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ULTIMI GIORNI A HONG KONG


Autore Paul Theroux
Editore Baldini & Castoldi, Milano
Prima edizione 2000
Pagg. 244
Traduzione (dall'inglese) di Delfina Vezzoli
Titolo originale Kowloon Tong
© Cape Cod Scrivecers Co., 1997

Hong Kong 1996, ultimi giorni, frenetici e trepidi di vita imperiale, il passaggio alla Cina popolare è ormai un dato di fatto: si smontano le tende dell’esercito coloniale, si trasferiscono i capitali accumulati in altri paradisi fiscali. In questo clima di incertezza e di precarietà, gli ultimi irriducibili britannici cercano ancora di conservare i resti di un decoro in estinzione insieme alle loro proprietà in pericolo. Così Betty Mullard, a Hong Kong da oltre mezzo secolo, così suo figlio Bunt, che superati i quarant’anni vive ancora legato alla madre trascinando l’esistenza tra la sua fabbrica di facile gestione, i club privati e i bordelli. Nessun interesse lo ha mai spinto a visitare la Cina vicina, ormai meta turistica di molti suoi connazionali; anelastico e superficiale vorrebbe che continuasse la comoda routine tra amanti silenziose e i riti di una vita codificata. Ma la cessione del territorio, la vendita forzata della fabbrica e l’irrompere di nuovi inquietanti rapporti costringono l’irrisoluto protagonista a traumatici cambiamenti, a dismettere gli atteggiamenti colonialistici e guardare la città con altri occhi, a scoprire l’amore per la semplice operaia prima considerata soltanto una delle numerose amanti.
Alla descrizione di un ambiente privilegiato con assurde sopravvivenze di secoli trascorsi e all’analisi dello scontro di due culture ancora estranee l’una all’altra nonostante gli anni di imposta convivenza, Theroux innesta la struttura del romanzo di iniziazione, che obbliga i personaggi a scoprire la propria verità, mentre una misteriosa scomparsa e l’ombra di un delitto avvolgono la vicenda in una spasmodica tesa suspense. E l’abilità dello scrittore si rivela nella sapiente tessitura di un romanzo che riesce a rinnovare la tradizione inglese della narrativa realistica e problematica, dosando con perfetto esotismo e controllo psicologico, ironia e distacco.
«La dannatissima guerra. La faccenda di Mao. Gli studenti del cavolo che volevano cacciare gli inglesi. La prima ondata di disordini. La seconda – solo dei Cin-ciun-là che sbattevano i coperchi delle pattumiere, ma tant’è. Quanti omicidi? Quante retate? E la polizia – checche, ricatti, bustarelle, droghe e paccate di foto bestiali. Ci siamo tenuti fuori anche da quello. Abbiamo lasciato che se la vedessero loro. I boat people e adesso questa diavolo di Cessione. Ne siamo usciti tutti interi perché non abbiamo voluto saperne niente.»

Paul Theroux è nato negli Stati Uniti e ha soggiornato a lungo in Italia e in Africa. Viaggiatore e scrittore instancabile, i suoi romanzi, i suoi diari e i suoi articoli hanno descritto mezzo mondo: da Singapore all’Uganda, dal Dorset alla Patagonia.

 

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