Etnie in Cina

L’etnia Nu (怒族, Nùzú)

L'etnia Nu

I Nu (怒族, Nùzú) sono una minoranza etnica cinese con circa 27-37.000 persone, che abitano soprattutto nella Prefettura Autonoma Nujiang (province di Yunnan), in contee come Gongshan, Fugong, Lanping e Bijiang.

Parlano varie varietà della lingua Nu (famiglia tibeto-birmana), non hanno (o avevano fino a tempi recenti) una scrittura standard, vivono in aree montane remote, con una cultura animista mista a influenze buddhiste e cristiane, e celebrano feste tradizionali come il Festival delle Fate.


🌍 Distribuzione geografica

  • I Nu vivono quasi esclusivamente nella provincia dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina.

  • La maggior parte risiede nella Nujiang Lisu Autonomous Prefecture (怒江傈僳族自治州), lungo la valle del fiume Nu (怒江, Nujiang), conosciuto a livello internazionale come Salween.

  • Alcune comunità più piccole si trovano anche nelle aree montuose al confine con il Myanmar e il Tibet.

👥 Popolazione

  • Secondo i censimenti ufficiali, i Nu contano circa 30.000 persone, rendendoli uno dei gruppi etnici meno numerosi tra le 56 minoranze riconosciute in Cina.

🗣️ Lingua

  • La lingua Nu appartiene al ramo tibeto-birmano della famiglia linguistica sino-tibetana.

  • È suddivisa in vari dialetti (tra cui quelli di Gongshan e Fugong), spesso mutuamente poco comprensibili.

  • Non esiste una scrittura tradizionale propria; in passato si trasmetteva oralmente la cultura. Alcuni tentativi di trascrizione moderna usano l’alfabeto latino.

  • Molti Nu parlano anche cinese mandarino o lingue dei gruppi vicini (come il lisu).

🏞️ Ambiente e stile di vita

  • I Nu vivono in zone montuose, remote e difficili da raggiungere, con scarsa disponibilità di terre coltivabili.

  • L’economia tradizionale si basa su agricoltura di sussistenza (mais, orzo, patate), allevamento (maiali, pollame) e, in alcune aree, caccia e raccolta.

  • Le case tradizionali sono costruite in legno, spesso su palafitte o con fondamenta rialzate, per adattarsi al terreno montuoso e all’umidità.

🙏 Religione e credenze

  • Molti Nu praticano una forma di animismo con culti legati alla natura, agli spiriti dei monti e degli antenati.

  • Sono diffuse pratiche sciamaniche.

  • In alcune aree è presente l’influenza del buddismo tibetano, in particolare nelle comunità più vicine al Tibet.

  • Durante il periodo coloniale e missionario, alcuni Nu si sono convertiti al cristianesimo, soprattutto protestante, e oggi esistono comunità cristiane attive.

🎭 Cultura e tradizioni

  • La società Nu è tradizionalmente patrilineare, con i clan come unità sociali fondamentali.

  • Le donne hanno un ruolo importante nell’economia domestica e nella trasmissione della cultura orale.

  • Sono noti per i loro costumi colorati: le donne indossano gonne a pieghe, cinture ricamate e spesso un copricapo semplice.

  • La musica e le danze tradizionali sono parte integrante delle festività, accompagnate da strumenti come tamburi e flauti.

🎉 Feste principali

  • La festa più importante è il “Capodanno del Nu” (怒族年, Nùzúnián), che cade a dicembre secondo il calendario lunare.

    • Dura più giorni, con banchetti, canti e balli.

    • Vengono sacrificati animali (spesso maiali o pecore) in onore degli spiriti protettori.

    • È un momento di incontro e di rafforzamento dell’identità etnica.

📚 Storia e rapporti con altri popoli

  • I Nu sono stati storicamente isolati a causa della geografia della regione (vallate scoscese e montagne elevate).

  • Hanno avuto contatti frequenti con i Lisu, i Tibetani e i Bai, assorbendo elementi culturali da questi gruppi.

  • Durante la storia imperiale cinese furono considerati “popoli di frontiera” e mantennero una certa autonomia locale fino al XX secolo.

📈 Situazione attuale

  • Oggi i Nu sono riconosciuti come una delle 56 nazionalità ufficiali della Cina.

  • Negli ultimi decenni lo Stato cinese ha promosso infrastrutture (strade, scuole) e programmi di sviluppo nella valle del Nujiang, migliorando l’accesso a istruzione e sanità.

  • Ciononostante, rimangono un gruppo relativamente svantaggiato economicamente, con forte rischio di perdita delle tradizioni linguistiche e culturali, soprattutto tra i giovani.

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