GRANDE SENO, FIANCHI LARGHI
Autore |
MO
Yan 莫言 |
Editore |
Einaudi,
Torino |
Prima edizione |
2002 |
Pagg. |
906 |
Traduzione (dal
cinese) di |
Giorgio
Trentin |
Titolo originale |
Feng ru fei
tun
© 1996 Mo Yan |
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Dalla società feudale degli anni Trenta all'odierno capitalismo di stato, passando attraverso sussulti e rivolgimenti dell'era maoista, figli e nipoti degli Shangguan affrontano gioie e dolori dispensati da una terra estrema, primordiale.
Con questo romanzo, censurato in patria per l'esplicita crudezza delle testimonianze che riporta e i suoi toni corrosivi e grotteschi, Mo Yan torna al grande affresco rurale e mitologico che aveva reso celebre Sorgo rosso.
Shangguan Lü, dopo aver partorito sette figlie femmine, riesce finalmente ad avere l'agognato maschio, in grado di perpetuare la stirpe. Fabbri da generazioni, gli Shangguan vivono in un villaggio rurale della zona di Gaomi, nella provincia orientale dello Shandong; A seguito dell'uccisione degli uomini della famiglia da parte degli invasori giapponesi, la giovane madre si ritrova a dover crescere, da sola, il nuovo nato e le sorelline. È Jintong, il Bambino d'oro, l'io narrante del romanzo; frutto in realtà di un amore adulterino con il prete occidentale Ma Luoya, è il figlio prediletto e viziatissimo, allattato fin quasi all'adolescenza, che fa del seno l'icona feticistica di tutta la sua vita. Icona che cercherà crescendo nelle altre donne, a partire dalle sorelle, di cui segue da vicino i destini quanto mai
diversi. Ciascuna di loro si legherà infatti a uomini spesso all'opposto per aspirazioni e carattere: proprietari terrieri e banditi patrioti, esponenti del Partito nazionalista e militanti del neonato Partito comunista, occidentali venuti a sostenere una delle fazioni in lotta e bizzarre e macchiettistiche figure. La parabola di ciascun personaggio si salda alla storia travagliata della Cina, dai tardi anni Trenta del conflitto sino-giapponese alle carneficine della guerra civile, fino all'avvento dell'era maoista e al suo superamento nell'ultimo ventennio del secolo appena trascorso. Jintong, su cui si concentrano le aspettative di madre e sorelle, da studente modello si ritroverà manovale in una comune agricola, detenuto in un campo di lavoro, danaroso imprenditore e vagabondo perdigiorno, facile preda di voraci personalità femminili.
Nessuno meglio di Mo Yan sa rendere l'anima senza tempo della civiltà e della cultura cinesi, attraverso le sue mille evoluzioni e sfaccettature. La particolare cifra, fantastica ed epica, comica e tragica, della sua scrittura si condensa nella potenza di metafore come quella della madre-terra, di cui tutti, pur nella loro diversità e nei loro conflitti, sono figli. O quella del figlio "bastardo" che non si risolve a crescere, che non trova la propria identità e collocazione, così simile alla Cina contemporanea in continua oscillazione fra conservazione e riforme.
MO YAN
Mo Yan, che (in cinese classico) significa
"non parlare", (cinese tradizionale: 莫言,
pinyin: Mò Yán), pseudonimo letterario di Guan Moye (cinese
tradizionale: 管谟业)
(Gaomi, 17 febbraio 1955), è uno scrittore e sceneggiatore cinese. È
considerato il più importante scrittore cinese contemporaneo. Ha vinto
il Premio Nobel per la Letteratura nel 2012.
È autore di sette romanzi, tra cui Sorgo rosso, una dozzina di racconti
e numerose storie brevi. Dai primi due capitoli di Sorgo rosso ha
ricavato la sceneggiatura per l'omonimo film di Zhāng Yìmóu,
vincitore dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino nel 1988. Ha scritto la
sceneggiatura del film Addio mia
concubina (Farewell my Concubine, 霸王别姬)
di Chen Kaige陈凯歌.
Nel 1997 ha vinto il prestigioso China's Annual Writer's Award, che è
il premio letterario più prestigioso in Cina cui corrisponde una
elargizione di 100.000 renminbi.
Nel 2005 ha vinto il premio per la letteratura internazionale Nonino.
Mo Yan ha tenuto, nel 2007, un incontro in Italia con gli studenti di
letteratura cinese dell'Università Kore di Enna, ed ha presenziato alla
Fiera del Libro di Torino, in qualità di scrittore di rilevanza
internazionale.
L'11 ottobre 2012 l'Accademia Svedese gli ha conferito il Premio Nobel
per la letteratura. È il secondo cinese a ricevere questo
riconoscimento dopo Gao Xingjian, premiato nel 2000.
Opere tradotte in italiano:
Sorgo rosso 1994 (Hong gaoliang jiazu)(红高粱家族)
L'uomo che allevava i gatti e
altri racconti 1997
Grande seno, fianchi larghi 2002 (Feng ru fei
tun)(丰乳肥臀)
Il supplizio del legno di sandalo 2005 (Tan
xiang xing)(檀香刑)
Le sei reincarnazioni
di Ximen Nao 2009
Cambiamenti, (Nottetempo, 2011)
Opere
principali di Mo Yan (in cinese)
Notizie dalla stampa sul
conferimento del Premio Nobel
Nobel
per la Letteratura a Mo Yan. La Cina supera il vecchio complesso (La
Stampa)
A
Mo Yan il Nobel per la letteratura. E' l'autore di "Sorgo
rosso" (La Repubblica)
Il
Nobel a Mo Yan, «colui che non vuole parlare» (Il Corriere della
Sera)
Cina,
letteratura da Nobel (Lettera 43)
Il
Nobel per la letteratura va a Mo Yan, autore di Sorgo rosso (Il
Messaggero)
Sorgo
Rosso, libro e film rivelazione (Ansa)
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