della scienza. Chao Ge non è tra questi. Rifiuta l’incarico di preside della facoltà di Pittura a Olio per dedicarsi allo studio ed alla creazione artistica. Le sue ultime opere, tra cui “Figura in arancio”, “Giugno”, “Tintarella/TAN” e “Lontano” non sono ritratti tradizionali in cui l’artista pone l’accento sulla genialità momentanea e l’episodio occasionale. Al contrario, queste opere intendono rinnovare i valori eterni della storia umana. I moderni ammettono l’importanza dei valori dell’esistenza trascurando quelli della mente. Alcuni artisti guardano agli episodi occasionali come al tutto. In tal modo, forse si produrranno cose nuove, ma non potranno fornire ispirazione per sempre. L’attività artistica di Chao Ge persegue questo senso di perennità e sublimazione della vita cerebrale, con caratteristiche moderne.
Osservando il nuovo secolo, si osserva la tendenza dell’arte moderna cinese a veder dominare la pop art. Molti giovani laureatisi nelle accademie creano immagini planari stravaganti, praticando un’arte le cui fonti sono le immagini delle riviste ed i filmati. Nel contempo, Chao Ge orienta la sua ricerca verso la storia umana dell’arte visiva con una profonda capacità analitica, in grado di ampliare notevolmente la dimensione cerebrale e psicologica. Dopo aver visitato alcuni Paesi europei, Chao Ge acquisisce una concezione dell’arte notevolmente diversa. Inizia a confrontare l’arte moderna con quella antica, riflettendo molto sulla spiritualità dell’arte moderna. Da quel momento, il suo stile torna agli inizi degli anni ’80, periodo in cui egli nutriva interesse per un revival dell’apprendimento, il che lo induce a dedurre che esistono due tipi di arte: l’arte visiva e l’arte retinica. Secondo Chao Ge, l’arte visiva è quella correlata al nostro animo, non solo un fattore stimolante della retina. La pittura con una storia millenaria non è mera imitazione della natura, bensì espressione di ciò in cui l’uomo crede. Dipende, quindi, dai convincimenti dell’uomo. L’arte occidentale ha perduto il suo valore significante sempre esistito nei periodi di prosperità. Chao Ge riflette sull’atteggiamento nei confronti dell’arte ed utilizza metodi semplici, che preferisce alle tecniche mature della pittura a olio nel tentativo di rendere la pittura pura, ricca di pensiero umano astratto e sentimenti. Egli si distingue dagli artisti moderni arroganti, concentrati su loro stessi, che non nutrono rispetto per la natura e la vita. Le loro opere sono prive di quegli elementi di rispettabilità che dovrebbero essere sempre presenti nell’arte. Chao Ge ama la storia, che lo attrae perché sente di avere qualcosa in comune con essa. Ma la sua passione per la storia non è antiquata o inattuale. Egli indaga, comprende e spiega la storia e le tradizioni nell’ottica dei moderni. La sua arte è, perciò, semplice e moderna e riflette l’atteggiamento confuso degli intellettuali cinesi nei confronti della modernità. Per comprendere l’arte di Chao Ge sono necessari l’intelligenza e le conoscenze dell’Umanesimo.
Parlando della produzione artistica di Chao Ge, non si può non fare riferimento al rapporto tra le sue opere e l’arte internazionale. Il mondo si orienta verso la mutevolezza, mentre Chao Ge, al contrario, mira alla quiete. Chao Ge è attivo, determinato e dotato di una forte soggettività. Egli insiste sul pensiero in opposizione alla pop art e cerca di scoprire i valori dell’arte antica. Per quanto concerne le modalità espressive, nutre avversione per lo sfavillio della pittura a olio contemporanea dell’affresco, mezzi seri, con un senso di “respiro” ed unità. Facendo un’analogia, la pittura a olio contemporanea assomiglia a un volto colorato dal quale non riesce a cogliere la verità e l’intuizione dell’artista.
Molti acquirenti con scarse conoscenze culturali cercano e speculano su dipinti pop classici realisti nel mercato cinese contemporaneo. L’arte di Chao Ge si differenzia dalla pittura formattata e sensuale. Prendiamo ad esempio l’opera dal titolo “L’uomo sensibile”: essa esprime le tensioni di quest’epoca. Dal XIX secolo, l’Accademismo è il Naturalismo che non riesce a entrare in contatto con i processi mentali attuali. Il Naturalismo pone l’accento sulla destrezza, la maniera e l’apparenza delle cose. I suoi soggetti, e tra questi alcuni appartenenti alle minoranze e la “bellezza” non hanno nulla a che vedere con la società cinese e, quindi, la pittura ha scarsa forza. La pittura di Chao Ge va bel oltre l’Accademismo: la sua arte ha le stesse qualità teatrali di quella russa, la stessa tensione e le stesse sofferenze dell’uomo di oggi. Utilizza la tempera per comprimere la tridimensionalità e realizzare immagini e composizioni dotate di grande forza e precisione.
Alcuni ritengono forse che Chao Ge sia troppo orientato verso la storia piuttosto che verso scene artistiche multiformi e che, quindi, la prima sminuisca il valore della sua opera. Chao Ge non condivide questa interpretazione. Ritiene che molte forme artistiche contemporanee che pongono l’accento sulla novità siano aggressive ma non abbiano reale forza, mentre l’arte antica è estremamente profonda. Avversa i soggetti mondani, la cupidigia, il materialismo e la vita finalizzata al piacere sessuale. L’arte di Chao Ge si nutre di un’espressività indicativa di rapporti e relazioni e di un’espressione assolutamente semplice. Durante la mostra “La dimensionalità dello spirito” del 2004, alcuni visitatori sono rimasti profondamente colpiti dalle opere di Chao Ge. Riassumendo: Chao Ge preferisce l’intuizione alla predica. L’arte è arte e gli artisti contemporanei dovrebbero essere in grado di giudicare autonomamente per riuscire a penetrare l’origine del pensiero umano. L’arte contemporanea è straordinaria nella sua espressione della crisi e nelle sue forti emozioni, che mostrano alcune caratteristiche dell’Espressionismo. Tuttavia, l’espressione non è sufficiente per un pittore nella nostra epoca, folle e complessa. Chao Ge cerca di riportare in vita antichi elementi attraverso le sue ultime opere ed entrare in una diversa categoria del gusto che è semplice, orrida e seria. Se si considerano ad esempio la chiesa ed il supermercato, s’intuisce come gli utenti abbiano richieste diverse: il supermercato soddisfa le necessità della vita quotidiana, mentre l’uomo ha esigenze cerebrali e spirituali. Oggi abbiamo bisogno di artisti che soddisfino le esigenze mentali della gente. L’arte di Chao Ge rappresenta il terreno da cui trarre la sussistenza di chi ama la sua pittura. Egli non lavora soltanto per il nostro tempo, ma anche per la nostra anima.

