Questo libro racconta la storia di un bambino, Pu Yi, strappato all’età di due anni agli affetti più cari, isolato e rinchiuso nella gabbia dorata del palazzo imperiale di Pechino, per essere il nuovo imperatore del Celeste Impero. È la storia di un uomo che fu tre volte imperatore, una volta capo del governo, esule per otto anni, prigioniero per quattordici, e poi ortolano, giardiniere, studioso, attivista comunista, deputato al Congresso nazionale del popolo della Repubblica Popolare Cinese. In queste pagine, tratte dai suoi diari personali e dalle memorie e confessioni che era stato obbligato a scrivere dopo la fondazione della Repubblica Popolare come esercizio di autocritica durante il suo processo di rieducazione, Pu Yi, imperatore del Celeste impero con il titolo di Xuantong – come si legge nel “Prologo” del volume – racconta in prima persona la sua triste e drammatica vicenda. Così facendo apre anche al lettore le porte della Città Proibita, accompagnandolo a scoprirne i sontuosi ambienti, a seguire i complessi e meticolosi rituali della vita quotidiana della corte, fissati da regole consolidate nei secoli, ad assistere alle cerimonie ieratiche e solenni che sembrano trasportare i presenti in una dimensione extra-umana. E poi, la fine di tutto: le rivolte, la guerra civile, l’invasione giapponese, il crollo dell’impero, la repubblica, la guerra mondiale, la fuga, la prigionia, l’internamento. Pu Yi trascina con sé il lettore nel turbine travolgente e implacabile della Storia, vittima e protagonista di accadimenti più grandi di lui, in una sequenza di eventi dalla cui narrazione è difficile distaccarsi. In fondo, una vicenda triste e tragica, contrassegnata da colpi di scena e rovesciamenti di fortuna, drammaticamente vissuta dal protagonista in balia degli eventi storici e politici, nella più totale assenza di affetti e di sentimenti di amicizia e vicinanza, anche nei momenti più pericolosi, strazianti e umilianti della sua vita.
Nato nel 1906, Aisin Gioro Pu Yi, nel 1908 fu scelto dall’imperatrice vedova Cixi come successore dell’imperatore Guangxu, suo zio. Costretto ad abdicare in seguito alla Rivoluzione di Sun Yat-sen nel 1912, consentì la proclamazione della Repubblica e gli venne concesso di risiedere in clausura con la corte nella Città Proibita. Nel 1931 i giapponesi gli offrirono il trono dello stato fantoccio del Maciukuo. Con la sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale e l’invasione sovietica della Manciuria, Pu Yi fu costretto di nuovo all’abdicazione e venne imprigionato in Unione Sovietica. Riconsegnato nel 1950 alla Repubblica Popolare Cinese, fu internato in un istituto di rieducazione per criminali di guerra dove subì un duro processo di lavaggio del cervello. Uscito riabilitato nel 1959, visse a Pechino dove morì nel 1967. Le sue ceneri vennero tumulate nel cimitero rivoluzionario di Babaoshan, per poi essere trasferite nel 1999 in un piccolo mausoleo nel complesso delle tombe imperiali Qing, nella provincia dell’Hebei.
Commenti recenti