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SHANGHAI

 

Shanghai

Autore Riichi Yokomitsu
Editore Atmosphere Libri
Traduzione Costantino Pes
Prima edizione 2017
Pagine  240
N. ISBN  978-8865642207
 

Shanghai, 1925. Figure inquiete si aggirano per la città. Due di esse sono giapponesi: Sanki lavora in banca, coprendo le losche operazioni finanziarie del suo direttore; Koya è un uomo d'affari d'assalto, privo di scrupoli ma vivace e dinamico. Attorno a loro la Shanghai d'inizio secolo, metropoli dinamica che preannuncia quella del nostro presente: le nebbie del porto sul lungofiume, i vicoli scuri e affollati, le fabbriche in rivolta, i canali sporchi e maleodoranti, i locali gremiti di clienti provenienti da tutte le parti del mondo. L'azione si svolge in buona parte nel quartiere in cui si riuniscono le rappresentanze dei paesi occidentali, la zona degli affari e dei night club in cui si balla al ritmo delle canzoni all'ultima moda. I protagonisti si muovono anche per i vicoli della città cinese, abitati da una popolazione dolente e misera dedita alle più varie attività: coolies, portatori di risciò, mendicanti... e i postriboli, affollati di prostitute giapponesi, cinesi e perfino russe, residui dell'aristocrazia sfuggita alla Rivoluzione d'Ottobre. Altri personaggi si aggirano nel calderone della città, agitata dai grandi rivolgimenti storici del tempo, tra scioperi nelle fabbriche, uomini d'affari di tutto il mondo in cerca di opportunità e movimenti panasiatici e nazionalisti, appoggiati da gran parte dei protagonisti, che coltivano idee di ribellione contro la dominazione occidentale.

Dopo un'infanzia trascorsa in diverse parti del Giappone a causa del lavoro del padre ingegnere, Riichi Yokomitsu entrò all'Università di Waseda nel 1916. In quel periodo cominciò a pubblicare su piccole riviste letterarie (dōjinshi) come Machi ("Strada") e Tō ("Torre"). Nel 1923 pubblicò sulla neonata rivista Bungei Shunjū (Annali Letterari), curata da Kikuchi Kan, racconti che lo resero popolare, come Nichirin ("Il sole") e Hae ("La mosca").
Nichirin, in particolare, con la sua narrazione in stile sperimentale, caratterizzato da frasi e dialoghi brevi e secchi, di un Giappone preistorico e violento, contribuì a dargli visibilità. Questo racconto lungo si ispirò al romanzo storico Salammbô di Gustave Flaubert.
Nel 1924 iniziò la pubblicazione della rivista Bungei Jidai (L'Età della Letteratura) con Yasunari Kawabata e altri giovani scrittori emergenti. Nel primo numero del periodico apparve il racconto breve "Atama narabi ni hara" ("Teste e ventri") che, caratterizzato da una prosa aggressiva e sperimentale, colpì la critica e fu visto come l'inizio di un nuovo stile e movimento letterario. Gli autori coinvolti nel mensile presero il nome di Shinkankakuha, traducibile come Neopercezionismo. Sull'onda delle contemporanee avanguardie occidentali, i Neopercezionisti proposero un rinnovamento espressivo radicale della forma letteraria. Tra i teorici più attivi del gruppo, Yokomitsu e Kawabata in particolare teorizzarono la necessità di una resa più diretta ed efficace possibile delle sensazioni tramite il mezzo letterario. Le attività neopercezioniste si chiusero nell'arco di un quinquennio, ma all'epoca il movimento ebbe risonanza nazionale, sviluppandosi anche con una filiazione cinese.
Nel 1926 Yokomitsu scrive il racconto breve "Haru wa basha in notte" ("La primavera arriva su una carrozza"), che diventerà forse la sua opera più nota e antologizzata. Vi racconta gli ultimi mesi di vita della prima moglie, Kojima Kimiko, deceduta nel 1924. Il lirismo meditativo della storia si combina armoniosamente con il sapiente e mai banale uso di immagini, potentemente evocative di sensazioni ed emozioni. Marchio di fabbrica, quest'ultimo, della scrittura sperimentale dei primi anni di Yokomitsu.
Nel 1932 pubblica su volume la sua opera neopercezionista più ambiziosa, Shanhai (Shanghai). Incentrato attorno agli eventi rivoluzionari del Movimento del 30 maggio 1925 nella metropoli cinese, il romanzo segue le vicende di un gruppo di espatriati giapponesi. L'autore crea una Shanghai in parte fittizia, concentrato di vitalità iperdinamica e spesso caotica, sito in cui si concentrano tematiche e contraddizioni dell'est asiatico di quegli anni, tra colonialismo, istanze di indipendenza, comunismo e nazionalismi.
Scrittore ormai affermato, Yokomitsu continuò la sua attività letteraria negli anni successivi. In vita fu considerato autore molto importante, al punto di essere definito "Bungaku no kamisama" (dio della letteratura).
Partecipò attivamente al dibattito di quegli anni sul nazionalismo giapponese. Morì non molto dopo la sconfitta bellica del Giappone, minato nel fisico durante gli anni difficili del dopoguerra, lasciando incompiuta la sua opera della maturità, Ryoshū (Malinconia di viaggio), che prendeva spunto dall'esperienza del suo primo viaggio in occidente, in occasione delle olimpiadi di Berlino del 1936.

 

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