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L’etnia Dulong (独龙族)

I Dulong

I Dulong sono una delle minoranze etniche più piccole della Cina, stanziata nella remota valle del fiume Dulong nello Yunnan.
Celebri per i tatuaggi facciali femminili e la vita a stretto contatto con la natura, custodiscono tradizioni antiche oggi in via di scomparsa.


🗺️ Panoramica generale

  • Nome: Dulong (独龙族, Dúlóngzú), in passato noti anche come Drung.

  • Popolazione: circa 7.000–8.000 persone, secondo i censimenti recenti, il che li rende una delle etnie meno numerose della Cina.

  • Localizzazione: principalmente nella Dulongjiang Valley (独龙江), nella contea autonoma Gongshan Dulong e Nu, prefettura di Nujiang Lisu, provincia dello Yunnan, vicino al confine con il Myanmar e il Tibet.

  • Ambiente: vivono in zone montuose estremamente remote, attraversate da gole profonde e foreste subtropicali.


🏛️ Storia e origini

  • I Dulong sono considerati discendenti di popolazioni tibeto-birmane antiche, linguisticamente e culturalmente legati ai gruppi vicini come i Nu e i Lisu.

  • In passato furono chiamati “Qiu” o “Qiuzi” dalle cronache cinesi, spesso descritti come popolo isolato e difficile da raggiungere.

  • La loro valle è rimasta a lungo chiusa al mondo esterno: fino agli anni ’50 del Novecento non esistevano strade carrozzabili, e gli scambi avvenivano tramite sentieri e ponti di corda.


👥 Vita quotidiana e società

  • Economia: tradizionalmente basata su agricoltura di sussistenza, caccia e raccolta. Praticano la coltivazione itinerante (slash-and-burn) con mais, miglio, grano saraceno e fagioli, anche se oggi si sta diffondendo l’agricoltura stanziale.

  • Allevamento: piccoli animali domestici come maiali e polli.

  • Cibo: dieta a base di cereali, tuberi e carne di cacciagione. Producono anche birra artigianale da mais o miglio.

  • Abitazioni: case di legno su palafitte (a volte a due piani, con animali sotto e famiglia sopra), adatte al clima umido della valle.

  • Struttura sociale: tradizionalmente organizzati in clan familiari, senza un forte sistema gerarchico.


🎎 Cultura e tradizioni

  • Abbigliamento: un tempo vestivano con abiti in corteccia d’albero battuta e trasformata in tessuto; oggi usano più spesso cotone e lana, ma la tradizione è ricordata nelle feste.

  • Ornamenti: usano monili in conchiglie e perline, un tempo anche come forma di baratto.

  • Tatuaggi facciali femminili: la caratteristica culturale più nota dei Dulong. Le donne si tatuavano il viso (con motivi geometrici blu-neri) al raggiungimento della pubertà. Questa pratica, oggi quasi estinta, aveva origini rituali e identitarie, forse anche come protezione contro rapimenti da parte di popolazioni vicine.

  • Feste: la più importante è il Kaquewa Festival (卡雀哇节), celebrato ogni tre anni, in onore degli antenati e delle divinità protettrici. Include canti, danze, banchetti e sacrifici rituali.

  • Lingua: parlano il Dulongyu (独龙语), una lingua tibeto-birmana. Non ha una scrittura tradizionale propria; oggi viene trascritta in alfabeto latino.


🛕 Religione e credenze

  • I Dulong praticano principalmente animismo e culto degli antenati.

  • Credono negli spiriti della natura (montagne, fiumi, foreste) e usano sciamani per comunicare con essi.

  • Oggi alcune comunità hanno anche adottato il buddismo tibetano o il cristianesimo, introdotto da missionari.


📈 Situazione contemporanea

  • Con la costruzione di strade negli anni ’90, l’area Dulong è diventata più accessibile, ma rimane una delle più isolate della Cina.

  • Il governo ha promosso politiche di protezione culturale e di miglioramento delle condizioni di vita: case moderne, scuole, assistenza sanitaria.

  • Il tatuaggio facciale femminile è ormai quasi scomparso: le ultime donne tatuate appartengono alla generazione nata negli anni ’30–40.

  • Oggi i Dulong affrontano la sfida di preservare la propria identità culturale di fronte alla modernizzazione e al turismo.


✨ Identità

I Dulong sono un popolo resiliente, che per secoli ha vissuto in isolamento in una delle valli più remote della Cina. La loro cultura, segnata da tatuaggi rituali, abiti di corteccia e un forte legame con la natura, rappresenta un patrimonio unico e fragile, oggi oggetto di sforzi di conservazione e valorizzazione.

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