Yin Shuangxi *
15 Gennaio, 2006

* Yin Shuangxi, PhD. in Storia dell’Arte, è vicedirettore di Fine Art Research dell’Accademia Centrale Cinese delle Belle Arti, direttore della facoltà Accademica e direttore del Fondo Internazionale Wu Zuoren per le Belle Arti. È, inoltre, un critico d’arte contemporaneo e curatore di mostre di grande fama. Dal 1989, ha preso parte all’organizzazione e all’allestimento delle mostre di cui in appresso: Mostra sull’Arte Contemporanea Cinese (1989, Pechino); Prima Biennale d’Arte Cinese (1992, Guangzhou); Mostra: China Fine Art Critics Nomination (pittura a olio, 1994, Pechino); La porta del secolo: rassegna dell’Arte Contemporanea Cinese” n (2000, Chengdu); Est Downing: Dipinti Cinesi del XX Secolo (2003, Parigi); Immaginando la Cina: Mostra sulle Sculture Contemporanee Cinesi (2004, Parigi); Il secolo e il Paradiso: Terza biennale dell’Arte Cinese (2005, Chengdu); Bei Paesaggi: Mostra di Dipinti a olio del Nord e del Sud (2006, Pechino), ecc. Ha scritto e pubblicato un numero considerevole di saggi e commenti sull’arte contemporanea cinese. Attualmente, vive a Pechino.

 

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