LE
MEDICINE DELLA GRANDE PUREZZA


Autore
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Ko
Hung
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A
cura di
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Fabrizio
Pregadio
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Editore
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Edizioni
Mediterranee, Roma
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Prima
edizione
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1987
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Pagine
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176
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N.
ISBN
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88-200-4220-7
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Ko Hung
LE MEDICINE
DELLA GRANDE PUREZZA
(dal Pao-p'u txu nei p'ien)
A cura di Fabrizio Pregadio
Malamente orecchiata, ricomposta dal pensiero occidentale per vacuità riempita da immaginari esotismi, l'alchimia taoista diventa spesso il crogiolo di un «sentito dire» volgarizzato e piamente digerito attraverso i centoni collazionanti della cultura
prét a porter.
Vero è che le ricerche moderne sul taoismo possono datarsi, come ricorda Schipper, soltanto dal 1926, quando l'unico esemplare del Canone Taoista completo, conservato a Pechino nel Tempio della Nuvola Bianca, venne riprodotto fotolitograficamente e fatto circolare, ma anche vero è che dai tempi di Matteo Ricci l'occidente prestò piú agevole ascolto ai modelli di cultura confuciani proposti, nella loro dimensione normativa, come piú assimilabili al cristianesimo e lontani da «bizzarre» prassi operative.
Per altro, il lettore italiano ha avuto a disposizione, in questi ultimi anni, i testi tradotti di autori quali Granet, Maspero, Needham che superando la stretta categoria dei sinologi, hanno permesso di poter affrontare con maggior successo d'intendimento le poche usuali, ma affascinanti espressioni del pensiero cinese.
Questa una prima ragione per cui non estranea apparirà al lettore di testi alchemici occidentali il
Pao-P'u Tzu Nei P'Ien opera del IV secolo di Ko Hung, curata e tradotta dal testo originale da Fabrizio Pregadio con dotta pazienza e amore di rispondenza analogica; una seconda ragione garberà al lettore quando scoprirà, via via che proceda nella lettura, la similarità morfologica, non solo di prassi operative, ma di contigue, pur se separate finalità con l'alchimia occidentaIe.
Partendo da una splendida descrizione dell’uomo che ha raggiunto la sua unione con il Tao, Ko Hung compila un vero e proprio
Theatrum Chemicum dell'alchimia cinese e ne diventa fonte indispensabile per lo studioso. Trascrive indicazioni e ricette, indica le correlazioni tra operatività pratica e accortezze
meditativo-immaginative, ricorda e tramanda i maestri, cita i loro scritti, dichiara í pericoli e stempera le sollecitazioni banali, rammenta il prezzo della laboriosità pazientemente sorvegliata dalle rispondenze ai ritmi cosmici, permette, in pratica, come ricorda Pregadio nella sua prefazione, di sbirciare in un giardino incantato, di cui ci è permesso, se non altro, di raccogliere l'immagine.
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