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TIBET. OLTRE LA LEGGENDA
Arte e cultura dal XII al XX secolo

Rivarolo Canavese, Castello Malgrà 
4 maggio-13 luglio2003

L'Amministrazione Comunale di Rivarolo Canavese, con il Patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, dell'ATL del Canadese e delle Valli di Lanzo e del C.E.S.M.E.O. organizza, presso il Castello Malgrà, con la collaborazione degli Amici del Castello, la mostra "Tibet. Oltre la leggenda".

L'allestimento, che ha già avuto luogo a Bari e Venezia, costituisce l'occasione per accostarsi ad un mondo in apparenza lontano. Sono presentati, a tal fine, materiali ed opere d'arte, provenienti da collezioni private italiane e straniere, che documentano lo stile di vita delle popolazioni autoctone, mentre un apparato didascalico ne illustra il divenire storico. 
Attorno al Tibet, paese antico, vasto in origine quasi come l'Europa, si è da alcuni anni sviluppato un diffuso interesse, non solo per le sue vicende storiche e geografiche, ma anche per quella spiritualità che ne ha animato il passare dei secoli e che, ancora oggi, ne fa uno dei luoghi fondamentali per quanti si pongono alla ricerca della essenza della vita.

Due sono le sezioni in cui si articola l'esposizione. Nella prima sono raccolti un centinaio di oggetti rituali e d'uso quotidiano accompagnati da pannelli didattici di grande formato sull'arte, la religione, la vita quotidiana, la medicina, la morte, la ritualità. Interessanti risultano certamente gli strumenti musicali, dei quali è ampia la tipologia proposta, dai timpani da cerimonia, alle antiche conchiglie (trombe), ai liuti in legno e pelle, alle trombe di vario genere (in rame telescopiche, in argento e pietre dure, in ossa umane), ai tamburi, mentre fra gli oggetti d'uso spiccano le copertine di libri scolpite o dipinte, le maschere, le teiere ìn bronzo e argento, un set di tavolette per scrittura, finimenti da cavallo, coppe, mobili, occhiali, monete, gioielli in oro, argento, turchesi e corallo. Di vario genere anche gli oggetti rituali che comprendono i phurbu (pugnali rituali), i vajra-dorje (simboli del fulmine), i dribu (campane rituali), gli tza-tza (stampi votivi di divinità in argilla), i reliquiari in bronzo a forma di stupa (costruzioni tipiche della religione buddhista), strumenti in metalli per cerimonie tantriche ed altro ancora.
La seconda, invece, propone una serie di importanti documenti dell'arte tibetana, con una cinquantina dì opere pittoriche di rara qualità, illustrando buona parte dell'iconografia religiosa dal XII al XIX secolo. In questo ambito soprattutto si può mettere a fuoco il senso profondo della cultura e della religiosità del popolo tibetano, esemplificate in modo palpabile dalle rappresentazioni della divinità e dalle narrazioni riguardanti le attività dei Lama. Significativo è il senso che questi lavori hanno nell'ambito dalla società tibetana: l'artista non è colui che raggiunge valori estetici particolari, ma chi - e il termine di "fabbricante di divinità" ben ne esprime la valenza - sa trarre dalla meditazione una rappresentazione capace di richiamare l'attenzione su ciò che è superiore. I canoni formali e coloristici sono fondamentali, in quanto sono diretta emanazione del pensiero religioso tibetano. L'artista quindi non inventa, ma segue i dettami antichi sulla rappresentazione della divinità rispondendo a chiare indicazioni per quanto riguarda le proporzioni, le forme e i colori, compiendo così una sorta di azione magico-rituale. In questa logica si pone anche l'anonimato dell'esecutore, che in tal modo rinuncia alla sua identità, in consonanza con la disgregazione mistica dell'io professata dal buddhismo. Nella produzione tibetana si riscontrano varie influenze provenienti dalle iconografie proprie dei popoli circostanti, dall'India e dalla Cina in prima istanza, ma anche dal Nepal e dai Kashmir. Fra le caratteristiche proprie della pittura tibetana è da segnalare il ruolo fondamentale assegnato alla figura posta al centro del dipinto, sia essa divina o umana, rispetto a cui gli elementi naturali e gli oggetti dì contorno assumono una funzione esclusivamente simbolica.
Le tipologie dei dipinti tibetani introducono l'osservatore a varie diverse "letture" e meditazioni sulla presenza della divinità nella sua esistenza. Le opere in mostra, databili a partire dal XII secolo, sono realizzate in gran parte su un supporto di tela di cotone preparata.

In appendice alla mostra "Tibet. Oltre la leggenda", Il Tucano Viaggi Ricerca, operatore torinese che dal 1984, anno di apertura del Paese ai visitatori stranieri, è impegnato nella realizzazione di itinerari dì carattere geo-etnografico in Tibet, ripercorre con una selezione fotografica di 40 immagini gli incantati paesaggi del Tetto del Mondo, con i suoi monasteri e le scene della vita di ogni giorno.

La cultura tibetana attraverso i pannelli illustrativi della mostra


Castello Malgrà, Rivarolo Canavese
Tel.: 0124.454680 (Comune), 0124.26377(Biblioteca Comunale)
0125.6181131 (A.T.L. del Canavese e delle Valli di Lanzo).
biblioteca.rivarolo@libero.it - www.rivarolocanavese.it 

Orari: sabato e domenica 10,00-12 / 15.30-19,00.
Sono possibili visite per le scuole e per i gruppi nei giorni: giovedì e venerdì dalle ore 10, 00 alle ore 12, 00 e dalle 15,00 alle 18, 00 previa prenotazione telefonica.
Ingresso (comprensivo della possibilità di visita al castello): Interi Euro 5,00 - Ridotti: Euro 3,00.

Ufficio Stampa
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